Colpa Dell'Alcol? ~Yoonmin~Taekook~

Emotions

Yoongi si guardò allo specchio e seguì con gli occhi tutti i particolari di quella giacca fin troppo elegante per i suoi gusti.

"Allora? Ti piace?" Gli chiese sua madre del tutto disinteressata, quel tono sempre calmo e freddo che spesso usava anche lui.

"Come se vi importasse qualcosa delle mie opinioni." Rispose sbuffando e distogliendo lo sguardo dai bottoni neri.

"È per la famiglia, cerca di comprenderlo al più presto!" Lo fulminò con lo sguardo.

"Non siamo più ai tempi del medioevo, ce la caviamo anche senza tutta questa buffonata. Come puoi chiedermi di comprendervi? Mi state vendendo, cazzo! Me, vostro figlio!" Si girò di scatto verso sua madre che gli aveva posato con forza le mani sulle spalle.

"Non ti stiamo vendendo, ti stiamo assicurando un futuro." Fissò i suoi occhi color pece in quelli del figlio che duri la guardavano con dissenso, bastò quella frase per scatenare la rabbia.

"Un futuro che non vi ho mai chiesto ne tanto meno voluto, ho un lavoro e una casa che non avete di certo pensato voi a fornirmi, non perché non potevamo permertercelo ma perché ho sempre pensato a contare sulle mie stesse forze! In tutto questo tempo mi sono sempre arrangiato per conto mio proprio per non sottostare a tutte le vostre assurde richieste, che sia un'università brillante o una macchina di lusso non mi interessava possedere nulla che anche lontanamente aveva a che fare con voi. Ma tutto ciò che fino ad ora ho fatto, tutti i sacrifici e tutte le cadute che ho affrontato, TUTTO, non è servito a un cazzo, perché mi dimentico spesso di essere vostro figlio, volente o dolente sarò sempre di vostra proprietà!" Gli urlò in faccia scacciando con debolezza le mani che lo tenevano fermo.

"Non illuderti che io sia qui perché abbia acconsentito a questa stronzata. Se sono qui è per capirci qualcosa, per capire se almeno tu sei dalla mia parte."

Sperava che con il suo sfogo la madre si rendesse conto dell'errore che stavano facendo ma il silenzio in seguito fù solo motivo di più isteria nel corpo del moro che dopo l'ennesima ferita al cuore si slacciò con fretta la giacca buttandola a terra per poi andare via.

Il vento lo colpi in pieno viso facendolo rabbrividire ma continuò a camminare senza avere una meta precisa, gironzolò per un po fino a quando stanco e infreddolito uscì dal trance di pensieri dove era sprofondato, si guardò un po intorno giusto per capire i suoi piedi fin dove si erano spinti e si riscoprì sorpreso quando vide casa di Jimin a pochi passi.

Era un po titubante sul da farsi e si chiedeva se premere il dito su quel bottoncino era giusto, se abbandonarsi alle sue ossessioni fosse corretto nei confronti dell'altro, si accigliò sentendo lo stomaco sottosopra al pensiero di rivederlo e parlargli dopo come era andata a finire l'ultima volta... desiderava riuscire a scoprirsi e magari allungare le mani verso quel viso che, dannazione, lo stava facendo impazzire e non sapeva neanche il perché.

O forse lo sapeva, ma voleva andare fino e infondo prima di fare conclusioni affrettate.

Eppure tutti quei pensieri non furono in grado di fermarlo perché la sua mano aveva preso una vita propria andando a fare pressione sul campanello rendendosi conto solo qualche secondo dopo, ritirò la mano come scottato e si girò per allontanarsi al più presto.

Dopo pochi passi la porta si apri costringendo l'alpha a fermarsi e irrigidirsi, il cuore perse un battito quando sentì la sua voce chiamarlo, e quella punta incredula nel tono lo spaventò a morte, non riuscendo neanche ad affrontarlo, se ne stette di spalle aspettando la prossima mossa dell'altro.

"Y-yoongi..." sussurrò ancora l'altro scendendo i due scalini del suo porticato.

"Per favore, non avvicinarti." Rispose non riuscendo ancora a girarsi, pensare che avrebbe incontrato gli occhi dell'altro lo destabilizzò e lo fece reagire nel modo sbagliato, quello di chiudersi a riccio.