CAPITOLO 1 - Corsa

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Mi sento svuotata. La mia mente è leggera. È come se fossi finita nel limbo della mia mente. Tutto è così insignificante.

Mi strofino gli occhi arrossati. Sono ancora umidi. Mi alzo ed esco dalla tenda.

Dopo che Rick se ne è andato, io e Ethan siamo ripartiti. Io guido la Jeep, mentre Ethan la sua moto.

Adesso è quasi mezzanotte. Probabilmente non ci fermeremo fino a domani sera.

Mi sembra sempre di sentire ululati in lontananza. Forse è anche così. Ogni volta che succede, premo istintivamente sull'acceleratore. Non voglio riincontrarli. Non voglio che qualcun altro si faccia male a causa mia.

Accendo la radio. La musica mi fa sentire viva. Questa non la conosco. Non conosco gran parte della musica. Quando abitavo ancora con i miei, ne ascoltavo poca. Solo qualche canzone. Adesso che sono lontana da casa, mi pare di aver scoperto un mondo che prima non conoscevo.

Mi pare di sentire qualcosa. Spengo immediatamente la musica.

Questa volta non è un impressione. Sento davvero un lupo ululare.

Stringo le mani sul volante. Ho imparato oggi a guidare, e non sono ancora molto brava. Ora che mi tremano le mani, la macchina sbanda.

Un altro ululato, questa volta più vicino.

Anche Ethan lo deve aver sentito questa volta.

Da quando mi sono trasformata per la prima volta in lupo, i miei sensi si sono affinati. Ora sento tutto meglio, vedo meglio. Anche più di Ethan.

Lui suona il clacson due volte. È il segnale che ci siamo dati per dirci "vai a tutta birra!".

Io rispondo e acceleriamo.

La strada ha un limite di 100 km/h, e noi l'abbiamo superato largamente. Ora siamo entrambi sui 150.

L'ululato si ripete. Questa volta, è dietro di noi. Il lupo sta cercando una scorciatoia. E l'ha trovata.

Sul mio navigatore si vede che la strada adesso curverà molto verso nord per aggirare una riserva. Entro venti minuti circa saremo raggiunti.

Vedo la curva. Nonostante sia notte ed entrambi teniamo i fari spenti, ci vedo come se fosse giorno.

Ma Ethan non rallenta. Esce dalla strada ad una velocità impressionante ed entra nel bosco. Lo seguo.

Il terreno è dissestato e sassoso, ma la macchina regge bene. Invece Ethan continua a sobbalzare. Vedo i suoi muscoli tesi nel tentativo di controllare la moto.

Alla fine si ferma.

Scende velocemente dalla moto e la porta fino alla jeep.

La solleva e la lega al tetto. Poi rientra in macchina, sbattendo la portiera.

- Vai!

Io premo sull'acceleratore e la macchina fa un salto in avanti.

Il navigatore mi segna i sentieri nella riserva. Ce ne è uno che prosegue per un buon tratto verso est. Accelero ancora.

Un altro ululato mi raggiunge e mi fa salire l'adrenalina.

Sento ancora il richiamo della luna piena, e per un attimo temo di trasformarmi.

Scuoto la testa e la mia mente si libera. Devo solo arrivare al sentiero.

Improvvisamente, da dietro un cespuglio innevato, spunta un fiume che non era segnato sul navigatore.

Ci impantaniamo nel fango e cominciamo a schizzarne ovunque.

- Merda! Come abbiamo fatto a non sentirlo!- urlo in preda al panico.

Sterzo, indietreggio e, finalmente, usciamo dal pantano.

Riprendiamo la corsa. Gli ululati si fanno sempre più deboli. Lo stiamo seminando!

Quando finalmente raggiungiamo il sentiero, lascio un respiro si sollievo e mi poggio allo schienale.

Sento odore di tensione nella macchina. Apro il finestrino e faccio entrare un po' di aria fresca. Respiro. L'aria ha un buon odore di foresta, pini e cespugli. Poi ci sono gli odori degli altri animali. Sento l'odore degli uccellini che riposano sugli alberi, l'odore di una volpe, la cui tana non è troppo lontana. Sento l'odore di un orso, che, sentendo il rumore dell'auto, si è risvegliato e si rigira nella sua tana per ritrovare la posizione più comoda per dormire.

Ethan mi guarda. Poi mi sorride.

- Bé, per essere una pilota novella, te la sei cavata molto bene.

Sorrido e annuisco.

- Forse. Ma non ci saremmo dovuti impantanare in quella pozza. Perché non l'abbiamo annusata?

- Può darsi che fossimo entrambi troppo concentrati sulla guida e sugli ululati. Entrambi ci siamo concentrati sull'udito e sulla vista, ma non sull'olfatto.

- Questa è una spiegazione logica.

Tendo le orecchie ancora una volta, ma non sento niente.

Continuiamo a sfrecciare sul sentiero per molti chilometri. Ma, appena la strada finisce, siamo costretti a continuare il viaggio nella foresta. Adesso che è mattina, non ci dobbiamo concentrare troppo sulla vista. Ma un lato negativo c'è. Adesso girano per il bosco centinaia di umani.

Dobbiamo fare attenzione a non essere visti.

La macchina continua a scivolare sulla neve semi gelata, ma mantiene la direzione abbastanza precisamente.

Il navigatore continua a ripetere "Fori percorso. Ricalcolo percorso.".

Alla fine Ethan scatta in avanti e toglie l'audio a quel coso.

- Grazie. Le mie orecchie non avrebbero retto ancora a lungo.

- A me non avrebbero retto i nervi.- risponde lui stizzito.

Fisso la strada per alcuni secondi.

- Chi era che ci stava inseguendo.- chiedo poi, non riuscendo a trattenere la curiosità.

- Non lo so.

Puzza di bugia. Il suo cuore è accelerato di pochissimo, ma è accelerato.

- Non mentirmi.

Fa un respiro e guarda fuori dal finestrino.

- Non sono sicuro...

Adesso sono proprio stufa! Se stiamo correndo un pericolo, perché non me lo vuole dire?

Inchiodo con la macchina, e per poco non vola fuori dal parabrezza.

- Cosa fai!- mi urla, appena riprende fiato.

- Dovevi allacciarti la cintura.- rispondo io fissandolo negli occhi.

Lui scoppia a ridere.

- Siamo licantropi! Non ci servono le cinture di sicurezza, anzi, sono solo d'impaccio!- dice tra una risata e l'altra.

Ma vedendo che non riparto, smette di ridere e si mette le cintura.

- Contenta? Ora potremmo ripartire? Sai, c'è un licantropo che ci segue.

- Io non mi muovo da qui fino a che non mi dirai quello che sai.

- Potrei staccarti a forza dal volante e legarti dietro se volessi.

Sostengo il suo sguardo.

- Anche io.

Mi afferra per la vita e mi solleva, ma io lo graffio sul braccio.

Istintivamente si ritrae.

- Scusa...è che...- non capisco perché lo abbia graffiato.

Il graffio sparisce lentamente.

- Non è niente.- dice, nascondendo gli occhi con la mano, facendo finta di grattarsi il sopracciglio.

Fa sempre così quando è sorpreso o scocciato.

Io faccio un respiro e riparto, facendo attenzione ai rami atterra.


The Omega - RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora