3.2 - Il tesssssssssoro non vale una cippa

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    La sovreccitazione che quel messaggio in codice aveva scatenato durò incredibilmente fino all'alba del giorno dopo. Impachettarono qualsiasi cosa: mobili, stoviglie, i polli secchi di Sloan da barattare con almeno qualche cartina. Tutto.
   
    Garrow ci tenne anche a portare i propri risparmi di un anno. Le monete le mise tutte in una saccoccia che appese in bella vista alla cintura. Sembrava fatto apposta perchè la gente potesse rubargli tutto.
    Una famiglia di geni.
   
    Il tesssssssssoro di Eragon venne nascosto e posizionato tra gli oggetti più morbidi che avevano portato. L'eroe era preoccupato di scalfire la preziosissima pietra.
    Pffffff, se era sopravvissuta alle sue testate poteva sopravvivere a tutto.
   
    Dopo una frettolosa colazione - ovviamente a base di quel loro stramaledetto pollo - salirono finalmente sul carro, diretti a Carnevale dove ogni scherzo vale. E una volta entrati nella strada maestra si resero conto di quanti erranti spacciatori fossero già arrivati. Perchè si, non venivano a vendere solo carne buona e spettegolezzi dalle altre città.
   
    Era passato mezzogiorno quando i tre sfigati barboni raggiunsero il villaggio. Le periferie e i pochi punti che non erano stati occupati da case ospitavano tende di ogni tipo e colore. Un pugno in un occhio vero e proprio dato che contrastavano malissimo con la neve e l'una con l'altra.
   
    Alcuni intelligentissimi erranti avevano portato le tende quelle flash della decathlon (no product placement, non mi sponsorizzano per sparare cagate, sigh) perchè erano troppo pigri per piantarsene una fatta bene.
    Altri avevano pensato che una tenda rosa fluorescente fosse stata ottima per attirare clienti di giorno e lupi affamati di notte.
   
    Carnevale faceva schifo. La neve era tutta sciolta e aveva formato in più punti delle patine di ghiaccio dove la gente andava a morire dolorosamente. C'era fumo ovunque per via dei falò dove le persone si scaldavano, e anche per i cannoni che alcuni si stavano fumando.
    C'era odore di erba dappertutto.
   
    Ritrovato il brio della sera prima grazie al fumo passivo, Garrow legò cavalli e carro ad un palo di sosta appena fuori dal villaggio. Trasse dalla saccoccia qualche moneta che diede ai due giovini.
   
    «Compratevi erba di qualità, mi raccomando. Roran, fai quello che vuoi e fuma quello che vuoi, appena hai fame ci vediamo da Horst. Eragon, prendi il sasso magico e vieni con me.» tutto questo lo comunicò raucamente e in pochissimi secondi manco stesse rappando.
    Tirava aria forte, da sballo praticamente.
   
    Eragon fece un gran sorriso a Roran e s'infilò il denaro in tasca: sapeva già come spenderlo.
    Non potreste nemmeno immaginare la quantità di spacciatori che il nostro eroe aveva conosciuto nell'arco della sua breve e futile vita a Carnevale. In pratica conosceva tutti gli erranti. Ma il migliore era uno che viveva direttamente al villaggio tutto l'anno.
    Va bene, va bene, non spoilero.
   
    Roran se ne andò via a pugni chiusi e faccia seria. Lui reagiva diversamente alla droga.
   
    Lo zio Garrow, nonostante la vecchitudine, riuscì a trascinare l'eroe sfigato nella calca di trocati che era Carnevale. Il villaggio era totalmente irriconoscibile dal solito: la gente sorrideva e socializzava, le bancarelle erano colorate - male ma erano colorate - e i bambini avevano abbastanza energie per correre e giocare per merito del cibo migliore portato dagli erranti.
    In parte era anche merito della bamba, ma non diciamolo.
   
    Strisciando a terra come uno straccio, Eragon notò che molti degli erranti spacciatori avevano AK-47 tracolla, le donne portavano pugnali tra le pieghe dei vestiti e i bambini erano magrolini e denutriti.
   
    L'eroe giustificò il tutto pensando che facevano parte di una storia dark fantasy con gente cattiva e cose disgustose. Garrow continuava a trascinarlo tra la gente in cerca di qualcuno per valutare la pietra, fregandosene altamente se il nipote fosse vivo, morto o temporaneamente ibernato.
   
    Il valutatore in questione, pur chiamandosi Merlok, non era un pennutok (con mio estremo disappunto, devo dire). Era uno di quelle persone che prenderesti a pugni solo perchè esiste. Pizzetto, faccia da schiaffi, gioielli a cascata da vendere a gente con pochi soldi e tanto disprezzo nell'anima.
    Tuttavia abbiamo ormai imparato a conoscere Carnevale, e se si voleva sopravvivere lì bisognava essere bulli. Merlok se la cavava bene perchè era un infido bastardo.
    Con affetto, ovviamente.
   
    Erano talmente tante le donne di Carnevale intorno a quella bancarella che zio e nipote dovettero addirittura aspettare che se ne andassero. Non facevano più i mercatini di una volta.
   
    Quando Merlok ebbe un attimo di pace dalle svampite signore di mezz'età accecate dai brillocchi, si vide arrivare questi due buzzurri alla bancarella. Per qualche secondo ebbe una crisi esistenziale, ma tornò presto coi piedi per terra.
   
    «Amici, scusate, ma non vendo droga.» disse semplicemente «Posso darvi gioielli, rose d'oro e argento, diamanti e roba varia.»
   
    «Non siamo qui per comprare ma per vendere.» borbottò Garrow con sguardo duro.
   
    «Ah, quindi l'avete voi la droga?» Merlok non era certo un genio, ma si era capito «Scusatemi nuovamente, ma io non...»
   
    «Fagli vedere, Eragon.» ordinò il vecchissimo al nipote.
   
    «Abbiamo un sasso!» disse quello orgogliosamente, estraendo da non so dove il suo tessssssssoro. Inevitabilmente attirando l'attenzione della gente attorno a loro. Un genio.
    Uno scapellotto da parte di Garrow teletrasportò tutti e tre nella tenda della decathlon di Merlok. Era subito dietro la bancarella, quindi è plausibile.
   
    «Valutala.» disse di nuovo il vecchissimo rivolto al mercante. Gli porse il sasso e tirò un altro ceffone ad Eragon perchè se lo meritava.
   
    Merlok, pover'anima, si arrabattò per cercare gli arnesi che gli servivano allo scopo. Estrasse un involto di cuoio da un angolo buio della tenda e lo srotolò. Al suo interno c'era un intero set da manicure e pedicure, tutte forbicine diverse, pinzette, smalti e cose varie.
   
    «Ops, hehe... Ho sbagliato.» si scusò brevemente per poi rituffarsi nel casino della sua tenda. Ne riemerse con tutti gli altri involti di cuoio che possedeva. Eventualmente trovò quello giusto e ne estrasse un martelletto in legno. Picchiettò gentilmente la pietra ma quella non subì nulla. Prese un martello leggermente più grande e testò nuovamente la resistenza del sasso. Quello non subì nulla.
   
    Fu il turno di un martello da carpentiere. Stessa reazione: nessuna. Merlok si accanì sul sasso magico perchè voleva aprire il suo dannatissimo uovo di Pasqua. Prese un martello da forgia e un'incudine (che per qualche strana legge della fisica riusciva a stare in un rotolo di cuoio). Battè fortissimo quel sasso, ma nulla. Solo un fischio acutissimo.
   
    «È indistruttibile.» constatò pizzetto-man restituendo la pietra ai proprietari.
   
    «Questo lo sapevamo già grazie alle sue testate.» ribattè Garrow indicando il nipote col pollice «Vogliamo che ce la valuti.»
   
    «Quindi voi non conoscete il valore di quest'oggetto assai curioso?» domandò l'altro, massaggiandosi il pizzetto. Merlok era duro a capire e ora lo sappiamo. Garrow si rifiutò di rispondere perchè non aveva voglia di perdere tempo, quindi il mercante continuò a parlare «Beh, nemmeno io so quanto vale sta roba e non ho la minima voglia di portarmela in giro per Allergeni soltanto allo scopo di scoprirlo.»
   
    Fair point, bro.
   
    Garrow si riprese il sasso e lo restituì a Eragon, il quale era visibilmente in estasi nel riavere il suo tesssssssssssoro.
    «Giusto una domanda, se posso permettermi.» continuò Merlok che quel giorno si era alzato con l'intento di rompere le scatole «Dove avete trovato sto agglomerato di minerali?»
   
    «Sulla Grande Schiena.» rispose Eragon, ancora intontito dal vario fumo passivo che si respirava fuori.
   
    «Freganulla, sapete perchè noi erranti siamo arrivati tanto tardi quest'anno?» riprese il mercante. Gli altri due alzarono le spalle perchè a loro fregava poco, sinceramente, della questione.
   
    «Avete trovato una nuova droga?» ipotizzò Garrow, interessato abbastanza da chiederlo ma non così tanto da pensare di dover provare in assoluto i nuovi stupefacenti.
   
    «Nah, siamo arrivati tardi solo perchè Galbatrony ha fatto capricci quest'anno.» rispose Merlok alla propria stessa domanda «Quel pazzo di un sovrano ha avuto cali affettivi e si è messo a chiamare gente da tutta Allergeni solo per un concorso di abbracci. E sta cosa ha rallentato il nostro spacciare felicemente per le città.»
   
    «Bella fra, chissene.» ribatterono educatamente zio e nipote uscendo dalla tenda e mostrando un velato dito medio a Merlok.
   

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