DAY 2: MODERN AU
Hakuji si stava annoiando da morire, quella mattina in ufficio. Il direttore era in riunione ormai da ore e lui aveva già portato a termine tutti gli incarichi che gli erano stati assegnati. Quando Rengoku non era troppo occupato, e lo chiamava per svolgere determinati compiti da segretario, il tempo gli sembrava volare via velocemente. Ma quando era impegnato in quegli incontri che gli portavano via quasi sempre l'intera mattinata, lui si ritrovava a guardare lo schermo del computer con apatia e a rispondere alle chiamate senza alcun entusiasmo solo per dire che il direttore non voleva essere disturbato.
Sbuffò sonoramente per l'ennesima volta quando fissò l'orario sull'orologio appeso alla parete e constatò che il suo Kyojuro era chiuso all'interno della sala riunioni da più di tre ore. Se le cose si stavano protraendo così a lungo, voleva dire che il direttore aveva tra le mani una grossa e importante trattativa. Ma lui si stava annoiando così tanto e lo dimostrava apertamente standosene curvo sul ripiano della scrivania, con la guancia appoggiata contro il legno laccato e le iridi chiare puntate contro la porta dell'ufficio del suo superiore.
Sospirò sommessamente, immaginando di vedere uscire Rengoku da quella porta per raggiungerlo con il suo bel sorriso sulle labbra. Era da troppo tempo che non lo vedeva e si chiedeva come fosse possibile stare tutte quelle ore a discutere senza fare nemmeno una pausa di cinque minuti per andare a prendere il caffè. Gliene avrebbe offerto uno molto volentieri, accompagnato dai suoi massaggi alle spalle per sciogliere la tensione che immaginava avesse addosso. Sapeva quanto quelle attenzioni piacessero al suo bel direttore e gli dispiaceva non potergliele riservare in quel momento.
Mentre se ne stava lì a rimuginare su cosa fare per ammazzare il tempo e per rivedere al più presto il suo superiore – con la schiena che chiedeva pietà per la posizione irregolare che aveva assunto –, Hakuji si raddrizzò di colpo quando un'idea cominciò a prendere forma nella sua mente. Sogghignò e si diresse velocemente verso il bagno dei dipendenti, trovandolo fortunatamente vuoto. Si infilò nel primo cubicolo vuoto, fece scattare la serratura alla porta e si sedette sopra il coperchio chiuso del gabinetto. Sbottonò la cintura insieme al bottone e alla cerniera dei pantaloni, si alzò la camicia fino a scoprire per intero il ventre scolpito decorato dal tatuaggio nero e afferrò il telefono, il tutto sfoggiando un grosso sorriso mellifluo sulle labbra. Aprì l'applicazione per la messaggistica istantanea, individuò il numero di Kyojuro, attivò la fotocamera interna e scattò una foto, assumendo la posa più provocante e sexy del suo repertorio. La inviò dopo aver scritto "Sbrigati a finire questa lunga e noiosa riunione. Ti aspetto." e attese, trepidante.
La risposta di Rengoku arrivò silenziosa, cosa che fece sorridere ancora di più Akaza: la parola "Online" sotto al suo nome gli fece capire che aveva visualizzato il messaggio e, di conseguenza, la foto. Il direttore non replicò, tornando offline nel giro di pochi secondi, ma al segretario non importò. Era sicuro che l'avrebbe visto uscire dalla sala riunioni entro pochi minuti, ci avrebbe scommesso l'intero stipendio. Si sistemò velocemente e tornò alla sua postazione, sedendosi di fronte al computer come se nulla fosse successo, sfoggiando il miglior ghigno serafico di sempre.
Per come aveva previsto, Rengoku raggiunse la sua scrivania nel giro di un quarto d'ora, visibilmente stanco ma con il bel sorriso sulle labbra. Nessuno avrebbe sospettato di niente, ma Hakuji ormai conosceva bene il suo superiore: le sue iridi si erano posate su di lui ed erano letteralmente di fuoco, l'occhiata che gli riservò era intensa tanto che sembrava lo stesse spogliando solo guardandolo. Lo vide umettarsi le labbra e accarezzarlo con lo sguardo, con fare velatamente languido. Akaza sentì una scarica di eccitazione attraversarlo improvvisamente per poi concentrarsi direttamente tra le sue gambe, facendo pulsare il suo sesso che si stava lentamente indurendo dentro l'intimo.
«Signor Rengoku, com'è andata la riunione?» Chiese il segretario, mettendo su una finta espressione angelica, cercando di sembrare seriamente interessato solo per stuzzicarlo.
«Egregiamente, signor Akaza. Ho portato a termine la trattativa con successo.» Rispose il direttore senza perdere il sorriso e la compostezza. «Ma adesso voglio che disdica tutti i miei appuntamenti fissati per oggi e che si presenti nel mio ufficio entro cinque minuti, abbiamo un lavoro urgente da portare a termine.» Concluse, sottolineando volutamente l'ultima frase con tono sommesso.
Hakuji deglutì a vuoto e si mise subito all'opera, chiamando i soci in affari di Rengoku per disdire ogni tipo di impegno, inventando una scusa dietro l'altra. Lo vide allontanarsi per entrare nell'ufficio e lasciare la porta socchiusa, chiaro invito a raggiungerlo il prima possibile. L'uomo di capelli rosa come fiori di ciliegio già immaginava cosa sarebbe successo da lì a pochi minuti e non poté più trattenere la sua eccitazione o nascondere il rigonfiamento all'interno dei pantaloni. Concluse il giro di chiamate in pochissimo tempo e si fiondò letteralmente nella stanza del direttore, chiudendosi la superficie lignea alle spalle.
«Chiudi a chiave e avvicinati.» Disse Rengoku, guardandolo da dietro la sua scrivania, i gomiti poggiati sullo scrittoio e le mani giunte di fronte alla bocca.
Hakuji fece come richiesto e lo raggiunse senza farselo ripetere una seconda volta, ricambiando lo sguardo con fare provocante. Quando fu abbastanza vicino, Kyojuro lo afferrò per un braccio e se lo tirò addosso, facendolo sedere direttamente sulle sue gambe. Akaza sorrise sornione, esultando mentalmente e complimentandosi da solo per l'idea che aveva avuto.
«Poco fa rischiavo seriamente di farmi venire un'erezione davanti a tutti, con quella foto che mi hai mandato. È stato difficile concentrarmi e portare a termine la trattativa senza mandare tutto in aria per venire da te e prenderti direttamente lì, dentro quel piccolo bagno.» Confessò Rengoku mentre già sfiorava la schiena di Hakuji da sopra la camicia bianca, facendolo rabbrividire di aspettative.
«Non pensavo di farle questo effetto, signor Rengoku.» Disse sorridendo serafico, giocando con le ciocche di capelli biondi dell'altro che gli sfioravano il viso e le spalle.
«Sei impossibile, Hakuji. Come pensi di risolvere il problema?» Chiese il direttore alzando di colpo i fianchi, facendo così sentire al suo segretario quanto fosse eccitato.
«Mi assumerò le mie responsabilità.»
Così dicendo, Akaza si fiondò sulla bocca di Kyojuro, baciandolo con trasporto dopo aver agognato per tutte quelle ore di averlo finalmente per sé. Approfondì il bacio passando la lingua sopra le labbra sottili ma piene dell'altro, le succhiò e morse lievemente, facendolo sospirare sommessamente. Con le mani, iniziò a sbottonargli la camicia dopo aver allentato la cravatta nera, gli sfiorò i pettorali guizzanti e scese fino all'abbottonatura dei pantaloni eleganti. Li aprì velocemente, infilò una mano direttamente dentro l'intimo e tirò fuori il membro pulsante di Rengoku senza troppe cerimonie, cominciando a massaggiarlo e a strappargli dei gemiti rochi.
Vedendolo eccitato per le attenzioni che gli stava dando, decise di andare direttamente dritto al sodo. Aveva aspettato anche troppo, per quel giorno. Così scese dalle sue gambe e si accovacciò tra le cosce aperte, avvicinò il viso all'erezione svettante e la portò dritta tra le labbra, iniziando da subito a farla scorrere dentro e fuori la sua bocca con ritmo sostenuto. Gli era mancato il sapore del suo Kyojuro, anche se ormai passavano praticamente ogni notte insieme. Leccò e succhiò con dedizione ogni porzione di pelle bollente, soffermandosi sulle vene in rilievo e sulla punta già umida di umori, godendosi la sensazione delle dita di Rengoku affondate tra i suoi capelli rosa per dirigerlo in quell'intenso lavoro di bocca.
Quando fu soddisfatto e deciso ad andare oltre, il direttore fece alzare Hakuji e se lo tirò nuovamente contro. Gli sbottonò la camicia – mettendo così in mostra il petto scolpito e il tatuaggio tanto intrigante – e cominciò a baciargli ogni porzione di epidermide disponibile, facendolo rabbrividire e sospirare senza sosta. Con gesti decisi, gli sfilò la cintura e gli aprì i pantaloni per poi tirarli giù insieme all'intimo, facendoli scendere placidamente fino alle caviglie. Il membro di Akaza svettò per un attimo proprio a pochi centimetri dal suo viso, ma lo ignorò volutamente per dedicarsi a un altro punto ben nascosto tra quelle natiche sode che lo avevano accolto così tante volte.
Kyojuro allungò due dita in direzione della bocca di Hakuji, nel chiaro intento di fargliele inumidire con la saliva per poterlo preparare al meglio. Il segretario non se lo fece ripetere due volte: dischiuse le labbra senza pensarci troppo e accolse le falangi del direttore, bagnandole giusto il necessario. Rengoku portò quelle stesse dita dritte tra i glutei di Akaza, sfiorando per un attimo la sua apertura prima di infilarle entrambe dentro di lui, facendolo gemere senza ritegno. Lo preparò con attenzione, portandolo pericolosamente vicino all'orgasmo solo con quei gesti.
Quando lo ritenne pronto, sfilò le dita, lo fece girare di spalle e lo spinse contro la scrivania, facendo volare giù dei fogli che finirono placidamente contro il pavimento. Tenendolo fermo per i fianchi, Kyojuro affondò in Hakuji con un'unica, fluida, spinta. Il calore delle pareti interne dell'altro lo avvolse facendolo ansimare e spingendolo a muoversi sin da subito, con lentezza per godersi meglio il momento. Quell'anello stretto di muscoli lo accoglieva alla perfezione, cedendo sempre di più ad ogni affondo mirato a trovare quel punto magico che avrebbe fatto godere Akaza che già si contorceva sotto di lui.
Una volta individuata la prostata – colpendola e facendo quasi gridare di piacere il segretario –, si concentrò con tutto sé stesso per far cozzare il suo glande contro lo stesso punto. Hakuji godeva come non mai, cercando di trattenere i gemiti che, ne era certo, si sarebbero sentiti fino agli uffici dei suoi colleghi. Nel momento in cui Rengoku affondò in lui con più forza e irruenza, e non poté controllare un grido involontario, si ritrovò con la bocca chiusa da una delle mani grandi e forti del suo direttore, per evitare che potesse urlare nuovamente mentre dava gli ultimi colpi di reni con ritmo sempre più incalzante.
Andarono avanti ancora per diversi minuti, aumentando il ritmo dell'amplesso quando sentirono l'orgasmo montare prepotentemente dentro di loro. Kyojuro si spinse dentro Akaza un'ultima volta, arrivando quanto più in fondo possibile, prima di riversare il proprio seme dritto tra quelle pareti pulsanti, mentre Hakuji si inarcava e raggiungeva l'apice in quello stesso momento, schizzando contro la superficie liscia della scrivania sulla quale era stato premuto per tutto il tempo.
Ansanti, stanchi e appagati, si cercarono per scambiarsi un bacio lungo e passionale. Era stata decisamente una lunga mattinata, ma quel momento di passione era stato in grado di cancellare ogni altra cosa, dando loro modo di amarsi ancora una volta.
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Fall in love with you || Kimetsu no Yaiba/Demon Slayer
FanfictionRaccolta di one-shot per la "RenKaza week 2022: winter edition" Day 1: Cuddling - "Altri cinque minuti" Day 2: Modern AU - "Mi assumerò le mie responsabilità" Day 3: Alcohol - "Oltre le più rosee aspettative" Day 4: Sickness/Illness - "Dillo che, i...