Capitolo 4 parte 3

303 22 9
                                    


Un attimo prima di raggiungermi, raccolse un legno e lo lanciò lontano per il cane.

"Togliti dai piedi, stupido bestione", disse ridendo. Proseguì verso di me, senza smettere di sorridere.

"Ciao, Zayn", mi salutò, dandomi un bacio. "Buongiorno", le risposi, sbalordito.

"Quando ho saputo che lo tenevi tu, ho pensato di venire a vedere se non ti fa troppo disperare."

"No, me la cavo, a parte oggi."

"Non te la prendere, io sono finita con il culo nella sabbia tante volte per corrergli dietro.. Obbedisce solo a Liam. D'altro canto, chi avrebbe voglio di andare contro mio fratello?"

Scoppiò a ridere e io non fui sicuro di aver capito tutto quello che aveva detto. "Liam è tuo fratello?"

"Oh, scusa, non mi sono neanche presentata: sono Eleanor, la sorellina di Liam."

"Piacere, allora. Beviamo qualcosa da te?"

Mi prese sotto braccio, fece dietrofront e mi trascinò in direzione del cottage. Quella ragazza non poteva essere la sorella di Liam, gli stessi genitori non potevano aver messo al mondo due figli tanto diversi. La sola cosa in comune tra loro era il colore degli occhi: color cioccolato. La feci entrare e lei si stravaccò subito sul divano, appoggiando i piedi sul tavolino.

"Vuoi un caffè, oppure un tè?"

"Visto che sei francese, avrai di sicuro una bottiglia di vino buono. E' l'ora dell'aperitivo."

Tempo cinque minuti e stavamo bevendo.

"Zayn, non posso credere che tu sia un eremita come mio fratello. Perché abiti qui? Il paesaggio è bello, certo, ma che razza d'idea ti è venuta?"

"E' un'esperienza come un'altra, stare da solo di fronte al mare. E tu, dove vivi?"

"Sopra un pub, a Dublino. Devi venirci."

"Chissà... magari una volta."

"Da quanto sei qui? Non lavori?"

"No, al momento no. E tu?"

"Sono in ferie per qualche giorno, ma lavoro al porto. Coordino gli spostamenti dei container, niente di appassionante, va bene giusto per pagare affitto e bollette."

Non smetteva mai di chiacchierare, una vera pettegola. Poi, come se fosse stata punta da una vespa, si alzò di scatto.

"Ti lascio, Abby e Jack mi aspettano."

Era già oltre la soglia.

"Aspetta, hai dimenticato le sigarette."

"Tienile, è roba di contrabbando, ho fatto un patto con gli scaricatori", mi rispose, facendomi l'occhiolino.

"Non vorrai tornare a piedi, è buio. Vuoi che ti accompagni?"

"Scherzi? Un po' di esercizio fisico per le chiappe, male non mi fa. A domani!"


Eleanor tornò il giorno dopo, come promesso, e quello dopo ancora. Da tre giorni invadeva il mio spazio vitale ma, paradossalmente, la sua presenza non mi pesava. Era una provocatrice nata e mi metteva allegria. Sapeva cosa indossare per valorizzare le sue forme, ma imprecava come uno scaricatore di porto ogni volta che apriva bocca: un cocktail esplosivo. Mi riservava addosso una serie di racconti, tutte le sue storie d'amore strampalate. Tanto era forte e sicura di sé, tanto si faceva abbindolare da ogni bel ragazzo o ragazza di passaggio. Un bad boy o una bad girl ci provava, e lei perdeva subito la testa.

La gente felice legge e beve caffè||Ziall/Ziam/Larry||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora