Le valige erano pronte sui nostri letti, il momento della partenza si stava avvicinando, anzi era già troppo vicino. L'indomani la famiglia Darling avrebbe lasciato l'Inghilterra per trasferirsi in una soleggiata California, ed Harry era ancora all'oscuro di tutto.
Era il pomeriggio del 14 Agosto, le temperature erano davvero elevate e continuavo a chiedermi quanto ci avrei messo ad abituarmi ad avere questo caldo per quasi tutto l'anno; mi domandavo come avrei fatto senza la nebbia e il vento gelido che ti investono appena esci di casa; come avrei potuto vivere senza i miei adorati maglioni di lana e senza felpe extralarge; ma la vera domanda era come sarei riuscita a fare a meno delle calde mani di Harry che mi prendevano per la vita e mi abbracciavano. Sarei mai riuscita a resistere al mancato contatto delle nostre labbra? Mi sarei mai abituata a non incontrarlo durante i cambi d'aula? Avrei mai accettato il fatto che le nostre vite sarebbero state separate per sempre? No, no e ancora no. Non sapevo come accettare tutto questo, non sapevo in che modo farmene una ragione. Non volevo adattarmi un'altra volta, cominciare la mia vita da zero perché ormai la mia vita era perfetta, avevo tutto ciò di cui avevo bisogno e non potevo vederlo sparire senza far nulla.
Ero furiosa. Il petto stava esplodendo dal dolore, tutto faceva schifo, la mia vita stava per rovinarsi, stavo per perdere tutto! Avrei perso ogni cosa importante della mia vita!
Volevo urlare, correre, sfogarmi, tagliarmi, volevo che tutto finisse, volevo non dovermi svegliare in un altro posto diverso dalle braccia di Harry.
Basta!
Decisi di uscire, svagarmi le idee, magari prendere la bici e andare in un parco vuoto, sentire il vento sferzarmi la faccia e spettinarmi i capelli. Volevo sentirmi libera di decidere cosa fare,come essere, dove andare, ma soprattutto volevo essere libera.
Scesi di corsa le scale. Converse ai piedi, canottiera a righe, pantaloncini di jeans, capelli raccolti in una coda tutta disordinata, cuffie e iPhone pronte in mano; ma alla fine delle scale mi scontrai con una figura alta e muscolosa.
Mamma doveva averlo fatto entrare.
Alzai gli occhi cercando di scacciare via tutti i pensieri e il dolore che li stava attraversando e buttai le braccia al collo di Harry cercando di baciarlo, ma lui si spostò.
Lui sapeva.
"Ehi amore che hai?" chiesi avendo paura della risposta che avrei ricevuto. Lui però non rispose nemmeno, mi afferrò per un braccio, stringendo la presa tanto tirarmi su e lasciarmi camminare sulle punte.
"Mi fai male Harry!" Avevo le lacrime agl'occhi e la voce già tremava.
Mi trascinò fuori dalla porta spingendomi fino al cancello che chiuse alle sue spalle. Avevo paura. Io so com'è Harry quando è arrabbiato, non è più lui, perde il controllo di se, ma io ero l'unica persona in grado di calmare.
Adesso che era infuriato proprio con me, non so chi l'avrebbe tranquillizzato e io avevo paura di lui.
"QUANTO AVEVI INTENZIONE DI FARLO ANDARE AVANTI QUESTO TEATRINO EH?! COMPLIMENTI SEI VERAMENTE UN'OTTIMA ATTIRCE! E io ancora più stupido che mi sono fatto PRENDERE IN GIRO DA TE! SEI SOLO UNA STRONZA, UN'EGOISTA! PENSAVI CHE NON L'AVREI MAI SCOPERTO? MI CREDI COSI' SCEMO?!"
Ogni parola di Harry era una lama infilata nel cuore che veniva girata e rigirata ad ogni uno suo urlo. Le gambe iniziarono a tremarmi, non reggevano più, le lacrime erano scese dai miei occhi e ormai ricoprivano le mie guance fino ad arrivare al mento. Cominciai a singhiozzare al solo pensiero di quanto avessi ferito Harry per spingerlo a dire tutte quelle cose, a me.
Volevo dirgli che aveva ragione, che meritavo io di soffrire in quel modo, ma le parole rimanevano bloccate nella mia bocca, le corde vocali non collaboravano e io rimasi lì, immobile, mentre Harry mi sputava in viso tutta la sua rabbia.
"Sei un'ipocrita, una stronza, sei veramente ridicola. Una bambina. Ecco cosa sei, una bambina che non sa affrontare i problemi! Ti nascondi dietro a un dito! Sei una bugiarda! Dietro ad ogni tuo sguardo, ad ogni tuo sorriso c'era un segreto!- continuò ad urlare-mi fai veramente schifo."
E il coltello che si stava rigirando nel petto fu estratto lentamente, per fami soffrire di più, per poi esser infilato violentemente, più forte, con più rabbia. Il modo in cui lo disse, lentamente, guardandomi negl'occhi e con il disprezzo nella voce.
Le mie gambe non ressero più.
Caddi a terra e le mie ginocchia strusciarono contro l'asfalto, ma nessun dolore fisico era paragonabile a quello che in quell'istante mi aveva inflitto Harry. Singhiozzai a terra per non so quanto tempo, ma lui era così arrabbiato da non aiutarmi nemmeno a tirarmi su. Ma come potevo biasimarlo? L'avevo preso in giro per tutto questo tempo, me lo meritavo.
Rimase lì, immobile, davanti a me, potevo sentire il suo sguardo disgustato osservare il mio corpo contrarsi ad ogni singhiozzo. Quando riuscii a calmare il mio pianto, articolai si e no due parole.
"Harry-dissi tra i singhiozzi-avrei voluto dirtelo.."
"e dovrei crederti no?.." ancora quel tono tagliente, era una tortura. Pregavo chiunque di farlo smettere di parlarmi in quel tono, mi stava uccidendo lentamente.
"Si. Dovresti. M-ma io n-non volevo far-farti soffrire in questo modo. P-p-perché non lo meriti." Balbettai. Vedermi in quello stato distruggeva anche lui, riuscivo ancora a leggere nei suoi occhi oltre alla rabbia, però era troppo incazzato e orgoglioso per ammetterlo.
"E tirati su che mi sembri una barbona." Disse stringendo le sue mani attorno alle mie braccia per tirarmi su.
"Mi dispiace! Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!" tentai di gettargli le braccia al collo per abbracciarlo, ma lui si ritrasse come schifato dal mio gesto.
"Harry ti prego! TI PREGO! IO TI AMO! Non respingermi! Ho bisogno di te! SEI LA MIA VITA, NON POSSO STARE SENZA TE! Harry! HARRY!!" Urlai istericamente, scoppiando in lacrime.
Con tono calmo e distaccato rispose:"Potevi pensarci prima a tutto il tuo amore che provi per me." Non mi guardava nemmeno, non mi guardava.
Ero stremata, non sapevo come sopportare il peso di quella reazione. Non sapevo come uscirne viva.
"Guardami. Harry, guardami. CAZZO HARRY GUARDAMI!" Urlai più forte che potei. Credo che tutto il vicinato ormai si fosse accorto di cosa stesse succedendo davanti al cancello della casa accanto.
Riluttante Harry girò il suo sguardo verso di me, e io potei vedere che anche i suoi occhi erano colmi di lacrime, che la sua rabbia si stava affievolendo e lasciava spazio al dolore e all'amore che continuava a provare per me.
"Harry.." dissi con un fil di voce cercando di accarezzarlo, e fu come se il mio tocco bruciasse sulla sua pelle.
"Harry,io.."
"A che ora.. parti-quella parola fu una pugnalata ai cuori di entrambi-domani?"
"A-alle 7. Verrai.. a.. salutarmi, v-vero?" la mia voce era ancora spezzata.
"Non lo so. Io.. Non posso Abygail. Non ce la faccio." Si girò e se ne andò a testa bassa,lasciandomi in mezzo alla strada deserta e troppo silenziosa dopo le nostre urla.
Niente aveva un senso ora.
Io non avevo lui.
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Terrible Decision
Fiksi PenggemarCosa succede quando la tentazione è più forte dell'amore? Written by Giada