CAPITOLO 6 - Il patto

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Corriamo fino a che non raggiungiamo la jeep. Qui ci sentiamo al sicuro. Non ci possono trovare, siamo troppo lontani, e, in ogni caso, non ci possono sparare, dato che siamo in città.

Faccio un passo verso la macchina per entrare. Sono stanca morta e non vedo l'ora di riposare.

- Kayla?- mi chiama Ethan.

- Hm.

- Non credo che le manette vadano di moda. Dovresti togliertele.

Mi guardo i polsi. In effetti ho ancora le manette.

Prendo una delle morse e la tiro con forza, fino a che non si rompe il meccanismo. Rompo anche la seconda.

Poi entro in macchina e mi tuffo sui sedili posteriori.

Sento sbattere la porta dietro di me.

E poi si chiude.

Io salto per aria, nuovamente sveglia.

Erin è saltata addosso ad Ethan e gli sta cercando di addentare il collo.

Io mi getto sulla portiera e la apro dall'interno.

Poi afferro Erin per i fianchi e la scaravento lontana di Ethan.

Si rialzano. Ethan è pieno di graffi e morsi sulle braccia. Erin ha solo qualche graffio in viso. Evidentemente lo ha attaccato alle spalle.

Erin ringhia e mostra le zanne quando si rialza.

- Basta!- esclamo imperativa, mettendomi in mezzo a loro.

Erin si blocca stupita.

- Non serve a niente litigare! Siamo ancora in pericolo, abbiamo bisogno di stare insieme!- esclamo, cercando di sembrare sicura.

- Ha cominciato lei!- sibila Ethan, guardandola male.

Lei ringhia e fa un passo avanti.

- Ethan, non fare il bambino. Erin, pensaci. Dopo averlo ucciso cosa avresti intenzione di fare? Sicuramente i Cacciatori sentirebbero uno scontro tra due licantropi. Ti raggiungerebbero subito e saresti morta.

Erin smette di ringhiare improvvisamente.

- D'accordo. Quale sarebbe la tua proposta?

- La mia proposta sarebbe quella di aiutarci a vicenda fino a che non siamo fuori pericolo. Poi, ciascuno prenderà la sua strada, cercando di evitare scontri tra di noi. In fondo ti abbiamo appena salvata.

Rimane zitta per un po'. Poi annuisce.

- Ok. - dice, tendendo la mano.

Io mi avvicino e gliela stringo.

Per un secondo sul suo volto contratto compare un lampo di serenità.

- Tutti in macchina. Cerchiamo di muoverci.- esclama Ethan, sbrigativo.

Saliamo in macchina. Io ed Ethan stiamo davanti. Erin invece si siede dietro.

La macchina parte con un salto. Ethan fa inversione e ritorniamo sulla strada. Il mio stomaco borbotta mentre guardo il bar dove abbiamo rubato gli Hamburger. Mi viene fame solo a pensarci.

- Qualcuno a fame.- dice Ethan guardandomi.

- Lascia perdere. Ora ho più sonno che fame.- borbotto, poggiando la testa al finestrino. Socchiudo gli occhi e rilasso tutti i muscoli. Fa quasi male. Tiro un lungo sospiro di sollievo.

Non mi addormento. Voglio rimanere vigile, nel caso ci siano problemi. Lasciare Ethan e Erin sarebbe come riempire di nitroglicerina una pignatta. Molto esplosivo.

La mia mente comincia a divagare. Se fossi a casa, a quest'ora starei dormendo. Credo. Alzo la testa e guardo l'orologio della macchina. Sono quasi le quattro di mattina. Guardo le montagne a est niente. A volte mi dimentico che è ancora inverno.

Non nevica da giorni e la neve ai lati della strada o è ghiacciata, oppure è nerastra, per i gas di scarico delle macchine.

- Quando saremo fuori pericolo?- chiede Erin.

- Quando usciremo da questa regione. Mancano ancora un paio di ore.- le rispondo.

Lei borbotta qualcosa, ma non le presto attenzione. Sono troppo stanca. Il paese dove ci hanno catturato ormai è quasi nascosto. La foresta ci circonda.

Superiamo un paio di case abbandonate, un autovelox e almeno tre aree di sosta per fare benzina. La macchina di Alex è una cosa incredibile! Non so quanti chilometri abbiamo fatto senza dover fare benzina. E siamo solo a metà del serbatoio!

- Ethan, ma tra quanto ci dobbiamo fermare per fare benzina?- chiedo, con una voce straordinariamente assonnata.

- Credo che riusciremo ad arrivare sino al confine. Poi dovremo trovare un benzinaio.

- E la tua moto non la usi più?

- Al momento siamo più comodi così. Quando saremo di nuovo solo noi due, credo che erediterai la macchina.

- Wow.- commento, poco esaltata. 

- Qualcosa non va?

- No, solo che sono stanca.

- Allora dormi.- dice, sorridendo.

- Volentieri.

Ritorno con la testa appoggiata al finestrino. Lentamente crollo nel sonno.

****

Quando mi sveglio ho gli occhi impastati. Qualcosa di fastidioso mi ronza nelle orecchie. Una sirena.

- Cosa hai combinato?- chiedo alzandomi di scatto dal sedile.

- Cosa?- chiede Ethan disorientato.

- Non lo senti? Le sirene!

Ethan mi guarda strano poi tende le orecchie.

- Cavolo!- esclama.

Controllo la velocità della macchina. 200 Km/h.

- Ethan, sei sopra la massima velocità permessa di cento chilometri!- scatto io.

- Cosa?- dice, controllando anche lui.

- Non ci dovrebbero essere problemi...basta che gli fai vedere la patente...- dice Erin, visibilmente scossa.

- Il problema è che non ho la patente!

- Cosa?

- Sai, non ho avuto molto tempo per prendere la patente! Avevo almeno tre branchi che mi volevano morto!

- Ok, calmi! Possiamo sempre sfuggirgli, non sanno dove stiamo andando, stanno semplicemente seguendo la strada, li possiamo seminare.

- E come? Loro hanno macchine molto più veloci di una jeep!- esclama Ethan.

- Sì, ma non possono andare fuori dalla carreggiata! Ethan, appena finisce il guard-rail, esci e continuiamo per il bosco.- dico, controllando la strada alle spalle. Le sirene sono sempre più vicine. Ed il rischio è che non ci siano solo poliziotti su quelle macchine, ma anche Cacciatori. Potrebbe benissimo essere.

Finalmente il guard-rail finisce e Ethan sterza a destra. Entriamo nella foresta. Faremo come abbiamo fatto per sfuggire a Erin, taglieremo attraverso il bosco.

Io mi rilasso sul sedile mentre la macchina sobbalza. Guardo l'orologio. Sono le sei, quasi le sette. Il sole ancora non si vede, ed il bosco è circondato da quella nebbiolina mattutina. Sotto le ruote sento la brina e il ghiaccio scricchiolare. Passiamo sotto un pino e, scuotendo un ramo, facciamo cadere un po' di neve sulla strada che ci siamo inventati. Percorriamo almeno mezzo bosco senza dire neanche una sillaba. La prima a parlare è Erin.

- Credete che li abbiamo seminati?- chiede, guardandosi preoccupata alle spalle.

- Credo di sì, non ci seguirebbero mai con quelle macchine in mezzo al bosco ghiacciato.- dice Ethan, controllando nello specchietto retrovisore.

Erin sbuffa e si butta sul sedile. Io provo a tendere le orecchie per sentire se stanno arrivando, ma non sento niente. Solo quel piccolo scricchiolio dei rami, appesantiti dalla neve.

The Omega - RevengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora