Max

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"They are a child that were forced to grow up"

"Papà! Sono a casa!" Chiusi la porta dietro di me, mi tolsi le scarpe e le lasciai all'ingresso vicino ad un paio molto più grandi. Percorsi il corridoio e arrivai in salotto dove la televisione andava e li sul divano grigio c'era Harry. Era avvolto in una coperta viola e aveva la testa appoggiata su un cuscino bianco. Stava dormendo, erano le sette di sera ormai e in quest'ultimo periodo era sempre stanco. Lo guardai, era adorabile arrotolato nella sua coperta. Spensi la televisione e rimasi a guardarlo qualche istante.

Gli lasciai una carezza sulla testa per poi dargli un bacio sulla fronte, sembrava così tranquillo e sereno come un bambino dopo la buonanotte.

Decisi di lasciarlo dormire e me ne andai in camera a cambiarmi per mettere dei vestiti più comodi. Il silenzio della casa era stranamente assordante, ci eravamo trasferiti li da qualche settimana ed era un posto enorme per sole due persone ma i soldi non ci mancavano dopotutto. Misi le cuffie e accesi la mia solita playlist e nel mentre mi diressi in cucina in cerca di qualcosa da mangiare.
Presi dell'avocado tagliato e lo stesi con cura su una fetta di pane e con noncuranza il mio corpo seguì il ritmo della musica. Diedi un morso al panino e il sapore delicato dell'avvocato fu un dono dal cielo per le mie papille gustative, non mangiavo da sta mattina a colazione e stavo veramente morendo di fame.
Mi preparai altri due panini all'avocado e me ne tornai in camera dove seduta alla scrivania iniziai a mangiare con calma.
Mi ritrovai a guardare il muro verde pastello mentre mi dondolavo sulla sedia.
Non riuscivo a togliermi dalla testa la mia conversazione con Freddy.

Le sue parole mi avevano riportato alla mente  dei ricordi di quando ero ancora piccolə e papà aveva ancora il controllo di sé.
La curiosità di quell'innocente bambinə sembrava bruciare ancora dentro di me. E non potevo permettermelo.

Freddy stava entrando in quel limbo di curiosità, quella voglia di sapere ardeva dentro di lui. La sua condanna era appena iniziata e io lo sapevo bene essendoci passatə, iniziava tutto con curiosità ed emozione.
Il viaggio verso la verità però è pieno di insidie e il dolore ti impedisce di proseguire, a volte la verità crea solo altri problemi.

Sentii del peso posizionarsi nel petto. È stata colpa mia se è successo quel che è successo, è stato per colpa delle mie continue richieste che papà ha fatto quello che ha fatto.

Ho mentito a Freddy. Ho un idea di quello che è successo tra i nostri padri, non sono stupidə.
Durante le sue crisi, papà parlava del più e del meno e a volte se ne usciva con strane lezioni di vita che non avevano senso.

Quando poi successivamente si uniscono le informazioni non è difficile intuire la soluzione.

Parlava spesso di amore, diceva come non dovessi avere paura di amare e poi scoppiava a piangere chiedendomi perché lo avessi abbandonato, e io lo abbracciavo dicendogli che non l'ho abbandonato che sono qui.

Diedi un morso al panino e mi persi nei ricordi tanto che il muro prese la forma di quel ricordo, di quando tutto iniziò.

Eravamo nella nostra casetta a Londra, l'unica casa di piccole dimensioni in cui abbiamo mai vissuto, ci trovavamo in cucina e io non facevo altro che parlare. Raccontavo qualsiasi cosa che mi veniva in mente e tra questi pensieri saltava fuori la curiosità è l'innocenza di un poverə bambinə. Era da ormai qualche giorno che avevo esposto i miei dubbi e le mie curiosità a papà, chiedendogli di parlarmi del suo passato e insistendo anche fin troppo sul tassello Louis.

Papà tagliava la carne con calma mentre ascoltava le mie parole, ma fu quando riportai alla luce l'argomento di Louis che accadde l'inevitabile.
"Ho provato a cercare Louis su internet... uhm... ah e ho ascoltato qualche sua canzone! È molto bravo, ma alcune parole mi hanno confuso uhm, non sembravano versi anzi no era tipo come se stesse rispondendo a qualcuno... oddio! Come un messaggio!" Mi venne da canticchiare la melodia di qualche canzone ma del testo non mi veniva in mente niente, continuai a parlare "Su Internet a tutti piace Louis! Ne parlano quasi sempre! è sempre un Louis, Louis, Louis, Louis, Louis-" fu mentre canticchiavo il nome di Louis innumerevoli volte, che papà sbatté le posate sul tavolo violentemente. Il rumore mi spaventò tanto fino a farmi saltare sulla sedia. Lui girò la testa e con sguardo truce disse"Maxine! Smettila di parlare di Lui" marcò l'ultima parola.

Reality always comes back to light ||L.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora