PB
È passato diverso tempo da quando ho iniziato a fissare il soffitto mentre la musica riempie i vuoti, anche quelli del cuore, anche quelli che diversamente non saprei colmare.
Questa volta non me ne starò a guardare.
Non aspetterò che si distrugga con le sue stesse mani e non darò modo a me stesso di essere travolto da tutto ciò che ne deriverebbe.Mi alzo lentamente dal letto, indosso un jeans, una t-shirt e un paio di sneaker prima di prendere il cellulare.
Nessuna chiamata, nessun messaggio.
Sospiro facendo partire una telefonata e perdo quasi un battito quando mi risponde dopo pochi squilli.Igna"che vuoi? "
Io" torna a casa, ne parliamo con calma...
Igna"sono lontano, non so quando torno" mi dice
Io"ti raggiungo"
Igna"smettila, ci vediamo in serata ok? "
Io"no, non è ok, Ignazio! Si può sapere dove minchia sei? "
Igna" riviera romagnola...ho bisogno del mare e...
Io''dove di preciso? "
Igna" non disturbart...
Io"mandami questa cazzo di posizione "
Igna" smettila di fare l'autoritario di 'sta minchia, ok? Non lo capisci che...
Io"ne parliamo di persona, faccia a faccia...
Igna"vuoi vincere sempre tu...
Io"no, ti sbagli"
Igna"su di te non mi sbaglio facilmente " lo sento dire prima che possa chiudere la telefonata.
Sbuffo e starei per gettare il cellulare sul letto quando avverto una notifica.
Mi ha mandato la posizione e, anche se non ha aggiunto altro, mi ha a suo modo dimostrato di aver bisogno di me, è un'ennesima richiesta di aiuto.
Ci metto poco a prendere l'auto e a guidare fino al posto indicato.
E lo vedo lì, intento a camminare sulla sabbia, con le scarpe tra le mani, i capelli scompigliati dal vento e il cuore spettinato da emozioni, dalle parole marcite in un angolino buio, avvelenate dai pensieri, dai sogni in fumo, dal passato che mette spalle al muro. Un passato tagliente è il suo, forse anche il mio, sicuramente anche il mio, più tagliente di quella lama che è affondata nel mio fianco e che gli ha sfiorato più volte la pelle lasciandovi cicatrici visibili in controluce.
Ed è così che lo vedo, in controluce, illuminato di speranze, adombrato dalle paure.
Mi avvicino a lui lentamente, lo affianco e resto in silenzio per lunghi minuti.
A osservare i granelli di sabbia che pian piano hanno riempito le scarpe rendendo ogni passo pesante, ma magari i pensieri si potessero far finire nelle scarpe, come quei granelli, magari fosse possibile liberarsene limitandosi a sfilarle e a capovolgerle.
Invece no, i pensieri, maledetti, restano incollati sul petto e se provi a staccarli rischi di strappare anche l'anima.Mi fermo togliendo le scarpe, sentendo il suo sguardo addosso, temendo di essere incapace di guardarlo o, peggio, di capirlo.
Igna<<anche questa volta Barone è corso da Boschetto...
Io<<guarda risparmiati le cazzate>> ribatto
Igna<<ma guarda che sei tu che stai facendo drammi per una cazzata...
Io<<le medicine non sono una minchiata, Ignazio! Ne va della tua salute>>
Igna<<sai quanto cazzo me ne frega della mia salute>> mi dice sedendosi sbuffando con le gambe piegate contro il petto.
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Seconda pelle _ P.G.
FanfictionPiero e Gianluca: amici da una vita, due prospettive sul mondo e su se stessi, due modi differenti di vivere le relazioni, due amori da proteggere e da render invincibili nonostante le paure, le incomprensioni, i turbamenti. Un sogno: cantare insiem...