[5] La luna stasera

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Anche quella sera i due ragazzi erano stremati, eppure terribilmente felici.

Stavano trascorrendo quelle giornate insieme, minuto per minuto, e si stavano divertendo un mondo.

Langa era felice di avere nuovamente bei ricordi legati al Canada e Reki stava sperimentando nuovi sport senza la pressione che da un po' di tempo sentiva con lo skate.

"È permesso?" Chiese il rosso senza bussare, aveva le mani occupate da una grande ciotola ripiena di cibo.

"È aperta" gli rispose Langa già nella stanza.
Reki spinse la porta con il piede e si fece strada, fermandosi davanti all'azzurro.

"Toh, l'ho fatto per te?"
Langa lo guardò sorpreso e cominciò ad annusare.
"Katsudon!" urlò.

Reki annuí.
"Lo so che ti piace tanto ma qui in Canada non lo fanno, cosí mi sono fatta dare gli ingredienti dalla proprietaria e-"

Il ragazzo fu interrotto da un abbraccio improvviso.
"Langa attento! Farai cadere tutto!"
Ma l'altro sorrideva e stringeva il compagno a sé.

"Grazie grazie! Come farei senza il mio piccolo Reki"
Di colpo le guance del minore si colorarono di un rosso acceso.

Spalancò la bocca e si riprese solo per non far cadere la ciotola e poggiarla sulla scrivania.

"Il mio piccolo Reki" aveva detto, il suo cuore batteva a mille e ormai non sapeva più come gestirlo.

"Spero ti piaccia" disse a bassa voce, lasciando il compagno mangiare e dirigendosi verso il balcone.

L'azzurro si lasciava scappare qualche cenno di apprezzamento di tanto in tanto, amava quel piatto, per il suo sapore, ma anche perché glielo aveva preparato Reki.

Appena ebbe finito tutto si diresse verso il balcone per ringraziarlo.
"Che fai qui fuori da tutto questo tempo? Fa freddissimo, almeno metti un cappotto"

Il rosso ridacchiò "sei preoccupato per me Langa?"
"Mi pare ovvio, perché non dovrei"

Il ragazzo era serio, non c'era alcun cenno di riso sul suo volgo.

Reki distolse lo sguardo, mordendosi le labbra nervosamente.

Osservò la luna in tutte le sue sfaccettature. Quella sera brillava più delle altre volte, i suoi fievoli raggi creavano un'aurea opaca intorno al satellite.

Per un attimo, solo per un attimo  Reki abbandonò tutta la sua timidezza, dando voce ai propri pensieri.

"La luna, è veramente bella stasera, non trovi?"

Di colpo si tappò la bocca, rendendosi conto dell'errore madornale che aveva commesso.

Quella domanda nella tradizione giapponese stava a significare solo una cosa: era una dichiarazione d'amore.

Non che Reki non intendesse realmente quello, ormai lo sapeva, lo aveva ammesso a se stesso che quello che provava per Langa non era più semplice amicizia, ma puro amore.

Non si era mai trovato così bene con nessuno, erano così diversi eppure così affini l'uno all'altro, come le due facce della luna appunto, si completavano a vicenda.

Prese un bel respiro, cercando di rassicurarsi.
Langa era canadese, non avrebbe mai conosciuto il significato reale di quelle parole, o per lo meno così pensava.

Non sapeva che prima di partire Joe gli aveva fatto un'intera lezione sui possibili modi in cui avrebbe potuto dichiararsi a Reki.

Joe era stato il primo a cui Langa lo aveva detto, e non per sua volontà.

Aveva notato come l'uomo dai capelli verdi osservasse Cherry con un'aria incantata, così, nella più completa innocenza, si era avvicinato a lui e gli aveva chiesto "come ti sei dichiarato a Cherry?"

L'uomo era avvampato, ma non aveva perso il suo charme.
"Perché? Cerchi dei modi per dichiararti a Reki?"

Langa non rimase troppo sorpreso dal fatto che lo avesse capito, gli si leggeva in faccia, forse l'unico che non se ne era accorto era proprio il diretto interessato.

Reki puntò lo sguardo su Langa, attendendo una risposta semplice come "si, bella la luna" o ancora "è come tutte le altre volte", ma ciò che vide lo spiazzò.

Langa aveva gli occhi spalancati, lo sguardo fisso su di lui e il viso completamente rosso.
Lo aveva capito.

Reki si tradí a sua volta, indietreggiando con le guance rosse di vergogna e gli occhi lucidi, avrebbe potuto fingere di aver fatto realmente quella domanda per pura curiosità, senza doppi significati, ma la sua reazione così spontanea non lasciava dubbi.

"Scusami..non-" non riuscì a terminare la frase che una lacrima gli rigò il viso, si vergognava terribilmente.

Aveva una paura fottuta di aver rovinato il rapporto con quello che era stato l'unico suo vero migliore amico.

Langa provò ad afferrarlo per il braccio prima che corresse via, ma Reki si divincolò dalla presa, non lasciando all'altro possibilità di rispondere.

Corse via dalla stanza, lasciando la porta aperta, per cercare il primo rifugio possibile per fare chiarezza nella sua testa e realizzare ciò che aveva fatto.

Non era pronto alle conseguenze, e il senso di colpa gli stava lentamente divorando lo stomaco.

Non avrebbe retto un possibile rifiuto del maggiore, già se lo immaginava con un sorriso triste sul volto mente gli diceva "ti voglio bene, ma sei solo un mio amico".
No, non lo avrebbe mai sopportato.

Uscì fuori dalla baita, chiudendosi nella capanna di legno accanto, dove erano soliti posare scii e attrezzi vari.
Si accovacciò a terra con la testa fra le gambe.

"Che figuraccia" ripeté a se stesso.

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ꜱɴᴏᴡ ᴛʜᴇ ɪɴꜰɪɴɪᴛʏ// ʀᴇɴɢᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora