Still | Seynabo Sey

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I've been thinking, about tomorrow

Instead of drowning in the pastOh we had good times even back whenDreams were all we had to last  


Le sue labbra non si staccarono da lei quando iniziò a muoversi, le dita non erano in grado di fermarsi. Kat allacciò le gambe ai suoi fianchi mentre adottavano un ritmo lento. Will intrecciò le dita alle sue. Non riuscivano a pensare ad altro che a loro due, insieme, uniti nel corpo e nella mente, soli. Desiderosi. Percepivano il desiderio reciproco e non c'era bisogno di mentire in quel momento, né raccontare scuse.

C'erano loro. Ed erano bellissimi.

Loro erano bellissimi.

Will aumentò il ritmo, seguendo i gemiti di Kat, trascinandoli all'altro sul baratro del piacere più e più volte. Avrebbe voluto prolungare quel momento per tutta la vita. Sentiva di appartenerle, di essere stato creato per incastrarsi con lei.

Kat sentiva la tensione raggrupparsi nel basso ventre. Si sentiva riempita. Dopo altre spinte frenetiche il mondo esplose in un milione di frammenti colorati, una sensazione che non aveva mai provato si fece strada nel corpo di Kat. E inevitabilmente sorrise.

Will venne subito dopo di lei.

Le sfiorò il naso col suo e le baciò la fronte. Si sdraiò supino per accoglierla tra le braccia e si addormentarono.

Il sole stava sorgendo e il cielo illuminava i loro profili dorati, colpendo Kat in viso, costringendola ad aprire gli occhi; le ciglia lunghe di Will proiettavano ombre sui suoi zigomi pronunciati, le labbra schiuse e leggermente arrossate peri baci di quella notte. Era così bello...

«Mi stai fissando» la sua voce arrochita dal sonno la sorprese. Non riuscì a trattenere un sorriso.

«Non è vero.»

Lui spalancò gli occhi e la colse in flagrante.

«Bugiarda.»

«Ben svegliato.»

«Ho dormito tanto?» domandò, stropicciandosi la faccia. Kat scosse la testa «Non lo so, non sono sveglia da tanto. Sta sorgendo il sole.»

Will richiuse gli occhi e si sistemò nell'incavo del collo di lei, annusando il suo profumo.

«Non addormentarti di nuovo...»

«Shh!» la zittì. Le depositò un soffice bacio sul collo e tornò a dormire.

«Avevi davvero pensato a questo?» lo interpellò nuovamente, ansiosa di sapere.

Will aprì gli occhi «A cosa?»

«A fare sesso. Con me.»

Fare sesso.

Non le era mai piaciuta quell'espressione, sembrava una connotazione negativa per qualcosa di così bello.

«Sì, dal primo momento.»

Lei non riusciva a crederci «Non abbiamo fatto altro che litigare per tutto il tempo!»

Lui sorrise sommessamente «Mi facevi diventare matto e mi piaceva da impazzire, te l'ho detto» le baciò il mento «Quando ti ho baciato la prima volta l'ho fatto perché mi sentivo responsabile del tuo dolore. E avevo bisogno di farlo perché...»

Si interruppe.

Doveva dirglielo?

Lei lo incalzò «Perché?»

Non glielo disse.

«Avevo paura che mi avresti respinto e non avrei potuto sopportarlo.»

Kat deglutì «Quindi poteva non succedere?»

La sola eventualità la spaventava a morte. Si sentiva tranquilla però, perché era accaduto.

E la prova era lì davanti a lei: quel ragazzo bello da mozzare il fiato, nudo al suo fianco, che la guardava come se fosse la stella più bella dell'universo.

«Non ti farò mai del male.»

Kat abbassò lo sguardo. Voleva disperatamente credergli. Voleva che lui l'amasse davvero «Mi sono sentita sbagliata, in colpa. Il mio cuore è andato in pezzi: ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, mi isolavo, ho smesso di mangiare... è stato terribile...»

«Starai meglio. Te lo prometto.»

Rimasero lì, ancora per quelle che sembrarono ore: il sole splendeva su di loro, rintanati nella loro piccola bolla.

«Forse dovremmo cercare aiuto...» suggerì Will appoggiandosi sui gomiti.

«Forse prima dovremmo vestirci!» rispose Kat ridendo. Si sistemarono al meglio non senza scambiarsi tenere effusioni, come incapaci di stare lontani.

Will pensò che doveva distrarla: se lei aveva perduto la fiducia nell'amore spettava a lui fargliela ritrovare.

***

Fermi sul bordo della strada attesero che qualche macchina passasse di lì per chiedere aiuto. Inutile. I cellulari non avevano ancora segnale e quello di Kat si spense a causa della batteria.

«Cosa facciamo?» domandò Kat. «Non è passato nessuno, potremmo davvero andare a piedi e chiedere aiuto» propose. Will osservò la ragazza e poi il pick up «Elliott mi ammazzerà.» Il rumore di gomme stridenti bloccò la sua proposta sul nascere. Non appena si fu fermata, Rachel si fiondò verso di loro zoppicando e abbracciò Kat come se le mancasse l'aria.

«State bene! Sia ringraziato il cielo!» guardò entrambi «Eravamo così preoccupati! Cos'è successo?» Parlava a macchinetta.

I due si guardarono non sapendo cosa rispondere. Alla fine fu Will a prendere la parola «Stiamo bene, la jeep si è fermata. Mi dispiace Elliott.»

Il ragazzo sopracitato li raggiunse alzando le spalle «Non preoccuparti, aveva già dei problemi. L'importante che stiate bene. Eravamo così in pensiero...»

Caleb annuì «Chiamo il carro attrezzi» disse «Dopo possiamo andare a mangiare qualcosa: avrete una fame da lupi!»

Rachel ignorò completamente la proposta «Quando non vi abbiamo visto tornare ci siamo preoccupati da morire. Abbiamo aspettato qualche ora ma poi abbiamo cercato aiuto in un rifugio qui vicino che conosceva Elliott e abbiamo chiamato i soccorsi. Solo che non avendo alcun mezzo con cui spostarci ci abbiamo messo molto di più...»

Kat non seppe spiegarsi perché non disse nulla a Rachel e cercò mettere distanza tra lei e Will il più possibile. Il ragazzo se ne accorse e le rivolse uno sguardo interrogativo. Non voleva che Rachel sapesse ciò che era successo: non avrebbe approvato e non sopportava l'idea di poter deludere l'amica.

Will insisteva con lo sguardo, cercando una reazione, un segno, che non arrivò. Ci stava male, era evidente.

Kat si sentiva preda di un attacco d'ansia, il cuore le batteva all'impazzata. Si sentiva dannatamente in colpa.

Cos'avrebbero pensato di lei tutti? E Rachel?


Nothing after MidnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora