Queste ultime/prime settimane di vacanza a New Port passarono più veloci di quanto avessi potuto immaginare. La zona era molto carina e mi piaceva da morire, certo, stavo ancora cercando di smaltire la nostalgia della mia vita precedente a Londra, ma lentamente me ne stavo facendo una ragione e imparando a convivere con questo perenne senso di vuoto e di mancanza.
Avevo sentito Harry appena questo pomeriggio, era distrutto. E anche se si sforzava di ridere con me al telefono, di fare delle battutine su quanto fossero stupidi gli americani, sapevo che era a pezzi, come me infondo. Avrei tanto voluto poter essere tra le sue braccia per baciarlo e stringerlo forte a me senza mai lasciarlo andare,ma ad Hogwarts non ci avevano ancora insegnato a smaterializzarci e io sono stata strappata via dalla mia Londra prima che potessi imparare.
Sarebbe stata una cosa veramente produttiva.
Delle volte mi bastava solo sentire la sua voce per colmare il vuoto che avevo nel petto, altre invece la sua voce non era mai abbastanza,avevo bisogno dei suoi occhi, delle sue labbra, delle sue mani, del suo corpo caldo. Avevo bisogno di lui fisicamente.
Harry era sempre il primo dei miei pensieri, ma il secondo era l'imminente inizio della scuola. Sarebbe stato un totale disastro. Uno schifo. Dio non volevo proprio.
Stavo benissimo nella mia Hogwarts, dove tutti indossavamo un'odiosa divisa grigia che ci faceva sembrare soldatini; dove alle cinque ci riunivamo tutti al bar per l'ora del tè; dove le persone mi volevano bene, mi conoscevano; dove c'era la mia migliore amica; dove c'era Harry.
Basta, avrei dovuto smetterla di ricollegare ogni singola cosa a lui.
Qui, nella scuola in cui sarei andata, che non era proprio una scuola, ma un'accademia, non conoscevo un'anima,né conoscevo il posto, né come le persone si sarebbero comportate al mio arrivo e come mi avrebbero accolto nei loro gruppi chiusi di ochette bionde e formose.
L'indomani avrei dovuto affrontare gli sguardi curiosi e inquisitori di ragazzi e ragazze e non credo che sarei stata pronta.
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E che palle ma cosa avevano da guardare? Si vedeva così tanto che ero nuova, inglese e nana? Che cazzo volevano tutti? Era proprio questo che volevo evitare, centinaia di occhi puntati addosso. Non ero mai riuscita a sostenere lo sguardo di un solo ragazzo, figuriamoci di cento e più. Andai in presidenza e chiesi la strada per arrivarci ad una bidella; appena incontrai il preside, mi spiegò un po' di regole della scuola, come i dormitori, maschile e femminile, gli orari da rispettare, niente sesso (e i suoi modi espliciti mi spiazzarono un po'). Mi spiegò il livello che dovevo mantenere per superare tutti gli esami, mi accennò diversi club e confraternite composte dagli studenti più grandi e cose del genere. Alla fine il preside mi diede l'orario standard,più la lista dei corsi che avrei potuto scegliere io.
Dovevo dire che c'erano davvero degl'ottimi corsi, a cui avrei partecipato sicuramente; e gli orari non sembravano nemmeno tanto male, erano ben bilanciati e pallosi al punto giusto. Avrei comunque potuto riorganizzare il mio orario lasciandomi qualche ora di buca e aggiungendo magari qualche materia più rilassante.
Durante il nostro colloquio fummo interrotti da una chiamata e il preside sembrò piuttosto scocciato e abituato a quel tipo di comunicazione. Rispose con un "Va bene, fallo venire qui,ormai è abituato".
Doveva essere uno dei soliti teppistelli che si divertiva a imbrattare muri e non frequentare abbastanza lezioni. Tutto nella norma, fino a quel momento.
Il preside mi congedò con una stretta di mano ed un "Benvenuta alla PCA", ed io, incerta su quale corridoio avrei dovuto prendere, sfoderai uno dei miei sorrisi migliori per far buona impressione e non essere classificata come quel teppistello che stava salendo le scale per andare in presidenza.
Appena uscii dalla porta, mi trovai in mezzo al corridoio e sulla parete di fronte alla porta c'era una mappa della scuola, che consultai sperando di riuscire a trovare la classe di matematica. Girai a sinistra, mentre dalla parte destra del corridoio sentii dei brontolii e delle risatine di ragazzi che si complimentavano per esser riuscito a finire di nuovo nei guai, e lui che rispondeva delle volte con delle parolacce, altre con risate e ringraziamenti per le 'lusinghe'.
Scossi la testa e lasciai che mi scappasse una risatina.
Prima di andare in classe andai in segreteria per ritirare la chiave della mia camera, che mi dissero avrei condiviso con altre due ragazze.
Ottimo. Già non volevo stare in quel paese, figuriamoci star lì 5 giorni su 7 con due perfette sconosciute, ma l'avrei superato, ho superato già tante cose peggiori di questa. Dopo aver preso la mia chiave con un cartellino che portava il numero 215 mi diressi verso l'aula di matematica che faticai a trovare visto che la scuola era veramente enorme e c'era da perdersi nel guardare il mare che sbucava in lontananza dagli edifici,o i prati verdi ben tagliati che sarebbero stati il mio nuovo posto di studio.
Appena arrivai in classe mi concentrai solamente sul professore che mi presentò a tutti gli alunni come 'la nuova ragazza venuta dall'Inghilterra'. Disse a tutti di trattarmi bene, di farmi entrare nello spirito della scuola e di non giocarmi i soliti brutti scherzi che venivano fatti ai novellini.
'Di male in peggio..'
Lanciai una veloce occhiata alla classe senza prestare attenzione ai volti che mi squadravano. Mi misi a sedere al primo banco, accanto ad un nerd con grosse lenti e la faccia infestata dai brufoli. Puzzava anche un po',ma era sempre meglio dei banchi liberi nelle ultime file.
Stetti molto attenta alla lezione per non concentrarmi sullo sguardo dei miei nuovi compagni di classe che stavano ispezionando ogni mio singolo movimento. Ad un certo punto mi trovai veramente nel panico: volevo starnutire, ma avevo paura di attirare troppo l'attenzione così nel tentativo di trattenerlo, mi uscì un verso stridulo che mi fece vergognare di me stessa ancora di più. Metà della classe fu invasa dalle risatine, e avrei riso anche io se fossi stata ancora a Londra, lì non mi vergognavo di nessuno, ma qui..
Appena suonò la campanella corsi fuori dall'aula per andare in bagno e improvvisamente iniziai a ridere di me stessa.
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Ciao bellissime💕come vi sembra la storia fino ad adesso?
si, la PCA è quella di Zoey101 come struttura perché io la adoro.
Lasciate un commento e stellinate tanto💞
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Se ogni capitolo arriva ad almeno 10 voti metto il prossimoGiada xx
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Terrible Decision
FanfictionCosa succede quando la tentazione è più forte dell'amore? Written by Giada