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Dopo essersi fatto una lunga e rilassante doccia, Jimin decise di mantenere la promessa fatta qualche ora prima e di passare, quindi, da Mary per verificare se avesse o meno bisogno di aiuto.
Preoccupandosi poco del suo vestiario, uscì di casa vestito della sua maglia preferita, bianca con la scritta "Born This Way" stampata all'esterno di un semplice taschino all'altezza del cuore, e un semplice ma quanto comodo paio di jeans neri, diretto alla porta della sua vicina amante di piante.
Suonò il campanello, ma si rese conto ben presto che nessuno avrebbe risposto, essendo la dolce Mary intenta a cucinare ascoltando la radio a volume alto.
Si mise quindi a bussare direttamente sul vetro della finestra da cui si intravedeva la cucina, attirando così l'attenzione della proprietaria di casa.

Una volta datogli il permesso di entrare, si cimentarono in discorsi molto leggeri e divertenti, rendendosi conto purtroppo che l'ora di cena si stava avvicinando e loro si erano prevalentemente persi in chiacchiere.
Decisero quindi di tirare le cosiddette somme di ciò che mancava da fare, quando Mary si rese conto della totale assenza in casa di un ingrediente a detta sua fondamentale.
Jimin fece mente locale di ciò che era presente nel suo scarno frigo e si rese tristemente conto che neanche lui ne era in possesso, proponendosi così di andare in breve tempo al supermercato più vicino per reperire ciò che mancava all'appello.
Mary acconsentì, a patto che suo nipote, di cui non aveva mai fatto cenni, andasse con lui ad aiutarlo.
Poco convinto, Jimin si recò in casa sua per recuperare i propri documenti e le chiavi della macchina, da lui soprannominata "il macinino", quando all'improvviso senti il campanello suonare.
Si avvicinò quindi tranquillo alla porta per aprirla, convinto fosse Mary che volesse di nuovo insistere per lasciargli i soldi per il supermercato, quando la realtà fu ben diversa.
Davanti a lui c'era un ragazzo, più o meno della sua età, molto più alto di lui, fisicamente non trascurabile e di una bellezza quasi disarmante.
<Ciao, tu devi essere Jimin, giusto? La nonna mi ha chiesto, quasi obbligato in realtà, di accompagnarti al supermercato.
Ma, visto che le piace schiavizzarmi, mi ha dato una lista della spesa infinita.
È un problema se andiamo con la mia macchina? Fortunatamente ha molto spazio, quindi dovrebbe essere soddisfatta di quello che riusciremo a prendere. O almeno lo spero!>
Jimin ad udire la voce dello sconosciuto, sentì i brividi lungo la colonna vertebrale e ci mise qualche secondo per rendersi conto di quello che il ragazzo gli avesse detto.
<Certo, nessun problema> rispose quasi senza fiato
Si rese conto di un dettaglio, però. Non sapeva il suo nome.
<Non vorrei sembrarti invadente, ma potrei sapere il tuo nome?> Chiese arrossendo più del dovuto.
<Che maleducato, io sono Jungkook> rispose sorridendo mentre si avvicinava alla sua vettura, non rendendosi conto di quanto Jimin fosse sognante.
Riprendendosi quasi all'istante, Jimin rispose con un semplice "è un piacere", salendo poi dal lato passeggero.

Si recarono quindi al supermercato, in cui parlarono ben poco in realtà, essendosi precedentemente suddivisi la lista per ottimizzare i tempi.
Il momento più imbarazzante fu il viaggio di ritorno, in cui calarono silenzi pesanti, riempiti ogni tanto da qualche micro conversazione di cortesia, tra cui la provenienza di Jimin, se fosse sua la macchina in cortile e quale fosse il suo lavoro.
Il ragazzo scoprì però, che Jungkook era di poche parole, riuscendo lo stesso a ricavare qualche informazione nei suoi confronti: abitava nel paese vicino con il suo migliore amico, lavorava in una palestra come istruttore di box (ecco spiegato il suo fisico) e teneva alla sua macchina più di qualunque altra cosa.
Scoprì anche che la dolce vecchietta aveva architettato per quella cena di fargli fare amicizia con suo nipote e il migliore amico di quest'ultimo, ma che si sarebbe presentato per impegni di lavoro solo dopo cena promettendo di portare il dolce.

La serata, una volta finito di preparare la cena, passò tranquilla.
Infatti Jungkook parlò poco, preferendo ascoltare le interazioni tra la nonna e il suo nuovo vicino, curioso di scoprire di più su di lui, senza però interferire con il clima di tranquillità che si era andato a creare.

Notando ormai l'ora tarda e la totale assenza del migliore amico di Jungkook, Jimin decise di ritirarsi e Jungkook decise di accompagnarlo fino alla porta di casa, non aspettandosi però l'improvvisa apparizione di un ragazzo a Jimin sconosciuto.

So che i primi capitoli sono molto lenti e non accade nulla, ma d'ora in poi le cose si scalderanno.
Quindi volevo lasciare un po' di pace, prima di scatenare l'inferno.

Alla prossima!

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