Capitolo 8

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Mattia amava andare in discoteca, sul serio.
Però quel giorno non era proprio dell'umore.

Solitamente amava sentirsi leggero, privo di freni inibitori, che, puntualmente, venivano offuscati dai vari cocktail annacquati che ingurgitava, libero da tutte le responsabilità.
Quel giorno, invece, voleva solo seppellirsi nel suo bozzo di coperte e farsi preparare una minestrina da Luigi, per favore.

Eppure, il suo amico non era esattamente dello stesso avviso.
Aveva ignorato la sua aria imbronciata e lo aveva, senza mezze misure, costretto a prepararsi ed uscire con lui - la pena sarebbe stata due settimane di faccende domestiche senza alcun turno, che sarebbero spettate soltanto a lui.

Dal momento che Mattia, disordinato cronico, si annoiava a morte a rimettere tutto al proprio posto, si era trovato costretto ad accettare.

Tuttavia, per niente al mondo non avrebbe cercato, in qualche modo, di far sì che se ne pentisse - oppure di fargli un favore immenso, dipendeva dai punti di vista.
Per questo non c'aveva pensato due volte a chiamare Carola e chiederle se voleva uscire con loro. Lei, carica di quell'aria da festaiola che solo il post sessione poteva dare, non ci aveva pensato due volte ad accettare, invitando a sua volta anche Alice e Sissi, due sue grandi amiche; Sissi, d'altro canto, da pappa e ciccia qual era con il suo ragazzo, aveva deciso di trascinarsi dietro anche lui, Dario, un ragazzo con la risata sempre pronta a scappargli di bocca e l'argento vivo negli occhi.

Ad ogni modo, la piccola combriccola si era diretta al locale ed a Mattia, in qualche modo, si era allegerito l'umore e tornato il sorriso, seppur ancora pallido.
Luigi, vedendo che stava riuscendo nel suo intento, gli diede una gomitata giocosa e gli sorrise, con anche gli occhi ridenti sotto le lenti scure degli occhiali da sole, sempre presenti nonostante fosse notte fonda.

Una volta nel locale, con il calabrese in avanscoperta per cercare "Questi altri", tanto per citarlo, con cui si dovevano unire - di cui, in tutta sincerità, Luigi conosceva solo la modella che si era prestata a qualche scatto per conto della sua agenzia - percorsero in gruppo una buona parte della discoteca per raggiungere il tavolo che, grazie al cielo, aveva una portafinestra che permetteva di uscire in giardino per fumare o anche solo parlare senza la musica assordante nelle orecchie.

Mattia aveva il sorriso.
Sorriso che decadde in fretta, quando si accorse che, nel suo stesso tavolo, c'era Christian.
Lo stesso ragazzo che lo voleva pagare per essere andato a letto con lui.
Lo stesso ragazzo che gli aveva detto, senza mezzi termini, che fosse una troia.

Si gelò, incapace di pronunciare anche solo una sillaba o muovere un passo, mentre il moro, che, a sua volta, si era accorto di lui, lo guardava con indifferenza.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime che minacciavano di sgorgare.

A malapena recepì le parole di Luigi, accanto a lui, che gli presentava suddetta modella e che stringeva le mani a tutti e che scambiava qualche parola con chiunque si ritrovasse davanti.
Ignorò il groppo in gola e forzò un sorriso, mentre il suo coinquilino lo guardava con aria dubbiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Christian, invece, continuava a guardarlo con la stessa noncuranza ed indifferenza; questo lo mortificò ancora di più. Com'è possibile che io ci stia così male?

Cercò di prendere un respiro profondo per calmarsi, ma si accorse che gli mancava l'aria.

Così sì voltò verso Carola, mentre anche lei lo guardava con un cipiglio preoccupato, "Che succede?" gli aveva chiesto, lasciandogli una leggera carezza sul braccio.
Ma lui aveva scosso la testa, come a dirle di non preoccuparsi, "Vado a prendere un po' d'aria" si era limitato a dirle.

E, se Carola non aveva ribattuto a quell'affermazione, Luigi, invece, senza curarsi minimamente di poter essere troppo invadente, lo aveva seguito, affiancandolo e mettendogli un braccio sulle spalle per attirarlo a sé, "Mi dici che ti è successo, tutt'ad un tratto?" gli aveva chiesto, con un cipiglio di preoccupazione sul volto, "Mi sembravi stare meglio, prima. Ora ti sei ributtato giù."
Ma Mattia aveva serrato le labbra e scosso la testa, gli occhi puntati sulle sue scarpe.
"Eddai, Matti" aveva continuato il suo amico allora, incoraggiandolo a parlare.

Lollypop || Zenzonelli/Matian AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora