capitolo 18

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Arrivati al comune…
Al: <<Dobbiamo entrare?>>
Checco: <<No, stiamo qui ad ammirare la porta.>>
John: <<Dovremmo trovare il sindaco.>>
Elena: <<La porta è aperta, andiamo.>>
Entrano nel comune e incontrano il sindaco.
John: “Scusate, voi siete il sindaco?>>
Sindaco: <<E voi siete del Sud?>>
John: <<Come fate a saperlo?>>
Sindaco: <<Siamo a Roma Nord, ci si da del “lei”.>>
John: <<Io sono abituato a dare del “voi”.>>
Al: <<Ma se si sente di essere una donna dagli del “lei”, che ti costa?>>
Checco: <<Lasciate parlare me.>>
John: <<Mi sembra giusto.>>
Checco: <<Quindi, lei è il sindaco?>>
Sindaco: <<Sì, sono io.>>
Checco: <<Dovremmo trovare la famiglia di questo ragazzo.>>
Al: <<Semmai “signore”.>>
Santino: <<Concordo.>>
Sindaco: <<Come si chiama?>>
Checco: <<Si chiama Santino.>>
Sindaco: <<Il cognome?>>
Checco: <<Non lo sappiamo.>>
Elena: <<Vorremmo sapere il suo cognome per riportarlo a casa.>>
Sindaco: <<Venite nel mio ufficio.>>
L’ufficio non era dei migliori, però se vedeva che era d’un romano.
Sindaco: <<Allora, abbiamo: Santino Ajeje, Santino Brazorf, Santino Gresco e Santino Sugar.>>
Al: <<Solo questi?>>
Sindaco: <<E chi vuoi che si chiami così?>>
Al: <<Santino, riconosci il tuo cognome?>>
Santino: <<No.>>
Al: <<Lo sapevo. Forse non è neanche di Roma.>>
John: <<Intanto andiamo a trovare queste quattro famiglie, poi si vedrà.>>









Una famiglia per Santino
I cinque arrivano d’avanti casa Ajeje.
Vanno a parlare con questi ultimi, ma dicono che loro hanno già un Santino a casa. Stessa cosa succede con la famiglia Brazorf, Gresco e Sugar.
Checco: <<Non ci resta che lasciarlo per strada, che ci costa?>>
Santino inizia a lanciar delle pietre addosso a Checco.
Al: <<Ti aiuto io, Checco.>>
Checco: <<Te ne sarei grato.>>
Al: <<Ti faccio da scudo umano.>>
Checco: <<Ma che senso ha farmi da scudo umano se schivi tutte le pietre e arrivano comunque addosso a me?>>
Al: <<Ci ho provato.>>
Elena: <<Santino! Basta!>>
Santino: <<No, Checco vuole male me.>>
Checco: <<Checco non vuole male te, Checco vuole liberare te.>>
Santino: <<Io picchiare male Checco.>>
Al: <<Io andare a prendere popcorn per questo show.>>
John: <<Voi tutti andare in macchina perché non avere tempo da perdere.>>
Al: <<Ma perché non andiamo in un albergo?>>
Checco: <<Questa volta ha ragione.>>
John: <<No, torniamo a casa.>>


Al: <<Mi stai dicendo che abbiamo fatto scappare questi due, abbiamo rubato una macchina, siamo arrivati a Roma, ho investito una persona, John è svenuto, siamo andati in carcere, abbiamo trovato Santino nel baule, per ritornare a Cuggion? Ora noi andiamo in albergo, ci rilassiamo, soprattutto mangiamo, così facciamo una bella vacanza.>>
Elena: <<Da una fuga a una vacanza a Roma è un attimo.>>
Checco: <<Io in albergo ci andrei.>>
Santino: <<Io albergo dormo.>>
John: <<E andiamo in quest’albergo, ma solo fino a domani.>>
Al: <<Guarda che appena metterai piede li, non vorrai mai più andare via.>>
Checco: <<E’ come una specie di paradiso.>>
Al: <<Tanti operai che fanno ogni cosa tu dica.>>
John: <<Tutto bello finché non ci sono io a ricordarvi che non abbiamo soldi.>>
Al: <<Non ci vuole niente a rubarli.>>
Checco: <<A chi li rubiamo?>>
Elena: <<Checco! Non ti riconosco più.>>
Checco: <<Lo faccio per il tuo bene.>>
Al: <<Dai Elena, e lascialo divertire.>>
Elena: <<Questo non è divertirsi, questo è rubare!>>
Al: <<Non è rubare se poi restituisci i soldi.>>
Elena: <<E come fare a restituirli? Sentiamo.>>
Al: <<Esistono i soldi falsi.>>
Elena: <<Ma è possibile che in tutto quello che fai devi sempre andare contro la legge?>>
Al: <<E come si sopravvive sennò?>>
Elena: <<Fate quello che volete, io ne sto fuori.>>

I futuri sposiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora