6.1 - Rap storicistico

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    L'eroe e suo cugino arrivarono a Carnevale. Il primo era pronto a fare tutte le domande del mondo possibili e immaginabili, il secondo si stava già lanciando nel primo negozio d'abbigliamento per palestrati grossi che si poteva vedere entrando in paese. Non si salutarono nemmeno prima di separarsi e andare ognuno per la propria strada.
    Si volevano molto bene.

    Eragon arrivò alla casa di Brommo - di cui conosceva l'esatta ubicazione in quanto a Carnevale erano quattro gatti e si conoscevano/stalkeravano tutti quanti tranquillamente. Fece per bussare alla porta, ma il mitico fattone portatore di Netflix era lì di fianco e procurò un infarto al giovane eroe.

    «BU!» gridò appena Eragon stava per battere le nocche sulla porta. Le imprecazioni che ne seguirono non possono essere scritte in questa storia.

    «Ero venuto solo per delle domande, madò... Devi fare così ogni volta?» chiese il giovine una volta ripreso possesso della parola.

    «Che ci posso fare se hai sempre un sacco di dubbi? Il massimo che posso tentare è spaventarti così non torni più.»

    «Onesto.» commentò Eragon.
    «Già.» ne convenne Brommo.

    «Ma tanto non funziona.» ribattè Eragon.

    «Già, non funziona.» constatò Brommo, gli occhi che guardavano in direzioni diverse ognuno per conto proprio «Vabbè, siccome non posso evitarlo, vieni dentro. Mettiti comodo, fa' come se fossi a casa tua (anche se la mia è meglio gne gne).»

    Entrarono entrambi in casa: un buio buco di schifo pieno di rotoli di pergamena e libroni troppo polverosi per leggere cosa ci fosse scritto sulla copertina, figurarsi sfogliare le pagine. Brommo corse subito al camino con la scusa di fare un po' di luce. Bestemmiò a random buttando a terra una mensola intera, ma riuscì ad accendere la legna. Forse prima di diventare un tossico era un giocoliere.

    «Siediti dove vuoi, o giovine discepolo, ma stai attenzionato.» disse Brommo all'eroe mentre quello stava appunto per sedersi su una delle innumerevoli poltrone da pappone miliardario deceduto che c'erano in quella stanza «Ogni cosa qui dentro vale cento volte più di te e della tua fattoria assieme.»

    Tutte le poltrone esistenti all'interno - ma anche ogni superficie piana possibile di quella casa - erano ricoperte di pergamente e oggetti molto vecchi. Lo scrittoio era popolato da infinite penne e calamai, forse Brommo trascriveva i suoi deliri prima di raccontarli a Carnevale.

    «Allora, cosa diamine vuoi sapere stavolta?» chiese, giustamente nervoso, il magico Brommo mentre metteva una teiera accanto al fuoco e si sedeva sull'unica poltrona libera della casa.

    «Mah, nulla.» Eragon si sistemò a disagio sulla seduta polverosa che aveva scelto «È che sento sempre parlare di lucertole coi superpowers e dei Volatori maggggici incredibili nelle storie degli erranti e anche nelle tue... E mi chiedevo da dove diavolo fossero saltati fuori tutti quanti, insomma...»

    Il dubbio più stupido del secolo era stato espresso.

    «Mi pare ovvio.» rispose il fattone cantastorie dopo essersi preso qualche momento per sclerare internamente «Quando è comparsa la terra c'erano pure loro. Hanno fatto "puff" e sono apparse in tutta la loro gloria rettile.»

    «E i Volatori?» domandò di nuovo Eragon.

    «Per questo mi serve un po' di aiuto...» mormorò il vecchissimo, raggiungendo con una mano la pipa e il suo sacchetto di maria essiccata «Se sto a raccontarti tutti i come e i perchè di sta tragedia immensa va a finire che restiamo qui per almeno un decennio.» commentò sprezzante mentre caricava il fornelletto della pipa.

    «Sarebbe bello...»
    «No.» tagliò corto l'anzianissimo, e sbuffò una nuvola di fumo passivo in faccia al giovine.

    «Allora, se vuoi conoscere vita morte e miracoli di ogni Volatore mai esistito sulla faccia di Allergeni, ti consiglio di prendere appunti.» fece Brommo dopo un paio di secondi di raccoglimento psicofisico «Repperò talmente veloce che Eminem può solo accompagnare, quindi non interrompermi perchè non ripeterò nulla. Ar ya redi?»

    «Daje.» rispose Eragon, troppo fiducioso nella vecchitudine di Brommo e nella sua probabile incapacità di reppare tanto veloce articolando bene ogni parola. Quanto si sbagliava.

    Il cantastorie partì a raccontare, aveva inserito il disco e nessuno lo poteva più fermare. Riferiva i dati in rima e di sottofondo aveva anche messo una base di beatbox con la sua radio rubata. Era troppo figo.

    In poche parole veniamo a sapere che Allergeni è stata scoperta dagli elfi ballerini/tronisti come è stata scoperta l'America nel nostro mondo. Quelli stavano navigando tranquilli, magari volevano andare da qualche altra parte, e invece sono finiti su quel pezzo di terra insulso che è Allergeni. Se lo fecero andare bene, soprattutto perchè c'erano le lucertole volanti, ceh, che fai? Te ne privi? Eh no che non te ne privi.

    «Da dove venivano gli elfi?» lo interruppe Eragon altrettanto velocemente «E perchè sono chiamati elfi ballerini o tronisti? Esistono sul serio o li hai visti in un'allucinazione stroboscopica con gli acidi? Posso vederli anch'io?»

    Brommo si fermò, incredibilmente. Forse tanto basito dalla stupidità di Eragon da non riuscire ad andare avanti, forse estremamente accigliato dalle capacità di rap del ragazzo. Quel giovine aveva potenziale.

    Restava comunque il fatto che il vecchissimo se l'era presa.

    «Non riesci proprio a tacere per dieci secondi di fila?» lo rimbeccò «Comunque gli elfi esistono, sono chiamati così perchè sono fighi e dicono di venire da una terra dove Poltrone&Sofà non fa sconti.» riprese Brommo, dando risposta ai dubbi del feto «Non guardarmi così, lo so che quella catena di negozi fa sempre sconti, infatti nessuno ha mai creduto alle parole di quei tronisti.»

    «Ora ha tutto più senso.» commentò Eragon.
    «Già.» ne convenne Brommo.

    «Comunque,» ribadì il vecchissimo, guardando intensamente male l'idiota che aveva davanti «fai in modo che non si ripeta più.» lo minacciò in modo molto cattivo. Non voleva più interruzioni.
    Eragon annuì spaventato.

    Attesero qualche secondo di caricamento mentre Brommo recuperava il disco di memorie al punto in cui era stato interrotto, poi la storia reppata continuò.

    Il caro Paolini, quindi, ci comunica tramite Brommo che gli elfi erano (e tecnicamente sono ancora) overpower con la magia e vivevano per secoli o millenni senza nemmeno invecchiare di un giorno. Un po' come la gente famosa di oggi... Tranne la vita eterna e i poteri maggggici.
    All'inizio i tronisti consideravano le lucertole volanti al pari degli animali, degli animali fighi che sparavano fuoco dalla bocca e che potevano sbranarti senza ever being worried. Ma pursempre animali.

    Little did they know che le lucertole avevano un cervello e una coscienza. Così, quando un giovane tronista idiota uccise volontariamente uno degli animali volanti, le lucertole si arrabbiarono a morte. E uccisero il piccolo scemo.
    Darwin ha sempre ragione.

    Da quel giorno ebbe inizio una guerra molto sanguinosa e molto cattiva in cui molti elfi e molte lucertole presero sonno e si misero a dormire.
    I tronisti, notata l'inferiorità di poteri magggggici, volevano fermare la distribuzione di sonnifero. Solo che non sapevano comunicare con le lucertole, quindi nulla.

    Questa guerra bruttissima e cattivissima durò solo cinque anni. All'inizio pensavo fossero stati secoli o anche solo qualche decennio, e invece no. Cinque anni. Bah.
E terminò solo quando uno stronzetto dei tronisti trovò un uovo di lucertola ancora da schiudersi in mezzo al bosco. Sto deficiente rapitore di uova altrui si chiamava Eragon.

    ZAN ZAN ZAAAAAAAAAAAAAAAAAN

Eragon - parodiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora