"È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama."
~Fëdor Dostoevskij
_____________28 Marzo 2025
Il trillo del campanello riempì la casa, che di pienezza ormai non ne sapeva più nulla dopo che sua madre era stata ricoverata.
Anche Manuel, in quei giorni, si sentiva vuoto.
Sua madre stava male, ma male sul serio. Era peggiorata all'improvviso: pur avendo speso in ospedale gli ultimi cinque mesi della sua vita, non le era mai successo di rischiare così tanto. Non fino a quel giorno almeno.
Manuel, quel giorno, se lo ricordava bene. Ricordava la voce calma del medico al telefono, il panico nel suo petto in contrasto con le note calde che vibravano tra i suoi timpani. Ricordava la corsa in macchina, il sudore sulla pelle, la vista sfocata dal panico.
Ricordava le sue urla contro quelle dei medici, che gli dicevano di stare calmo, che doveva lasciarli lavorare, che non poteva entrare.
Che non poteva fare niente per lei, non in quel momento.
Che non avrebbe potuto mai fare nulla per lei, se non aspettare e sperare.
L'avevano tenuta sotto controllo per giorni, senza permettere a nessuno di entrare a trovarla se non a lui. La prima volta che l'aveva vista, dopo, aveva stentato a riconoscerla: aveva il viso più scavato del solito, e la pelle fin troppo candida.
E gli occhi chiusi. Specialmente, aveva gli occhi chiusi.
Manuel tremava soltanto a vederla. Dormiva tanto, dormiva troppo, era sempre stanca. Quando non dormiva, vomitava senza sosta.
Sembrava una morta che camminava, anche se a lui cercava di non darlo a vedere.
Tale madre, tale figlio.
In poco tempo, ovviamente, era stato avvisato anche Dante, e di conseguenza Simone era venuto a sapere di quella situazione. Non aveva chiesto pareri a riguardo: era sceso a Roma senza batter ciglio, volando sul primo aereo che aveva trovato.
Ci aveva provato, ad aiutare Manuel.
Ma neanche Simone poteva fare nulla; neanche lui era più abbastanza, ormai.
Niente, per Manuel, era più abbastanza.
E così lo aveva respinto.
Aveva respinto tutti, in realtà. Aveva passato le ultime settimane a respingere qualsiasi forma di vita gli si presentasse davanti, troppo occupato ad odiarla per quel suo tradimento.Se Anita stava male, Manuel stava quasi peggio.
Perché la morte colpisce i vivi, più che i morti. La morte è subdola, calcolatrice, sa dove affondare il coltello per farti più male.E se ti vuole fare male, non colpisce te.
Colpisce chi ami.
E Manuel, di amore, ne aveva fin troppo da perdere.
Sbuffò sentendo quel suono fastidioso, testimone della presenza di qualcuno che non sarebbe stato sua madre, viva e sana. Valutò l'idea di non andare ad aprire; poi, però, il pensiero che potesse essere Simone lo scosse.
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Scacchi | Simone e Manuel
FanfictionCon gli occhi dell'amore adolescenziale la vita adulta appare come una passeggiata al chiaro di luna, una favola da vivere in completa serenità. Ma l'amore adolescenziale, talvolta, non è abbastanza. E Manuel e Simone, che non si vedono da anni, que...