𝘾𝙚 𝙣'𝙚𝙨𝙩 𝙥𝙖𝙨 𝙡𝙖 𝙫é𝙧𝙞𝙩é

171 14 8
                                    

𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙤𝙣 è 𝙡𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙞𝙩à

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙤𝙣 è 𝙡𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙞𝙩à





Celine si stava ancora dondolando sull'altalena, e nel mentre teneva gli occhi rivolti verso l'alto per ammirare il manto di stelle che ricopriva la foresta. D'un tratto le sembrò di scorgere un'ombra dietro ad un albero e subito serrò le palpebre per poter mettere a fuoco la figura che si dissolse in pochi secondi. Tornò a guardare il cielo con un certo scetticismo, perché si sentiva osservata e non riuscì a tranquillizzarsi. Posò placidamente i piedi sul prato, dandosi un lieve slancio per poter scendere dall'altalena. Proseguì cauta verso la foresta, guardandosi intorno alla ricerca del bianconiglio. Solo quando si ritrovò da sola a vagare nell'oscurità capì che forse stava impazzendo e girò i tacchi per poter tornare in casa, ma con la coda dell'occhio ritrovò quell'insolita figura muoversi velocemente tra un albero e l'altro. "Chi sei?" domandò Celine curiosa e a tratti confusa. Le apparì un uomo, che aveva le sembianze di un bambino con un lieve accenno di barba. Un cappello cacciato sulla testa ed una giacca elegante. Iniziò a sproloquiare in francese, parole che Celine non comprese di primo acchito. "Je me suis perdu... mademoiselle, où on est?". Le chiese dove si trovava, quindi lei rispose: "Paris. Sulla strada per Montrouge. Lei chi è?". Lui si portò una mano sul petto, dichiarando il suo nome: "Henri". In quel momento Celine capì. Era decisamente lui, vista l'altezza e il suo disorientamento. "Mi-sono-perso" reiterò, guardandosi intorno. "Sei Celine?". Lei annuì, sorpresa. "Sono io, come fa a conoscere il mio nome?".

"Non lo so" Henri scosse il capo, e dopo indietreggiò. "So che devi tornare da dove sei venuta..." lui iniziò a vaneggiare, come se fosse ubriaco "...Chicago! Sì, è lì che devi andare". "E come faccio a tornarci?". "Sai già la risposta. Ce l'hai proprio davanti agli occhi... segui il sentiero e il ragazzo ti condurrà al portale".

"Il ragazzo?" gli domandò, stringendosi nelle spalle. "Intendi Georges?". Henri fece di sì con la testa. "Lui è fondamentale, ma non devi in alcun modo coinvolgerlo. Finirà la tela e tu potrai tornare al tuo tempo" dichiarò lui, mostrandosi a Celine nelle vesti del suo spirito guida. "Non lo coinvolgerò".

"Il portale, Celine. Ricorda questo. Torna all'isola e cerca la croce". Non riuscì a domandargli nient'altro perché Henri scomparve nuovamente dietro ad un albero. La croce. Tornò all'altalena con mille domande, e si lambiccò il cervello nel tentativo di collegare tutte le informazioni che aveva acquisito nell'ultimo periodo. Appena sbatté le palpebre, aveva di nuovo gli occhi rivolti al cielo ed era distesa sul muschio bianco, senza la più pallida idea di come ci fosse arrivata. Mettendosi a sedere, Georges le andò incontro. "Celine, stai bene?".

"Sì, devo essere scivolata..." lui le porse la mano per farla rialzare, tirandola su e quando i loro occhi furono a pochi centimetri di distanza, lei rantolò per il sussulto al cuore. Georges le accarezzò la guancia, invitandola a guardarlo. "Sicura di stare bene?". Celine piegò la testa per poter incontrare il suo tocco e la morbidezza del suo palmo. Appoggiò la mano sulla sua, sorridendo. "Sto benissimo... è ora di cena. Dovremmo rientrare". Lo rasentò per poter raggiungere l'ingresso, e prima di entrare guardò un'ultima volta oltre gli alberi, domandandosi se avesse sognato tutto o se le era davvero apparso Henri de Toulouse-Lautrec a pochi passi. "Volevo dirti che sei un incanto con questo vestito..." spiegò Georges mostrando un sorriso imbarazzato "...persino adesso che lo hai macchiato col muschio". Celine ghignò, afferrando la gonna per poter rafforzare le onde, lunghe verso i suoi piedi avvolti dalle scarpette che le aveva prestato Claudette.

𝙐𝙣 𝙙𝙞𝙢𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙥𝙧è𝙨-𝙢𝙞𝙙𝙞 | 𝙏. 𝘾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora