Ricordi.

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[Trigger Warnings]

Prima di procedere con la lettura, voglio avvertirvi che alcuni degli argomenti che verranno trattati sono abbastanza delicati. Tra questi abbiamo:
-menzioni di morte
-menzioni di ansia e attacchi di panico
-abuso di sostanze
-malattie
-esperienze vicine alla morte

Ovviamente, prima di ogni capitolo io aggiungerò un altro trigger warning, tuttavia, essendo alcuni di questi temi abbastanza ricorrenti nella storia, se siete sensibili a queste cose consiglierei una lettura attenta, o anche di non intraprendere la lettura.

Ricordatevi che leggere è bello, ma la salute viene prima di tutto.

Detto questo, vi lascio alla storia. Vi voglio bene come sempre. ❤️



"Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te."
~Tiziano Ferro, Il Regalo Più Grande
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Le luci riempivano il locale di colori. Dovette strizzare gli occhi più volte per vederci qualcosa, rischiando di farsi venire il mal di testa. La musica era melodiosa, lenta, zuccherata, volta ad un ballo tra corpi che si amavano. Gli innamorati si guardavano, si sorridevano, si scavavano nell'anima mentre si accarezzavano in pista.

Manuel, circondato dai suoi amici, rideva di gusto in un angolino, lontano da tutto quell'amore.

Ogni tanto, quando gli occhi si posavano su quelle coppie che sembravano amarsi oltre ogni cosa, l'assenza di quell'emozione la percepiva fin dentro le ossa. La sentiva scavare nei suoi ricordi più tetri, tra i meandri della sua mente, e si chiedeva se la nostalgia d'amore potesse fare più male dell'amore stesso.

Ricordava com'era essere guardati, toccati, abbracciati. Amati da qualcuno che ami, non soltanto da qualcuno che vuoi. Perché Manuel, di desiderio, ne aveva provato tanto; ma in ventisette anni di vita, di amore ne aveva provato solo uno.

E si domandava ancora se, prima o poi, sarebbe riuscito a provarne un altro.

Poi distoglieva lo sguardo, ritornava alla realtà. Si raccontava un paio di frottole, si diceva che era felice, che non aveva bisogno di vivere nel passato per stare bene. Cancellava quel volto dalla mente, lo faceva con la gomma fornita dalle voci intorno a lui.

E andava bene così.

"Vi giuro, lo ha fatto veramente. Manuel, diglielo tu!"

Fu Monica a richiamare l'attenzione di Manuel, attraendolo sulla sua figura e sulle sue parole . Manuel la guardò per un attimo, spaesato; Monica, che sapeva leggerlo come fosse un libro aperto, capì immediatamente.

"Stavo raccontando di come Giorgio ha rovesciato il caffè sul professor Martini, stamattina. Ve lo giuro raga, la sua reazione è stata epica."

Giorgio, compagno di università di Manuel e suo grande amico, mise il broncio.

"Eh, epica per te. Quello a ju prossim' esame m' boccia, u' sacc già."

L'intero gruppo, che aveva occupato un divano in una zona più appartata di quel luogo enorme, ridacchiò.

Tra di loro, Monica, che sedeva alla sua sinistra, era quella che Manuel conosceva da più tempo. Era stata sua compagna di classe al liceo; a quei tempi non avevano legato molto, ma quando si erano rincontrati all'università, entrambi frequentanti della stessa facoltà e ritardatari, le cose erano cambiate.

Scacchi | Simone e ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora