La famiglia Stefanelli era ricca.
Nessuno poteva negarlo.
La famiglia Stefanelli era ricca e badava alle apparenze all'eccesso.Christian non a caso aveva sempre vissuto una sorta di doppia vita, moderando gli atteggiamenti il più possibile davanti ai suoi genitori ed ai vari eventi in cui veniva trascinato da prima di imparare a camminare per poi passare all'eccesso quando era con i suoi amici.
Viveva una vita da zero a cento, da un estremo all'altro, cercando dei compromessi che gli permettessero di vivere entrambe quelle sue vite senza intoppi.La sua relazione storica con Camilla era un esempio lampante: aveva solo quindici quando suo padre gli aveva comunicato che sarebbe entrato in affari con la famiglia di lei, per poi chiedergli di iniziare a frequentarla, in modo da avere un buon ascendente dal punto di vista lavorativo.
Lui non aveva battuto ciglio e l'operazione, se così si poteva chiamare, si era rivelata un successo, dal momento che quella ragazza avrebbe fatto di tutto per lui.
Alle volte, lo trovava persino sadicamente divertente.L'unico punto di congiunzione che aveva trovato tra la sua famiglia e tutto il resto era sua sorella maggiore, Alessia.
Alessia, laureata brillantemente in scienze politiche che non si era mai fatta problemi a rifiutare i compromessi che lui aveva cercato per tutta la vita.
Alessia, che, malgrado le opinioni discordanti con i suoi genitori, era riuscita ad avere ottimi rapporti con loro, soprattutto negli ultimi anni.
Alessia, che, mentre si portava un nigiri alla bocca, seduta nel ristorante di sushi in cui si trovavano, aveva uno sguardo giudicante ed aveva appena ascoltato la situazione travagliata in cui si era trovato con nientemeno che Naughty boy."Sei un coglione" aveva sentenziato poi, alla fine del suo racconto, per poi portarsi una ciocca di capelli dietro le orecchie, "Sei proprio un coglione."
Erano sempre stati molto legati loro due.
Ma non erano particolarmente propensi a scambiarsi parole dolci.E Christian, detto francamente, si aspettava da sua sorella un commento del genere.
Perciò tacque, mentre lei continuava a parlare, "Fossi stata al posto di quel ragazzo, avrei lasciato che il mio amico continuasse beatamente a spaccarti la faccia - a maggior ragione dopo quello che hai detto lì, poi, ma come ti è venuto in mente?" chiese lei, alzando di un'ottava la sua voce mentre gli rivolgeva quella domanda."Mi sono incazzato" si giustificò lui, stringendosi nelle spalle, coperte dalla camicia immacolata, "Come avresti reagito tu, perché?"
"Ah no, bello mio - non me lo chiedere neanche. Fossi stata in te, io avrei evitato a monte questa stronzata. Non mi sarebbe mai venuto in mente di offrire dei soldi ad uno che mi sono appena scopato.""Fa lo spogliarellista" ripeté Christian annoiato, alzando gli occhi al cielo, per poi arricciare il naso, infastidito, "Quante altre volte dovrò ripeterlo?"
"E io quante volte dovrò ripetere che il burlesque non è fare spogliarelli e che, comunque, è diverso dall'essere gigolò? E io che ti facevo un ragazzo intelligente, Chri.""Sei pesante" sentenziò quest'ultimo, accompagnando l'affermazione con uno sbuffo, mentre incrociava le braccia al petto, per accentuare il tutto.
"Non sono io pesante, sei tu testa di cazzo. È ben diverso."
"E cosa dovrei fare, secondo te?"
"Scusarti."Christian, d'altro canto, accettò il consiglio.
Proprio per questo, due giorni dopo, si recò al Lollypop, durante la serata gay.
E sapeva che Mattia lo aveva visto: ad un certo punto dell'esibizione, si era voltato nella sua direzione e lo aveva guardato distintamente negli occhi, mentre si siedeva sulle gambe di un altro cliente, che non si era fatto molti problemi ad attirarlo ancora di più a sé.Tuttavia, non si era perso d'animo.
Si diresse verso il camerino di Naughty boy a passo di marcia, per poi essere fermato da un buttafuori, "Qui non si entra" gli aveva detto, con tono perentorio.
"Devo parlare con Mattia" aveva replicato lui, con lo stesso identico tono di voce, "È importante."
Il buttafuori (Carlo, a quanto c'era scritto nella targhetta) gli fece cenno di aspettare, per poi affacciarsi dentro il camerino. Lo sentì dire qualcosa, ma non riuscì a distinguere le parole.
Dopo qualche secondo, Carlo gli rivolse un'occhiata bieca, "Com'è che ti chiami?"Si morse la lingua per trattenersi dal dirgli che sarebbe stato più professionale se gli avesse dato del Lei, rispondendo fra i denti un Christian forzato.
Poi, attese qualche secondo, prima che la porta del camerino si aprisse definitamente ed il buttafuori si facesse da parte, "Prego" gli disse, mentre con un cenno del capo lo invitava ad entrare.Ad attenderlo, c'era Mattia, che lo guardava con le braccia incrociate, "Che ci fai qui?" si era limitato a chiedergli, con un tono a dir poco glaciale.
Christian, d'altro canto, affondò le mani nelle tasche dei jeans, "Chiederti scusa" si era limitato a rispondere, guardandolo dritto negli occhi. Come si rese conto che il biondo non avrebbe detto niente, sospirò e continuò a parlare, "Mi dispiace. Non mi sarei dovuto comportare in quel modo. Non è stato carino."Il minore rilasciò una risata nervosa, "Non è stato carino?" ripeté, sgranando gli occhi, "Il problema non è che non sei stato carino, Christian. Tu mi hai umiliato."
"E il tuo amico mi ha gonfiato di botte. Adesso siamo pari, no?" replicò quest'ultimo, forzando una risata.
Il volto di Mattia si deformò di rabbia, "Vaffanculo" gli disse, secco. Poi gli diede le spalle ed iniziò a cambiarsi.Christian sbuffò, già tediato dalla situazione. Fece qualche passo e si avvicinò al più basso, stringendogli una spalla, "Hey" lo richiamò, con tono volutamente mieloso, "Mi dispiace, davvero" mormorò, depositando un bacio leggero nella porzione di pelle tra la spalla ed il collo, "Scusa" continuò, per poi baciare quella pelle morbida ancora e ancora.
Sentì i muscoli di Mattia sciogliersi sotto il suo tocco e le sue labbra.
Sorrise, vittorioso.Si avvicinò ulteriormente, facendo in modo che il suo petto aderisse alla schiena nuda dell'altro e che il suo membro, che già si stava indurendo, si strofinasse sulle natiche dell'altro, coperto da dei pantaloni leggeri.
Il suo sorriso si ampliò ancora di più.
In quel camerino avrebbero fatto sesso di nuovo.
E quella volta non gli avrebbe offerto del denaro, dopo.🥨🥨🥨🥨🥨🥨
CIAO TERE
scusa se ti saluto MA DOVEVO sei la mia guru di twitter per questa ship insieme alla ragazza che ha scritto "Coro azzurro" ma non mi ricordo il suo nick e poi mi vergogno che magari questa storia manco l'ha mai lettaCIAO ISA: HO FINITO DI SCRIVERE, come puoi notare
Qualcuno preghi per Alessandro perché lo sto bombardando su quanto sia bello e perfetto Chri e sul fatto che lui gli occhi a momenti ce li ha davvero verdi, a differenza sua che lo dice ma non è così, sono castano chiaro e fine
(allego prove)
E mi ha pure portato al sushi, anche se gli fa schifo
E ho fatto una figura di merda con mio fratello- stendiamo un velo pietoso.
IL MIO EGO DEVE FARVI VEDERE QUESTA FOTO SCUSATE
Attendo come sempre i vostri commenti sulla storia 💗💗
Biscottini a tuttə,
Gaia
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Lollypop || Zenzonelli/Matian AU
Fanfiction[Zenzonelli/Matian AU] C'era Christian, che aveva tutto. Aveva i soldi, una carriera come avvocato già avviata, una ragazza che lo amava e una famiglia che stravedeva per lui. C'era Mattia, che tutto non ce l'aveva, ma quel poco che stringeva fra le...