3.3 - Storie di droga

89 15 13
                                    

    Garrow non credeva a quello che aveva detto il mercante. Aveva vissuto abbastanza a lungo da sapere che i mercanti raccontano balle a tutti pur di vendere di più. E chiamali scemi.
    Lo zio spedì il nostro eroe nella calca della gente e lo lasciò libero a suo rischio e pericolo. Oramai aveva sedici anni, doveva imparare a socializzare e cavarsela da solo.
   
    Tuttavia vediamo il caro sedicenne sperperare i suoi averi in troche e dolciumi allucinogeni. Ah, questa gioventù.
   
    Il nostro eroe, dopo aver fumato di tutto ed essersi ingozzato di acidi, si perse a pensare a quella sera. Con gli erranti spacciatori arrivavano anche i fattoni cantastorie.
    Noi abbiamo le sagre con una marea di giostre meccaniche, loro avevano della gente che, annualmente, raccontava Netflix. E non pagavano la rata mensile.
   
    In verità a Carnevale avevano già un fattone, ma i suoi deliri erano diventati monotoni e prevedibili. I fattoni degli erranti passavano il resto dell'anno a provare tutti gli acidi di Allergeni, quindi quando arrivavano a Carnevale erano freschi e pronti con nuove allucinazioni da raccontare a tutti.
    Si, andavano ad aggiornare l'algoritmo, in pratica.
   
    Le fantasticazioni del nostro eroe vennero lanciate nel cesso a seguito del passaggio di Sloan. Uno Sloan arrabbiato e irritato perchè nessuno voleva più comprare i suoi polli marci.
    Eragon lo schivò prontamente e si fiondò nella taverna di Morn, un altro palestrato alto tre metri che faceva la birra corretta per tutta Carnevale.
   
    Nella taverna c'erano alcuni mercanti che avevano svenduto in anticipo tutti i loro averi e in quel momento se la stavano spassando. Raccontavano dei cali affettivi di Galbatrony e del concorso di abbracci. Ma grazie all'aiuto della magica birra di Morn, le loro storie iniziavano a dilungarsi in dettagli poco credibili.
   
    Parlavano di una fazione ribelle chiamata Pollice Verde che non voleva sprecare tempo nell'andare a trovare Galbatrony per il concorso. Anzi, questi Verdi avevano addirittura fatto il pollice in giù al sovrano di Allergeni, e questo se l'era presa a male, giustamente.
    Quindi era probabile che di lì a poco ci sarebbe stata una guerra di qualche tipo.
    Daje così.
   
    «Bella fra!» esclamò Morn salutando Eragon «Come butta?»
   
    «Bah, nulla de che, bro.» fece lui, alzando spallucce «Che stanno a raccontà quei pazzi? Ancora la storia di Galbatrony che fa i capricci?»
   
    «Già, ma si stanno inventando di quelle robe assurde sui Pollici Verdi e sulla guerra.» mugugnò l'armadio pulendo un boccale di birra «Mah, valli ad ascoltare tu, io ho una taverna da portare avanti e non posso stare a sentire le loro immense cagate.» e detto questo, Morn se ne scappò dietro al bancone per servire altra gente.
    Dopo aver fumato tanto, un po' di fame la si sentiva.
   
    L'eroe restò giusto il tempo di far partire una rissa così per gioco. Poi, appena prima che la gente iniziasse a pestarsi violentemente e a lanciarsi sedie a vicenda, Eragon uscì sbattendo la porta della taverna.
    Quanta educazione.
   
    Mentre Eragon tornava per la via principale, intravide il cugino palestrato in un vicolo che parlava con Katrina.
    La poveretta doveva piegare il collo in modo innaturale per guardare in faccia Roran tanto era alto e armadioso, ma questi sono dettagli.
   
    I due si scambiarono qualche ultima frase e conclusero con un bacettino carino. Poi il bodybuilder raggiunse a passi veloci il cugino.
   
    «Te piace spià, nè?» domandò il maggiore con un accento strano perchè si.
   
    «Beh, anche Sloan non è che ci rimarrebbe tanto bene.» commentò Eragon riferendosi ai bacetti della coppietta.
   
    «Mi ammazzerà nonappena saprà che mi faccio allegramente sua figlia, non è vero?»
   
    «E me lo stai pure a chiedere?» ribattè l'eroe tormentato «Ti devo forse ricordare che quello è un macellaio?? Non credo abbia mai venduto carne umana, ma con te potrebbe addirittura iniziare.»
   
    «Grazie per l'ansia, bro.»
    «Di nulla, fra.»
   
    La cena a casa di Horst era buona, eh. Fiumi di alcolici e portate succulente vennero servite fino a quando tutti gli ospiti non furono più in grado di camminare.
    Ma pensare ai fattoni cantastorie era più bello.
   
    Rotolando tutti insieme appassionatamente, ripercorsero la strada principale fino ad uno spiazzo che era stato adibito ai racconti dei fattoni cantastorie. Dei pali con in cima delle candele erano stati disposti in cerchio e la gente iniziava già a prendere posto nell'area circoscritta.
   
    Eragon e Roran dovettero fare a botte con qualche moccioso sotto ai dieci anni per accaparrarsi i posti in prima fila com'era loro abitudine da oramai troppo tempo.
    Sfortuna per quelli dietro a Roran perchè, grosso com'era, impediva la visuale a tutti i nani ignoranti alle sue spalle.
   
    I fattoni cantastorie erano tutti vestiti con roba colorata e ovviamente abbinata male. I più grandi nomi della moda avrebbero urlato di terrore a quei pezzi di stoffa buttati a random addosso.
    Però almeno le storie erano comiche e molto funny, quindi la folla gradì immensamente quelle ore passate al freddo, seduti sulla neve e di notte.
   
    Fu solo quando le candele stavano ormai finendo la cera a disposizione che Brommo, il mitico fattone di Carnevale, fece la sua entrata.
    Era un vecchissimo antico, barba bianca che arrivava alle ginocchia, un mantello con strascico comprato da Zara e una gobba da competizione.
   
    Iniziò a raccontare il tutto con voce rauca, bassa e incomprensibile a tutti tranne a quelli in prima fila.

   
«Voi credete che i Volatori di Lucertole Alate non siano mai esistiti. E invece ci sono stati, gne gne. Prima che i vostri bisnonni potessero nascere, i Volatori sorgevano e proteggevano le terre. Gli elfi ci vendevano l'erba magica, i nani bevevano la birra insieme a noi e tutti eravamo felici.
   
«Ma quando Galbatrony apprese i segreti dei Volatori e diventò il migliore della combricola, iniziarono le disgrazie di tutta Allergeni.
   
«Volò in degli accampamenti Urgali con altri suoi amici della gang e l'intenzione di ammazzare tutti. Il posto era freddo, ma così freddo che il sole estivo non aveva sciolto nemmeno un po' del ghiaccio che copriva quelle terre. Galbatrony sarà pure stato un genio, ma non aveva un istinto di sopravvivenza tanto sviluppato.
   
«Una notte, lui e i suoi best friends forevah vennero passati a fil di spada e messi a dormire. Loro e rispettive lucertole magiche. Solo Galbatrony sopravvisse - perchè aveva bevuto molto caffè nelle ultime ore - e tornò a comprare un nuovo animale volante, solo che la gente più intelligente di lui non gli concesse di ripetere da capo gli stessi errori.
   
«Si fece tutta la strada a piedi perchè gli piaceva camminare. Rischiò un paio di volte di morire di fame, ma sfortunatamente qualcuno si preoccupò di aiutarlo. Per colpa di quelle persone gentili ora ci troviamo con un re pazzo psicopatico, dannazione.
   
«Dopo la richiesta scomoda di una seconda lucertola alata, Galbatrony perse ogni neurone sopravvissuto. Impazzì talmente da uccidere due persone importanti che nessuno ricorda. I Volatori lo braccarono per anni, ma non potevano trovare un uomo che era diventato l'ombra di se stesso. Soprattutto se questo si nascondeva in posti bui.

«Come fai a trovare un'ombra al buio? Ecco, i Volatori, nonostante la magia, non seppero scovarlo.
   
«Galbatrony, però, era anche un manipolatore bastardo, quindi trovò un Volatore idiota tutto muscoli e niente cervello che potesse tenergli aperti i cancelli della città delle lucertole magiche. Sto pazzo masochista manipolatore stronzo entrò nella città e si arrubbò un uovo di lucertola, poi fuggì.
   
«Assieme al suo nuovo amico-schiavo Mortan, quello che gli aveva aperto i cancelli, e alla lucertola, Galbatrony fu nuovamente uno stronzo assassino in piena regola. La bestia volante la chiamò Cane, tali erano i livelli di pazzia del nostro attuale re.
   
«Nonappena ebbe insegnato a Mortan tutti i cheat per diventare un Volatore malvagissssssimo, Galbatrony iniziò a volare per Allergeni uccidendo ogni singolo Volatore che trovava. Altri dodici Volatori si unirono alla gang di bulli perchè volevano abolire i costi delle macchinette e per altre questioni che, secondo la loro mente malata, si potevano risolvere solo grazie all'uccisione di gente.
   
«Una battaglia epica prese luogo e tutta Allergeni combattè contro quei quattordici ritardati con manie di grandezza. Alcuni caddero, ma c'era poco budget quando hanno girato quello scontro, quindi i cattivi overpower vinsero senza problemi.
   
«Galbatrony, uccidendo l'ultima persona intelligente rimasta, si autoproclamò re di sto pezzo di schifo che chiamiamo casa. E da allora ci schiaccia sotto il suo tallone puzzolente.»
   

    Il delirio depresso di Brommo il maggggico terminò così. Lui e gli altri fattoni si ritirarono nelle tende a indicare che lo spettacolo era finito.
    Eragon giurò di aver visto il vecchissimo lacrimare per un attimo, ma era troppo buio per saperlo con certezza. Sarà stato a causa della grossa dose di allucinogeni, oppure era allergico alla neve. Nessuno lo sa.
   
    Garrow raggiunse i due bambinoni in prima fila e disse ad entrambi:
    «Boia raga, sta storia non la raccontava da secoli. Aveva anzi giurato di non raccontarla mai più. Forse gli erranti stavolta hanno trovato qualcosa di davvero buono nei loro viaggi..... Devo assolutamente provarlo, venite con me?»
   
    «Daje.» cconsentirono entrambi all'unisono, alzandosi da terra.

Eragon - parodiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora