Cap. 6 - Doni e tensioni

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La mia testa stava letteralmente impazzendo, sparata in un turbinio di migliaia di domande che avrei voluto porre ad Harry, ma il mio cuore era totalmente paralizzato: la sua risposta, così meravigliosamente semplice e perfetta, mi aveva completamente spiazzata ed ammutolita.

Quelle tre parole magiche... perché mi mancavi... erano bastate a spazzare via tanto di quel dolore accumulato in tutto il tempo lontano da lui. Anche se stava inseguendo il sogno di una vita, aveva sentito la mia mancanza ed era tornato da me e per me, e me lo aveva chiaramente fatto capire. Praticamente stavo navigavo nella felicità come zio Paperone nell'oro, e tutto grazie a lui.

Tra noi erano sempre bastate poche parole. Il nostro rapporto non era fatto di lunghi discorsi o segni estremi bensì di piccoli ma significativi gesti e di sguardi... di quegli sguardi che ti regalavano mille emozioni: conforto, felicità, sicurezza, complicità, tepore, amore. Lui era l'unico che riusciva a capirmi solo guardandomi negli occhi, andando oltre e trovando l'accesso segreto alla mia anima. Era il mio unico sollievo e supporto in una vita di dolore e delusione. Se non ci fosse stato Harry probabilmente sarei crollata e, in quegli anni, l'unica cosa che mi aveva impedito di affondare era il pensiero che, prima o poi, sarebbe ritornato a casa.

Mi ero seduta leggermente di lato sul sedile dell'auto in modo da poter studiare il suo bellissimo profilo, osservare tutti i particolari del suo volto che conoscevo a memoria e che mi erano mancati così tanto. Si notava che quegli anni lontano da casa lo avevano reso più maturo e consapevole, inoltre i capelli più lunghi, uniti ai tatuaggi, gli conferivano un look più impetuoso, selvaggio... ancor più attraente. La differenza tra me e lui si sarebbe notata ancor di più. Io ero sempre la solita ragazzina insicura e problematica che si nascondeva dietro una personalità fittizia che non le apparteneva per nulla, mentre lui era Harold Edward Darcy, il ragazzo perfetto che adesso, per quanto possibile, era diventato ancor più perfetto. Nessuno aveva i capelli riccioluti incasinati ad arte, delle fossette adorabili che comparivano ogni qualvolta ti regalava un sorriso ed un paio di meravigliosi occhi verdi nel quale ti ci potevi perdere.

Ero troppo presa dai miei viaggi mentali per accorgermi che avevamo appena imboccato la strada di casa. Dopo tanto tempo, rientrare in quella casa ostile e fredda non sarebbe stato più così terribile... perché ci sarebbe stato di nuovo lui ad accogliermi e a farmi sentire protetta. Il senso di solitudine che avevo provato in quei due lunghi anni sarebbe finalmente andato via.

All'improvviso capii che si stava girando nella mia direzione e, neanche fossi una ladra sorpresa a rubare, mi girai immediatamente e puntai il mio sguardo sulla strada di fronte, pregando mentalmente che non si fosse accorto di nulla. Eppure lui non mi aveva mai fatto alcun problema circa la mia mania di osservarlo, ma in quel momento qualcosa mi imbarazzava a morte. Sentivo quel familiare quanto fastidioso fuoco avvamparmi le guance. -Ehi, Lisa? Lo so che mi stavi fissando e non è un problema. Perché questa reazione?- mi chiese preoccupato. Beccata, che figura di merda! Non so da dove fosse uscito fuori tutto quell'imbarazzo. Con Harry non mie ero mai vergognata di fare certe cose. Forse non ero più abituata a causa della lontananza. -Scusa, hai ragione. È stata una reazione involontaria.- bofonchiai non riuscendo a trattenere una risatina isterica. Perfetto, ero diventata ufficialmente un'idiota patentata. Perché ero così impacciata, accidenti!!! Mi girai e gli sorrisi cercando di fare finta di nulla. Non volevo annoiarlo con le mie stranezze appena arrivato. Lui, di rimando, mi lanciò uno dei suoi sorrisi da strage di cuori, compreso il mio che riuscì finalmente a calmarsi. Non dovevo preoccuparmi così tanto, le cose sarebbero tornate come prima. In fondo lui era il mio Harry e mi voleva bene per come ero, comprese le mie stravaganze.

Dopo qualche istante, Harry estrasse dalla tasca il telecomando del portone ed azionò il comando a distanza. Entrammo nel garage e lui uscì dall'auto. Non feci neanche in tempo a sganciarmi la cintura di sicurezza che lui già era dalla mia parte ad aprirmi la portiera e a porgermi la mano per aiutarmi. Dio, quanto mi erano mancati i suoi gesti da perfetto gentiluomo! Anche Logan non lesinava le sue attenzioni nei miei confronti e io gliene ero infinitamente grata ma solo Harry riusciva a farmi sentire una principessa, a farmi sentire importante. Presi la sua mano con un sorriso da ebete stampato in faccia ed uscii dal veicolo. Quando stringevo la sua mano, la sensazione del "va tutto bene adesso" si diffondeva gradualmente dalle mie dita in tutto il mio corpo. Attraversammo il cortile e raggiungemmo la porta d'ingresso. Nel frattempo avevo preso le chiavi di casa dalla mia borsa e stavo per inserirle nella serratura quando la porta si spalancò all'improvviso ed incrociai lo sguardo gelido di mia madre. Sembrava parecchio innervosita. Istintivamente strinsi ancor di più la presa sulla mano di Harry e cercai di farmi coraggio. Perché mi stava guardando così? Cosa avevo fatto di male questa volta?

You & I - Argento e Smeraldo [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora