Capitolo 9

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* SCUSATECI! Sappiamo che è da più di un mese che non aggiorniamo, ma tra le vacanze senza una connessione stabile e i compiti di matematica non trovavamo un secondo libero per scrivere la storia... Ma ehi siamo tornate con un nuovo capitolo, speriamo vi piaccia!*


Girarmi nel letto mi scatenava il mal di testa. Provai faticosamente ad aprire gli occhi. Mi bruciavano. Avevo la bocca impastata e dolori in ogni parte del corpo. Prima ancora di mettere piede a terra sapevo che quella giornata sarebbe stata interminabile. Così avrei imparato a fare follie tutta la notte. Aprii le tende per tentare di svegliarmi. Di chi era quella macchina parcheggiata davanti casa mia? Mi accorsi di non ricordare niente.
Una prima dose massiccia di caffeina mi avrebbe riportato alla realtà. Scendere sui gradini fu un'impresa, tanto mi pulsavano le tempie. Sul mio divano c'era un corpo sdraiato. La nebbia si dissipò. 

Harry.

Aveva un braccio e una gamba che penzolavano giù, sfiorando il pavimento. Era vestito di tutto punto e russava come un ghiro. Il viso non si vedeva.

"Svegliati", gli dissi, scuotendolo.
"Shh, voglio dormire.."
"Come va? Ti senti bene?"
"Mi sembra di essere passato sotto un rullo compressore."

Si mise seduto, a testa bassa, e si strofinò le tempie.
"Haz, guardami."

Sollevò il volto. Aveva un sopracciglio spaccato e un occhio nero. Sprofondò sul divano, tenendosi le costole e facendo una smorfia di dolore. Mi avvicinai, gli sollevai la T-shirt: aveva un livido enorme.

"Dio mio, cosa ti ha fatto?"

Harry si alzò di scatto e si piazzò davanti allo specchio.

"Meno male, sono ancora bello."

Si toccò il viso, gonfiò i muscoli, sorrise.

"Farò la mia bella figura quando tornerò a casa."
"Non c'è niente da ridere, quel tipo è pericoloso. Ti è andata bene tutto sommato."

Scacciò le mie parole con un gesto frivolo della mano e si buttò ancora sul divano, con una smorfia di dolore. Quel matto aveva male dappertutto. 

"Conclusione: per il prossimo esilio, vai dai pigmei! Porca puttana, non c'è dubbio: quello è un vero irlandese. Ha imparato a camminare su un campo da rugby. Quando mi ha buttato a terra mi è sembrato di essere al Sei Nazioni..."
"Insomma, ti sei divertito a menarti con quel coglione."
"Te lo giuro, ero convinto di essere nel bel mezzo di una partita, con la folla in delirio..."
"E la palla eri tu... magnifico. Ma almeno sei riuscito a rifilargli qualche cazzotto?"
"Esitavo, mi dispiaceva rovinargli quel suo bel faccino."
"Mi prendi per il culo!"
"Un pochino. Ma tranquillo: ho difeso il tuo onore. Gli ho rifilato un bel gancio di sinistro, adesso non potrà più baciare come si deve!"
"Davvero?"
"Era una maschera di sangue, e il labbro gli si era gonfiato come un canotto. Dammi il cinque!"

Non potei fare a meno che esultare.
Sotto la doccia, ridevo ancora pensando all'impresa di Harry. Non aveva smesso di parlare neanche un minuto durante la colazione. Mi aveva aggiornato sulle ultime novità parigine e raccontato per filo e per segno della sua relazione con questo ragazzo, Louis Tomlinson, che anche se non lo voleva ammettere ne era follemente innamorato. Poi aveva parlato del bilancio della "Gente".
Avvolto nel telo da bagno, riflettevo sulla mia scarsa voglia di tornare in Francia. Intravidi la mia immagine riflessa nello specchio e fui colpito da un particolare stonato. Mi mancava qualcosa al collo.

"HARRY!"
"Che c'è? gridò lui, salendo i gradini quattro alla volta.
"Ho perso la fede."
Scoppiai a piangere.
"Che cosa?"
"Ce l'avevo al collo ieri sera."
"La troveremo, non ti preoccupare: sarà al bar. Vestiti su!"

Dieci minuti dopo eravamo in macchina. Il pub era chiuso, e io indicai a Harry la strada per la casa di Abby e Jack. Elounor di certo aveva la chiave. Bussai alla porta, mentre il mio amico rovistava in macchina.
"Che sorpresa vederti qui oggi", mi disse Abby, aprendo.
"Buongiorno Abby, vorrei vedere El, è urgente."
"Sta dormendo, ma forse posso aiutarti io."
"Devo entrare nel pub, ho perso una cosa ieri sera", spiegai con le lacrime agli occhi.
"Caro, che ti succede?"
"Aiutami, ti prego."

Quando Abby, Jack ed Elounor ci raggiunsero davanti al pub, ero tra le braccia del mio migliore amico. El si precipitò verso di noi, e la sua attenzione fu subito catturata da Harry.
"Cosa ti è successo?" gli chiese, toccandogli l'occhio.
"Jack, puoi aiutarlo?"
"Non è niente, ho fatto solo un po' di baldoria con tuo fratello."
"Cos'hai fatto con tuo fratello?"
"Segreto, cara. Tutto quello che posso dirti è che è stata dura. Ma chi se ne frega, pensa piuttosto a Zayn."
"Se lo dici tu... Bene, Zay, sono tutta per te", mi disse, aprendo la porta. "Spero proprio che sia una cosa importante, perchè voglio vederci chiaro in questa storia."
"Lo è."
Entrai nel locale e restai pietrificato per un istante.
"Hai già fatto le pulizie?"
"Si, stasera riapre. Ma cos'hai perso?"
"Un gioiello."
Cominciai a scrutare il pavimento.
"Non è morto nessuno, te lo ricomprerai..."
"NO!"
Avevo alzato la voce, sollevando di colpo lo sguardo.
Elounor arretrò di un passo.
"Lei non ha nessuna colpa", mi tranquillizzò Harry, avvicinandosi.
"Coraggio, cerchiamo tutti assieme."

Ognuno si mise a un angolo del pub, e da lì partì nella propria ricerca. Io strisciavo per terra e accarezzavo il parquet, nella speranza che le mie dita toccassero la catenella.
"Zayn", mi chiamò Abby con dolcezza. "Zayn, guardami."
Mi posò una mano su un braccio.
"Dimmi cosa cerchi, così ti possiamo aiutare meglio..."
"Ho perso la mia fede. La portavo appesa al collo."
"Sei sposato?" chiese El.
Le parole non mi uscivano di bocca.
"Lasciamolo cercare da solo", fece Abby.

Mi chiusi a riccio, non sentivo più niente di quanto accadeva intorno a me. Avanzavo gattonando, scuotevo i tavoli e gli sgabelli, grattavo tra le assi del parquet per accertarmi che la catenella non fosse rimasta incastrata lì.
"Dov'è la spazzatura?" chiesi, rialzandomi.
"L'ho già controllata, non c'è niente", disse Harry.
"Non hai guardato bene."
Mi lasciai cadere a terra e scoppiai a piangere con le mani sul ventre. Harry mi abbracciò e iniziò a cullarmi. Gli tempestavo il petto di pugni.
"Calmati... calmati..."
"Non è possibile, non posso averla persa."
"Mi spiace tanto."
"Magari è l'occasione giusta per cambiare pagina", si intromise Elounor. "E' vero che io non ne so niente, ma se tuo marito ti ha mollato..."
"Non mi ha mollato."
Harry mi prese la mano e me la strinse forte. Mi mancava il fiato e mi rannicchiai di nuovo contro di lui. Senza scostarmi, mi girai verso di lei.
"Niall è... Niall è morto."
"Racconta tutto", mi sussurrò il mio migliore amico nell'orecchio.
"Ed Ellison, la nostra bambina, se n'è andata con lui."
Elounor si portò una mano alla bocca. Harry mi aiutò a rialzarmi. Incrociai lo sguardo di Jack e Abby senza vederli realmente.
"Continuerò a cercare e la troverò, vedrai", promise la ragazza.
Abby e Jack si limitarono ad abbracciarmi forte, io me ne stavo lì, le mani penzoloni, lo sguardo vuoto.

Harry mi aiutò a raggiungere la macchina, mi allacciò la cintura e guidò verso casa. 
Mi portò a letto. Dopo avermi dato un'aspirina, si distese al mio fianco e mi abbracciò. Persi la cognizione del tempo. Ero svuotato.

"Devo andare", mi disse ad un certo punto. "Il mio aereo parte. Vuoi tornare con me?"
"No, io resto qui."
Mi girai di schiena, lui mi diede un bacio sulla fronte. Non  mi mossi. Ascoltai il suono dei suoi passi, e poi quello della porta che si chiudeva. Sentii la sua macchina allontanarsi.
Ero solo e Niall ed Ellison erano morti una seconda volta.


********

Bene eccoci quà, come abbiamo già scritto all'inizio del capitolo, ci scusiamo con tutti voi per il ritardo e speriamo che questo non accada più ma non possiamo garantirvi niente. Tra poco inizia la scuola (INCUBO.) e se ci bombardano subito di compiti sarà difficile aggiornare frequentemente...

Passando al capitolo, Zayn disperato che piange come un bambino è una scena orribile, mamma mia...
Come sempre lasciate commenti e se vi è piaciuto stellinate!

Baci xx

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2015 ⏰

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