Ascoltava con disinteresse quelle perle di parole di alcun valore per lui, stanco di sentirsi dire sempre e solo le stesse cose e stanco come di ripetere le stesse cose che sembravano non venir prese seriamente.Era cosciente del fatto di chi voleva, di ciò che desiderava più di tutto il resto. Di chi desiderava per sempre al suo fianco. Ma nonostante questo, non aveva ancora mosso un passo in più. Non che fin'ora non abbia fatto chissà chessia. Ma per ora, desiderava andare con calma, passo dopo passo. Tanto prima o poi quell'agognata attrazione, in un modo o nell' altro, sarebbe stata soltanto sua. Ma quello che ora doveva fare era solo avere la giusta pazienza di attendere
Stancatosi di quelle persone che non facevano altro che rimproverarlo di ogni cosa, con sguardo minaccioso si alzò mostrando tutta la sua possenza nei suoi 1.83 cm, mettendo un poco di timore a chi lo guardava. Ma oltre questo, c'erano anche altre cose che di lui attiravano l'attenzione, come quei muscoli sodi che si intravedevano dalle braccia scoperte da una canotta bianca o attraverso le lunghe gambe fasciate perfettamente dai quei stretti jeans blu scuro, che metteva anche in bella vista quel bel fondoschiena alto e tutto sodo. Una vista che di certo, non era mai passata in osservata agli occhi di molti omega, che sia maschi o femmine del suo branco. Cosa che lui ignorava ballamente.
Ogni cosa di lui corrispondeva a una statua greca scolpita. A partire da quel viso dalla mascella squadrata, macchiata da una pelle olivastra; e per poi andare a finire in quel cielo tempestoso che avevano rinchiuso nei suoi magnifici occhi dalle ciglia scure; le sopracciglia sottili a forma di ali da gabbiano che a vista rendevano arte; fino al suo naso dritto, con una leggera e poco notabile gobbetta, che per accorgersene bastava mettersi con una lente da ingrandimento e infine non potevano di certo mancare quelle rosse ciliegie, dal labbro superiore fino e quello inferiore carnoso e il tutto era abbinato da dei ribelli ricci rossicci, che facevano invidia a qualunque altro capello che in giro vi fosse, per quanto morbidi e a posto erano.
Ma solo poco tempo dopo aver incendiato con il suo sguardo ognuno di loro, mettendoli a tacere, il cuore cominciò a bruciargli di una forte e precisa sensazione, che conosceva sin troppo bene.
Il suo beta era molto vicino a loro, più vicino di quanto pensasse. Forse, nascosto ad ascoltare in silenzio fra quelle alte fitte boscaglie.
"Aaah! Fá come vuoi. Ma sappi che facendo così, non stai facendo altro che fare rivoltare la buonanima di tuo padre nella tomba, e con essa ciò che ti ha lasciato in eredità"ringhiò ad un certo punto il più piccolo fra loro, facendo attirare l'attenzione su di sè di tutti i presenti. Eccetto uno solo.
Con un cipiglio in fronte e con i denti messi belli in mostra dalla bocca semi chiusa, Dylan, con una rabbia che da dentro di sè sentiva, continuò a guardare dritto davanti a sé. Cercando di metabolizzare ciò che aveva appena udito.
"Tu stai al tuo posto. Ricordati, che non hai nessun ruolo importante per mettere voce dove non devi"ringhiò il rosso, a denti stretti e con voce dura.Sapeva che quello che aveva appena detto era stata detta dalla rabbia che stava provando, per via di un tasto ancora dolente, appena toccato. Ma la verità, era che per quanto adesso avesse potuto ferire il suo migliore amico di una vita, non se ne pentiva.
Era stato spinto a farlo e non era tipo che chiedeva scusa facilmente. Per tale motivo quello che secondo Dylan, doveva chiedere perdono era proprio l'alpha più piccolo, il cui nome era Nath.E per tentare di tenersi a freno dal non assalirlo, strinse le nocche a pugni fino a farle sbiancare del tutto, prendendo poi un grosso respiro, ma nel farlo qualcosa catturò la sua attenzione, facendogli per un momento dimenticare quella situazione di merda.
Fermo come un predatore in attesa dell'arrivo spontaneo della preda, le sue orecchie dall'udito ben sviluppato ne captarono un movimento, come di un ramoscello spezzato da una suola e poi i suoni inconfondibili di chi prese ad indietreggiare fino a poi correre via.
Fece un passo in avanti, con un mezzo sorriso trionfante, ma qualcosa in lui lo fermò all'istante.
'Aspetterò, mio piccolo Beta' si disse a mente, mentre chiudeva gli occhi per lasciarsi accarezzare dal piacevole vento estivo di quella sera.
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Sei il mio marchio/ Omegaverse.
Hombres LoboDylan, un Alpha testardo e dal temperamento facilmente indomabile, è pienamente consapevole di ciò che vuole. Ma a causa di alcune regole dettate dal suo defunto padre, che vieta un qualsiasi avvicinamento con un Beta, rischierà di gran lunga una pu...