Part 6

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Arriviamo in ospedale. "Codice rosso! Codice rosso!" caos. Mi lasciano ad aspettare in una sala d'attesa. La stanza é enorme, ci sono delle persone che mi fissano. Qualcuno mi fissa. Una signora si avvicina "Ha bisogno di qualcosa?", ha uno sguardo tenero, é una signora elegante, ben vestita. "Ho solo bisogno di uscire da qui con Nicole, mia cugina" La signore ancora più intenerita mi rivolge i suoi auguri e mi da un abbraccio distinto e distaccato.

il tempo passa, nessuno si fa vedere, vedo solo medici che corrono, vedo persone abbracciarsi, alcune sorridere per una qualche buona notizia, sono felice per loro. Ma la mia Nico dove sta? Cosa le stanno facendo?

impaziente vado a chiedere informazioni, vengo respinta e trattata con un'indifferenza crudele. A volte penso che non tutti possiedono un pezzo di cuore e qualche grammo di umiltà, non tutti. Capisco che bisogna svolgere il proprio lavoro, ma in casi estremi come questi ci vorrebbe solo un po di buon senso. Pazienza, resisto. Per quattro lunghe ore sto lì, a fare avanti e indietro per il corridoio infinito dell'ospedale, fino a che, finalmente, vengo chiamata da un dottore.

 "signorina venga, può vedere la paziente, ma sarà in terapia intensiva per altre tre ore, poi vedremo come reagirà il suo corpo''

"Dottore grazie, mi porti da lei"


Entro in quell'incubo. Stanza blu, un lettino, una sedia, una finestra e mille tubicini, infinite macchine, silenzio profondo, si sente ogni tanto un leggero "tic-tic". Ho il cuore impazzito, gli occhi pieni di lacrime, piene di dolore, ma speranza. Vorrei profondamente prenderla da quel letto, e portarmela al parco, a mangiare un gelato alla vaniglia, proprio come piace a lei. Vorrei vedere quei suoi occhi aprirsi e sorridermi. Vorrei che si svegliasse e mi dicesse "Dai scema, andiamo via da qui, voglio vivere, ancora"

ma niente. Silenzio. La mia tristezza ha il volume troppo alto in questo momento. Corre spegnere questa malinconia e riaccendere una vita. Ma devo solo aspettare, mille "vorrei" mi girano in testa, ma sono impotente di fronte a tale atrocità.


Le tengo la mano, delicatamente, non voglio fargli male. Si, lo so é in terapia, ma so che in qualche modo sente, forse gli arrivano le mie emozioni e allora inizio a parlarle. Le parlo del pou o del meno."Dai, sei forte, so che può sembrare paradossale, ma io ho bisogno di te".

Entrano dei medici che mi fanno uscire, riesco solo a darle un bacio e mezzo abbraccio.


Chiamo Elvin, che nel frattempo mi aveva chiamato parecchie volte, senza ricevere risposta.

"Elvin, sono in ospedale con Nico, sta tanto male, mi dispiace non averti risposto,spero capirai."

"Ti abbraccio forte Cri, proprio adesso sono fuori, spero di arrivare il più presto possibile".


Ricomincio il via vai nel corridoi, passano dei minuti e vengo chiamata.

"Signorina, mi dispiace ma medicalmente non c'è piu nulla da fare, la abbraccio col cuore, speriamo reagisca bene, saranno davvero poche se non nulla gli interventi medici possibili, sii forte."

"Dottore la prego, mi sia la possibilità di stare con lei, la prego"

Annuisce positivamente. Entro, lei é sveglia, ha però gli occhi chiusi, non voglio turbarla. Mi siedo silenziosamente vicino a lei, le prendo la mano e le dico solo che ci sono io con lei. Mi sorride tenendo gli occhi chiusi e muove la mano.


La stanza é ancora presa da quel silenzio inquietante, solo il tic-tic interrompe le onde della stanza. Sto piangendo, ma silenziosamente, sto piangendo col cuore e non con le lacrime, ed é ancora peggio.


Scuote la mano, apre gli occhi, oddio meraviglioso, penso io. Mi guarda. "Ti voglio bene, sei la persona più importante della mia vita" so che vuole dirmi qualcosa, ma non riesce. Allora le propongo di farmi un sorriso se la risposta é si e di far niente, se fosse il contrario. Le chiedo " stai un po meglio?", non muove nessuna parte del viso, caspita. "Sii forte, io sono qui per te, e usciremo assieme." Lei mi sorride, le scende una lacrime e riesce a dirmi "Grazie" "non ringraziarmi, é un dovere, avresti fatto lo stesso", sorride ancora, mi stringe la mano, con quelle poche forze che le rimangono. Chiude gli occhi. Sento un "tiiiiiiiiic-tiiiiiic" suona l allarme, arrivano i medici.


Nicole. . . Adesso é il mio bellissimo angelo.

Crollo disperatamente a terra. Sono in mille pezzi. Non riesco ad alzarmi mi chiamano i medici, ma cosa vogliono? Non mi permettono di vederla. Sono da sola. Le lacrime me perforano il viso, arrivano all anima. Tracciano cicatrici profonde. Che posso fare adesso?

Cosi Fragile...da essere ForteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora