𝙋𝙚𝙪𝙩-ê𝙩𝙧𝙚, 𝙙𝙚𝙢𝙖𝙞𝙣

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𝙁𝙤𝙧𝙨𝙚, 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞

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𝙁𝙤𝙧𝙨𝙚, 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙞



Si era stesa prona sul materasso, ancora nuda e semicoperta da un lenzuolo leggero. Georges si sporse per poterle baciare la schiena. "È notte, e non abbiamo ancora cenato" spiegò, svegliandola da un bellissimo sogno. "Mmh..." brontolò lei, sollevando la testa dal cuscino per poterlo guardare "...non ne abbiamo avuto il tempo".

"Infatti non mi sto lamentando" sogghignò lui baciandola di nuovo. "È stata la cosa più eccitante e bella che io abbia fatto in tutta la mia vita, e non mi riferisco al quadro". Celine ammiccò con il capo, sentendosi avvampare. "Anche per me è stato lo stesso. È come se fossi stata vergine fino a stamattina. Dopo di te mi sono sentita completa. Mi sono messa a nudo, letteralmente, e tu hai reso l'esperienza degna di essere vissuta". Georges sorrise e si stese su di lei dopo averla fatta girare sulla schiena per guardarla negli occhi, continuando a baciarla per minuti. Celine fece schioccare le loro labbra, e dopo se le inumidì. "Non dovevamo cenare?".

"Forse è un po' troppo tardi. Potremmo continuare a fare quello che stavamo facendo". Celine sembrò tentata ma lo allontanò, afferrando il lenzuolo per potersi coprire il seno. "Troppo tardi. Mi è venuto un certo languorino, adesso". Era notte fonda, e dalla finestra si poté udire il riverbero degli abituali rumori della città.

Clacson, macchine che sfrecciavano, risate di giovani ragazzi che entravano e uscivano dai locali per poter fare le ore piccole tra le strade affollate. "Oggi ho conosciuto la tua vicina..." iniziò a dire Georges dopo una forchettata ai maccheroni al formaggio "...Sarah!". "Mh" lei ingoiò la pasta per poter rispondere. "E che ne pensi?".

"È stata gentile. Mi ha parlato di suo fratello. Mi è sembrata provarci con me" Celine soffocò una risata. "Non l'ho mai vista con un ragazzo. Forse dovevi arrivare tu per farle cambiare gusti in fatto di partner". Georges serrò le sopracciglia, perplesso e domandandole che cosa intendesse dire. "Credo le piacciano le donne ma non ne sono certa".

"Sul serio? Con te ci ha mai provato?" lei scosse il capo. "Però l'ho vista indugiare con gli occhi su di me, quando prendo il sole sul terrazzo in estate". "Riguardo a questo, non posso biasimarla" scherzò lui e Celine gli prese la mano sul tavolo. "Domani mattina, anzi oggi, sono libera. Cosa ti andrebbe di fare?".

"Possiamo uscire di casa?".

"Certo!" rispose lei mostrando un vivo entusiasmo. "Non ti sto tenendo prigioniero. Cosa vuoi fare oggi?". Georges sembrò rifletterci su. Terminò il suo piatto di maccheroni prima di elencarle le sue idee. Voleva visitare la città, vedere il suo mondo e conoscere l'arte del ventunesimo secolo. Celine pensò che forse avrebbero potuto farlo. Non avrebbero infranto nessuna regola. Forse lei l'aveva infranta, mostrandosi nuda e facendosi dipingere. Non aveva ancora controllato il libro e non volle farlo. Celine era ancora nel sogno, e voleva restarci quanto più tempo possibile. Non voleva rovinare il momento con Georges per il suo essere così rispettosa verso la vita degli altri. Per una volta decise di essere felice, per quanto le risultò difficile non pensare alle conseguenze.

𝙐𝙣 𝙙𝙞𝙢𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙥𝙧è𝙨-𝙢𝙞𝙙𝙞 | 𝙏. 𝘾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora