Capitolo 14

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AVVERTENZA: piccola scena smut🤭

Nial si sdraiò sul divano che si trovava nel centro della stanza dalle pareti dal color avorio e da delle colonne sparpagliati un po’ qui e un po’ lì che, tenevano dei vasi antichi e altre statue di vario tipo, c’è ne erano a libera immaginazione, il lampadario che dal soffitto scendeva era pieno di piccole gemme sbrilluccicose che a contatto con la luce della sera sgargiavano in piccoli bagliori, accovacciandosi come un bozzolo nella coperta rossa che , si era portato appresso assieme a un morbido cuscino bianco, poi prese quest’ultimo tra le braccia e in mezzo alle gambe e lo abbracciò come se fosse stato un corpo umano. Un corpo che avesse potuto emanargli un calore che in quel momento gli mancava, lasciandosi andare nel suo vortice dei pensieri, mentre la litigata avvenuta diverse ore prima con quel cocciuto e cazzoso di un Alpha ancora gli rimbombava in mente.

Chiudendo gli occhi lasciò che alcune piccole lacrime di pura frustrazione scendessero lungo tutto il viso e sino a cadere oltre il mento, bagnando la stoffa delle federa ancora profumata di ammorbidente e di…. Di Dylan. Quel profumo che gli era entrato sin troppo dentro. Inconsapevole, la mano scivolò oltre l’orlo dei pantaloni e dei boxer e raggiunse ciò che stava tentando di cercare.

《 Dylan 》.
Mormorò  socchiudendo un po’gli occhi e lasciò aperta la bocca.

La sua immagine nella mente, i suoi tocchi possessivi ma allo stesso tempo dolci e il suono della sua voce gli avevano preso a girare in mente e ciò lo portò solo a darsi del piacere da solo. Certo avrebbe tanto voluto che quella mano che adesso stava massaggiando fosse quella del suo Alpha , ma ciò lo poteva solo immaginare .

A quel pensiero la mano prese a masturbalo con vigorosità. Giocava a fare su e giù sull’asta turgida, portandolo a respirare più affannosamente e a fargli provocare dei bassi gemiti. Ma dall’altra parte della porta due occhi indiscreti lo stavano osservando ammaliato. Nial, non poteva sapere che Dylan si stesse godendo quella scena, anche egli eccitato e anche lui immaginandosi l’altro a masturbarlo, si portò una grossa mano nei pantaloni da tutta. Divaricò le gambe e appoggiò una mano su una colonna,  mentre i suoi occhi erano puntati sulla figura tutta rannicchiata del suo Beta in quel tutto meraviglioso scenario, prese a toccarsi il grosso membro già eretto. Sospirò dalle labbra leggermente dischiuse e mormorò sotto voce il nome di Nial. I due presto raggiunsero l’orgasmo insieme, nello stesso istante e le gocce di sudore presero a bagnare le loro pelli.

Nial, non doveva sapere in alcun modo di quell’atto appena avvenuto. Non doveva sapere che lo aveva osservato in un atto così intimo come quello. Doveva restare all’oscuro di tutto. Ma ormai era abbastanza chiaro che per non rischiare di commettere qualche errore, e di saltargli addosso deveva andare lontano dal pericolo. Doveva solo ritornarsene in camera loro e gettarsi sotto la doccia, l’unico forse metodo che avrebbe potuto aiutarlo con quel problema che in mezzo alle gambe continuava a persistere.

Ma davvero sarebbe potuto solo bastare quello ?

***

Quell’indomani, in quel tavolo non una sola mosca volò. Ma solo sguardi veloci, che di tanto in tanto Dylan lanciava a Nial, ma quest’ultimo sembrava più preso dal caffè e latte che nel suo bicchiere ancora c’era.

Dall’altro canto, sembrava più che il più grande volesse dire qualcosa. Era inutile negare, ma voleva fare pace col più piccolo, non sopportava più una situazione del genere. Ma conoscendo il suo Beta e sapendo di quanto potesse essere testardo, come avrebbe potuto farsi perdonare ?

Voleva fargli qualcosa di speciale, ma niente di troppo banale. Ma cosa ? Non era bravo in  queste cose. Anche pensandolo soltanto, la sua espressione facciale in quel momento parlò per sé.

《 Mh… Nial 》.
Disse imbarazzatamente e grattandosi distrattamente i capelli ancora sgocciolanti di doccia.

Ma Nial nell’esatto istante sembrava volerlo ignorare a tutti i costi. Si alzò dal tavolo, mettendoci le mani sopra e facendo strisciare la sedia all’indietro. La sua espressione era leggermente corrucciata in mezzo alle sopracciglia e se ne andò senza dargli la possibilità di continuare.

Sorpreso ma irritato, Dylan ora guardò il posto vuoto, stringendo le nocche in pugni,   come se al momento per placare la rabbia, aveva voglia solo di colpire qualcosa.

***

Quel pomeriggio,  Dylan si recò nel giardino sul retro della casa, a raccogliere fiori rossi, appena sbocciati. Vestito da giardiniere.

In una mano agguantata e sotto il sole che gli batteva addosso , avvicinò la rosa spinosa al naso e ne ispirò l’odore fresco. Sorrise appena nel pensare a che faccia avesse potuto fare il suo Nial una volta appena visto il cesto con le mille rose rosse e ciò lo portò a scuotere lentamente la testa. Quelle erano il simbolo del suo profondo scusa che gli avrebbe regalato.

Pian piano con la pinza le tolse le spine e incominciò a metterne una per una all’interno, sino a poi ad arrivare a farne una montagnola.

Soddisfatto e con il cuore poco più leggero si alzò dal terreno portandosi con sé il cesto e prima che il sole prendesse a calare per lasciare spazio alla sera e alla luna si diresse in casa. Pronto per mettere in atto la sorpresa per l’amato.

Delicatamente aprì la porta della stanza con occhio ben discreto nel cercare la figura dell’amato, ma di quest’ultimo tracce non c’è ne erano. Molto probabilmente, come ogni sera, se lo avesse cercato, lo avrebbe trovato in bagno a farsi una doccia rilassante.

Senza farsi notare e senza aspettare che l’altro finisse di fare ciò che stava facendo, lasciò la cesta sul letto e si recò sulla scrivania, prendendo un piccolo foglietto bianco e quadrato e una penna a piuma di inchiostro, poi iniziò a lasciare delle piccole e brevi parole, lasciando di sotto in fondo a destra “Tuo Dylan ". Contento se lo portò alle labbra, lasciandoci un piccolo bacio e infine lo lasciò nella cesta sopra a un fiore.

E cercando di essere più veloce di un fulmine improvviso, sempre senza farsi notare, uscì dalla stanza intenzionato a lasciare per quella notte il suo letto al suo Beta. Non gli piaceva sapere che potesse dormire al freddo, nel salotto e su un divano scomodo. Voleva solo il meglio per lui.

Voleva che lo perdonasse e stringerlo a sé ancora una volta.









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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 03, 2022 ⏰

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