20. Confidenza

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Rientro a casa ho un lato della bocca sanguinante e gonfio... Il mio fazzoletto è pieno di sangue.
Gerald mi apre preoccupato mi fa subito sedere su una delle poltrone, Jin è già andato a dormire.
Gerald si occupa di me. Fa male da morire JK tira di boxe da una vita in palestra accidenti a lui.
Non sapeva che ero io... Ma non capisco come non ha riconosciuto la mia macchina... Ma forse come me con Jin... Lui non capisce niente quando c'è di mezzo Jimin.
Bevo una vodka ghiacciata mentre Gerald mi mette il ghiaccio pure sul viso.
-chi è stato?
Mi chiede serio.
-JK.
-il sig. Jeon? Ma eravate amici mi sembra.
-lo siamo ancora credimi Gerald
Gli dico sorridendo.

Mi preparo per la notte, non vado da Jin stanotte preferisco stare solo... Poi magari perdo sangue dal labbro e sarebbe spiacevole domani trovarlo sul cuscino.
Perciò mi ritrovo solo nel mio grande letto con il dolore alla bocca e pieno di pensieri.
Verso le due di notte mentre sono ancora sveglio sento il letto cedere sotto il peso leggero di qualcuno che si sta infilando sotto le mie coperte.
Mi abbraccia come faccio io di solito.
-Jin...
-non sei venuto da me... Ero preoccupato. Con chi sei uscito?
Mi giro verso di lui e accendo una piccola luce che ho sul mobiletto a fianco al letto.
Si porta subito una mano alla bocca spaventato dalla mia tutta gonfia
-cos'è successo? Oddio ti fa molto male.
-è stato JK.
Gli dico ridendo.
-ma cosa ridi siete pazzi...
-Sono uscito con Jimin volevo sapere di te... Visto che non mi vuoi raccontare niente. JK non so come mi ha scambiato per uno spasimante di Jimin e me le ha date.

Mi scruta serio
-cosa ti ha detto Jimin...
-abbastanza...
Sospira.
-sono a pezzi Tae
Mi risponde tristemente.
-sono disposto a raccoglierli tutti questi pezzi pur di averti con me. Se sono stato brutale è perché non avresti mai accettato di venire a stare da me se non ti obbligavo.
-quando ti ho lasciato l'ho fatto per finire di soffrire senza sapere che avrei sofferto molto di più senza di te.
Ti ho sempre avuto nel cuore.
Quando sono arrivato a Londra con la moglie di mio padre ho avuto subito dei problemi, ho vissuto in casa loro come un estraneo, vivevo solo per la musica. Ho trascurato i miei studi e ho ricevuto tante porte in faccia per la mia musica senza sapere che dietro tutto questo c'era mio padre, da buon attore aveva molti contatti anche fra i produttori musicali.
Ho passato 4 anni così cercando me stesso e scontrandomi con tanti di quei no che non potrei contarli.
Un produttore un giorno mi ha detto :- "sei eccezionale ma con quello che hai alle spalle non andrai da nessuna parte" .
Ho racimolato i soldi e sono tornato a Seul.
Volevo contattarti ma poi mi sono vergognato del mio comportamento e dei miei fallimenti.
Ho lavorato un po' qua un po' là, finché ho conosciuto Mark era simpatico e mi disse che il suo titolare aveva un posto alla libreria se volevo lavorarci.
Così abbiamo lavorato per un anno lì insieme e affittato l'appartamento sopra.
Ed è iniziata la nostra storia non è mai stata un idillio ma avevo solo questo.
Ad un certo punto la libreria è stata messa in vendita e io l'ho acquistata facendo un mutuo, anche su pressione di Mark.
Per un po' tutto è andato avanti poi Mark è cambiato trattava male i clienti, ha iniziato a uscire senza di me e a bere.
Lavoravo di giorno e di notte era un incubo... Tornava sempre ubriaco, mi ha rubato i soldi di un paio di rate di mutuo e da lì sono iniziati i problemi economici.
Inizialmente mi aggrediva verbalmente.
Poi fisicamente.
Jimin lo sapeva e mi è venuto spesso in aiuto. È un bravo ragazzo un vero amico.
Fino ad una sera...
Jin singhiozza non ha il coraggio di andare avanti.
Lo abbraccio carezzandogli la schiena.
-sei al sicuro Jin... A me puoi dire tutto perché non cambierà mai quello che provo per te.
-una sera e rientrato ubriaco e non era solo. Si è portato un amico. Mi hanno aggredito e...
Lo stringo forte mentre è un sussulto di singhiozzi.
-Mi hanno fatto del male Tae... Non sai quanto... Non ho la forza neanche per raccontarlo. Ne porto i segni indelebili sulla mia pelle.
È così dicendo apre la giacchetta del suo pigiama quello che vedo sul suo petto destro mi fa rabbrividire è pieno di bruciature di sigaretta.Solo il pensiero di quello che ha passato mi fa rabbrividire. Ci appoggio sopra la mia guancia se potessi far sparire tutto quel dolore lo farei. Ma non posso e allora piango anch'io, con le sue mani fra i miei capelli.
Non so quanto restiamo così.
-sono rotto... Sono rotto dentro Tae come puoi volermi così.
-non dire queste cose... Non le voglio sentire... Stai qui... Mi basta affronteremo le cose insieme. Non ti forzero' ad amarmi e fare qualcosa con me se non lo vorrai.
-io non posso dimenticare tutta la violenza che ho subito.
-possiamo chiedere aiuto Jin, ti accompagnerò in questo percorso sarò sempre con te. Anche se non riuscirai ad amarmi.
-ma io ti amo Tae... Non ho mai amato nessuno dopo te... Mark è stato un errore dall'inizio, mi ha confuso la sua gentilezza e ho pensato che avrebbe potuto essere...
Gli sorrido baciandogli una guancia per poi riprendermi serio...
-che fine ha fatto il maledetto?
-è in carcere ha commesso un furto insieme al suo amico e hanno ucciso una donna.
Non sarà più un mio problema.
-Jin sistemeremo tutto ci sono io ora.
-Tae sei sempre stato il mio porto sicuro. Come ho fatto a lasciarti mi perdonerai mai?
-l'ho fatto... Da tempo per me conta solo il presente... Un presente che è qui vicino a me.
Ci abbracciamo a lungo prima di addormentarci... Sono le 4 del mattino... Dormiremo fino a tardi... Un sonno che annulla ogni cosa... Solo quel calore rassicurante delle nostre braccia, solo il battito del suo cuore.
Gerald apre la porta per avvisarci che la colazione è pronta, ma la vista di noi due stretti l'uno all'altro in un sonno finalmente sereno lo fa richiudere con un sorriso la porta.

Non dovevo innamorarmi di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora