𝙐𝙣 𝙣𝙤𝙪𝙫𝙚𝙖𝙪 𝙫𝙤𝙮𝙖𝙜𝙚

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𝙐𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤

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𝙐𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙫𝙞𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤



Georges aveva senz'altro ragione, ma non poteva dirglielo. Avrebbe fomentato il suo egoismo. La voleva lì, a Parigi con lui, a vivere una strana e agiata vita insieme. Forse si era dimenticato delle circostanze che l'avevano portata proprio lì, a conoscerlo nel pieno della sua giovinezza, in procinto di realizzare le sue opere più importanti. Bagnanti ad Asnieres era pronta, e da quel momento sarebbe stato tutto in discesa per lui. Celine si ridestò dal suo sonno quando il sole stava per fare capolino oltre l'orizzonte. "Dobbiamo andare. È quasi il crepuscolo" sibilò Claudette richiamandola con un tono di voce dolce. Mettendosi a sedere, Celine cercò Georges con gli occhi ma sembrò aver lasciato il fiume da molto tempo.

"È andato via da poco" Claudette rispose al suo sguardo preoccupato, porgendole la mano per poterla tirare su. "Non lo stavo cercando. È definitivamente finita, qualsiasi cosa ci sia mai stata tra di noi". Durante il viaggio di ritorno, calò un certo silenzio nella piccola carrozza che li condusse a Montrouge. Claudette esaminò Celine, provando a dirle qualcosa di sensato che la facesse rinsavire o che le facesse cambiare idea su Georges però non ci riuscì. Tutte le parole le morirono in gola, e la presenza del marito e dei figli sembrò annullare le sue speranze. Avrebbe potuto esprimere con lo sguardo tutta la riconoscenza e l'affetto che provava nei suoi confronti, se solo si fosse voltata a guardarla. Celine sembrò persa nei suoi pensieri, avvolta da un certo alone di mistero che la accompagnò fin sotto casa. Ferdi ristette e i cavalli ripresero a nitrire. Entrarono rapidamente nella villa, liberandosi delle giacche che lasciarono nel vestibolo. Marie confermò che la cena era già pronta. "Io non ho molta fame. Salirò in camera" replicò Celine stringendosi nelle spalle. "Nemmeno a pranzo hai mangiato un granché".

"Voglio finire il libro entro stasera. Perdonatemi" si congedò con un mezzo inchino e subito si affrettò a salire le scale per poter preparare tutte le sue cose. Stava pensando di andarsene il giorno seguente e non volle farne parola con nessuno, ma il buon senso e la sua cortesia prevalsero. Non poteva lasciare tutto così, senza il giusto ringraziamento verso la famiglia che l'aveva accolta quando era ancora tutta sola e disorientata tra le strade di Parigi. Aspettò dietro la porta che Francois andasse a letto per poter chiamare Claudette nella sua stanza. Volle parlarle da sola, visto che si era dimostrata una buona amica. "Marie ha preparato un ottimo dolce. Te ne abbiamo lasciato un pezzo, se volessi cenare con quello".

"Non ho fame, Claudette. Volevo parlarti di una questione piuttosto importante". Lei restò in piedi, in attesa che Celine le parlasse a cuore aperto. Non sapeva se fare il giro largo o se andare dritto al punto, per confermarle che sarebbe finalmente andata via. Il dolore sarebbe stato inferiore se il cerotto fosse stato strappato all'improvviso, perciò confessò le sue intenzioni senza peli sulla lingua. Claudette sgranò ripetutamente gli occhi prima di riuscire ad emettere un sibilo. "Iniziavo a sperare che rimanessi qui con noi. C'è sempre posto per te. Questa casa è un mausoleo e non..." Claudette si commosse, portandosi la mano sulla bocca. "...non posso pensare di perderti adesso che io...". Celine avvertì un dolore al petto, come se stesse salutando la sua più grande amica, o la sorella che non aveva mai avuto. "Sono incinta, Celine". Lei strabuzzò gli occhi, dicendosi contenta per la notizia. "Francois ancora non lo sa. Gerard è ancora così piccolo, e presto saremo in minoranza io e mio marito. Questa famiglia si allarga sempre più, e mi dava anche un certo conforto sapere che tu ne facevi parte".

𝙐𝙣 𝙙𝙞𝙢𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙥𝙧è𝙨-𝙢𝙞𝙙𝙞 | 𝙏. 𝘾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora