Arizona sedeva dietro la sua scrivania nel suo studio nel North Carolina.
Aveva studiato molto negli ultimi anni perché si era iscritta all'università di Pasadena laureandosi in psicologia.Molti pensavano che il suo passato non giovasse alla sua professione ed invece era il contrario, Arizona capiva i suoi pazienti meglio di chiunque altro e risolveva quasi tutti i problemi dei suoi pazienti, perlopiù adolescenti dai 12 ai 19 anni.
Arizona aveva 26 anni, aveva un buon lavoro e aveva ripreso i contatti con la sua famiglia, ora tutti la conoscevano come Arizona e non come Rebecca, la gratificava, era se stessa senza fare danni.
Aveva persino una bella casa e un cane, piano piano era riuscita a farsi un bel gruzzoletto di soldi e si era trasferita da Pasadena al North Carolina.
Era felice, ma a volte le mancava Louis e fantasticava su loro due immaginandosi sposati e felici, chissà che piega avrebbe preso la sua vita insieme a lui.
Il pomeriggio sarebbe partita per l'Inghilterra per passare il Natale con la sua famiglia.
Non vedeva l'ora di rivedere la sua famiglia, erano tanti anni che non passava il Natale con loro.
Prese così la sua giacca ed uscì dallo studio raggiungendo la casa a piedi, era vicino.
Quando entrò in casa, Sea l'accolse facendole le feste.Era un cane meticcio di medie dimensioni di circa 3 anni, aveva un pelo bello e morbido ed era adorabile.
Dopo aver dato a Sea la sua dose di coccole, preparò la valigia e le cose di Sea, sarebbe andata in Inghilterra con lei.
Una volta aver preparato tutto, Arizona si accorse di essere in ritardo perché fuori casa la aspettava già Marlene per accompagnarla all'aeroporto.
Marlene era una donna molto gentile con cui Arizona aveva legato molto, era più grande di lei, infatti aveva 32 anni.
Corse fuori casa e raggiunse l'auto posando la valigia nel bagagliaio e tenendo Sea in braccio.
"Ci siamo!" Entrò con l'affanno. Marlene rise un po' e poi fece partire l'auto.
In poco raggiunsero l'aeroporto e, dopo il check-in e un po' di tempo in attesa, Arizona salì sull'aereo e alle 22 inglesi, atterrò all'aeroporto di Londra.
Una volta preso il suo bagaglio, Arizona andò a casa in taxi.
Ma uno spettacolo le spezzò il cuore.Poco distante dall'aeroporto, un uomo che somigliava tanto a Louis stringeva la mano di una donna, bionda e alta, e con le mani libere portavano insieme un passeggino.
Sarà il nipote, si disse Arizona, non credeva a ciò che vedeva.
Ma quell'uomo prese il bambino tra le braccia e somigliava tanto a lui...Decise così di attirare l'attenzione. Quello, in definitiva, era il suo uomo.
Finse di inciampare nel passeggino e, quando si alzò, fingendo di essere dispiaciutissima, Louis la guardò e sobbalzò."Arizona." Disse, con il volto avvolto dallo stupore.
"Louis." Lo salutò, fingendosi sorpresa. Era brava a fingere."Sei...diversa." Arizona si guardò. Aveva una gonna aderente e una camicia con una giacca nonostante facesse molto freddo, dei collant neri e delle scarpe col tacco.
"Sono cresciuta." Ridacchiò imbarazzata. La donna accanto a Louis finse di tossire.
"Oh, Arizona, lei è Ramona, mia moglie." Arizona, in quel preciso istante, si sentì cadere il mondo addosso, una valanga la travolse, distruggendola."Oh..." Deglutì. "Ciao, Ramona." Finse di sorriderle quando in realtà voleva strangolarla.
"Ciao Arizona, giusto?" La indicò e lei fece un cenno di assenso col capo."Be', io devo andare, è stato un piacere rivedere te Louis e conoscere te Ramona." E piano piano si allontanò da quella che fu la fine di ogni suo piano e di ogni suo sogno.
In definitiva, però, quella vita l'aveva scelta lei e sicuramente Ramona poteva dargli più di una ragazza con un passato da psicopatica.
Era felice, tutto sommato, felice perché l'amore della sua vita lo era, anche se lo era senza di lei.
The End.
Oddio, mi sento vuota haha, davvero ho adorato scrivere questa storia perché potevo inventare cose anche piuttosto illogiche.
Bene, siamo giunti alla fine di questa avventura ed io non so che dire, grazie, prima di tutto, grazie per i commenti, per i voti, per le visualizzazioni, per tutto insomma, un infinito grazie.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, c'ho messo l'anima a scriverla e spero che questa mia passione vi sia, come dire, arrivata.
Tutto ha un inizio ed una fine purtroppo.
Spero che continuiate a seguire le mie storie e spero che vi piacciano altrettanto.
Marie Antoinette avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Grazie mille di tutto.
-ClaviaButera
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Marie Antoinette❃lwt
FanfictionIn cui una ragazza rinchiusa in un centro psichiatrico è convinta di essere Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena. © ClaviaButera | 2015 Third story of the group "Teenager One Direction." hr; #39 in storie brevi [24/03/2015] #13 in storie brevi [02/04/2...