"Susie!"
"Mi riconosci??"
"Ma che ci fai qui?" gli chiesi.
"Pensavi non sarei mai tornata? Ho lasciato un pezzo del mio cuore in Giappone."
Sembrava entusiasta e piena di vita come non mai. Ebbi modo di osservarla meglio. I capelli le erano cresciuti, da un lato aveva un lungo ciuffo che le copriva completamente l'occhio destro. Aveva un trucco nero e viola scuro, un paio di stivali che le davano qualche centimetro in più, e una gonna cortissima che la slanciava.
Più di tutto il resto notai che era rimasta bella e, se mai fosse stato possibile, lo era diventata ancora di più negli anni.
Forse era la sicurezza in sé stessa, lo dissi già quando avevamo quindici anni, Susie avrebbe potuto conquistare il mondo se solo l'avesse voluto.
"vado all'accademia d'arte, mi sto divertendo tantissimo!"
"Figurati, con tutti i soldi che hai." dissi scherzando, anche se effettivamente era la verità.
"Ma va! La gente è così gentile. E tu che ci fai qui? Che mi dici di Aoi, come sta lui?"
Mi partì un colpo di tosse e una fitta al petto, Susie aveva probabilmente beccato le domande più stronze da farmi quel giorno. "... Vacanze.
Aoi? Non lo so... Credo stia bene." gli dissi cercando di trattermi. "Come sta Marshall?"
"Chi?"
"... Come 'chi?', Il tuo ragazzo."
"... Oh. Gli ho detto che mi piacciono le ragazze."
Colpo al cuore, non che non me l'aspettassi, ma mi fece comunque effetto, Javet aveva ragione, quella tensione degli anni prima era realtà, non me l'ero inventata.
E potevo caderci di nuovo se solo non fossi cresciuta, non volevo più tira e molla sentimentali, sebbene il suo profumo di violetta mi distraeva, così come il suo lucidalabbra, i suoi capelli corvini, la sua manicure. È vero che le ragazze sono proprio fantastiche, nulla poteva cambiare questo mio pensiero.
Susie mi invitó nell'appartamento che condivideva col fratello. Di lui non mi ricordavo questo perché, come disse Susie "quando te ne parlai lo chiamavo ancora 'sorella'. "
Thomas era... Femminile, non per sua volontà, era stato adottato dall'India quando Susie era ancora piccola, Mentre lei era in Giappone, l'anno in cui ci conoscemmo, lui studiava a Singapore. Di Thomas mi rimase impressa la pelle scura e il naso ad'uncino, i suoi lunghi capelli rosso fuoco e la sua perenne espressione negativa.
Profumava di sigarette, fu così che me ne offrì una. Quella fu la prima sigaretta che fumavo dopo tutto quel tempo, mi riportò momentaneamente al motivo per cui mi ritrovavo a Tokyo, il fumo e la brezza marina.
Notai immediatamente l'attaccamento che Susie aveva verso il fratello, lo trattava come un bambino prezioso da proteggere anche se era molto più rude e tosto di lei, Forse capii da subito che lei lo vedeva con gli occhi del Romanticismo, ma, per ovvi motivi, non poté mai avvicinarsi a lui in quella maniera. Mi chiesi da quanto andava avanti la cotta di Susie per Thomas, mi chiesi anche se quell'anno fui una specie di rimpiazzo temporaneo.
Mentre ci rilassavamo nella camera di Thomas, una stanza pulita e minimale sui toni del nero, fumando di tanto in tanto qualche sigaretta, mi accasciai sul tappeto per farmi quelle paranoie.
"Che vuoi fare stasera?" mi chiese Susie, interrompendo i miei pensieri.
Aprii gli occhi e lo dissi. "Voglio cambiare nome."
All'inizio mi guardarono come se fossi pazza, poi però stranamente lo accettarono molto velocemente.
"sembra un buon piano per un Sabato sera." disse Thomas prendendo un'altro tiro della sua sigaretta "perché non cambi anche altro?"
"Tipo?"
"I capelli!" esclamó Susie. "Staresti benissimo bionda!"
Non ci avevo mai pensato sino a quel momento, ma se lo diceva Susie, che aveva un buon senso dell'estetica, vuol dire che era la verità.
Susie si alzò per andare a frugare nella libreria, tra i mille oggetti inutili che si era portata dietro aveva anche un libro con nomi da dare ai bebé. Mentre giravo le pagine mi accorsi che erano tutti nomi occidentali ma la cosa non mi dispiaceva, in particolare mi fermai quelli che iniziavano con la lettera 'S'.
Sophia... Scarlett... Stella... Sharon... Sabrina...
Sage..
Sarah!
I miei occhi si illuminarono, quel nome non aveva nulla di speciale rispetto agli altri, semplicemente lo indicai dicendo "Mi piace come suona."
Thomas e Susie poi mi accompagnarono dal parrucchiere, Susie per tutto il processo mi tenne la mano stretta, era quasi commossa.
Quando mi vidi allo specchio ovviamente riconobbi il volto, ma avevo i capelli biondo platino e un nome che ancora del tutto non mi apparteneva, quando mi chiamavano ancora non mi voltavo, quando dicevano quel nome non rispondevo.
Presi coscienza del mio cambiamento solo con la speranza che quella non era solo una maschera, che Sarah sarebbe stata più forte, meno debole, che Sarah non era la stessa persona con una madre pazza, che era scappata di casa, che aveva rovinato tutto con il proprio migliore amico.
Cercai di affondare in quelle bugie il più possibile, fino a che non mi trascinarono in discoteca. Lì guardavo la bella Susie ballare sotto i led completamente incollata a Thomas, ballava e rideva tra tutta quella gente, era bella, davvero bella.
Osservai il mio cocktail sotto quelle luci, rimanendo ancora per un po' in disparte, bevvi l'ultimo sorso e mi infilai subito dopo nella mischia.
'Ayumi l'amava, Sarah non l'avrebbe amata.' pensai scioccamente.
Era tutto un gioco alla fine, come portarla via, ballarle a due centimetri di distanza, sincronizzare le labbra con la canzone, cantargliele a tre millimetri dal suo lucidalabbra, afferargli i fianchi e la vita nel. Mentre.
Come fossi una creatura della notte le lasciai un bacio sul collo continuando a ridere, ma quella era realtà.
Inutile dire che eravamo entrambe già brille, ed'era da tanto che non mi sentivo in quel modo, o forse non mi ero mai sentita in quel modo, c'era quella punta di nuovo che mi attirava e piaceva, unito al cadente passato, nostalgico e longevo.
La mattina seguente mi svegliai uno schifo. Appena alzata dal divano avevo un dolore tremendo alla pancia e un forte malditesta, In fondo erano la mie prime esperienze.
Guardai per qualche secondo la sigaretta che avevo rubato a Thomas la sera prima e pensai di fumarla, ma non lo feci, mi avrebbe fatto sentire anche peggio.
I due fratelli ancora non si svegliavano, io non volevo disturbarli, ma Il campanello d'ingresso ad'un certo punto suonò. La prima volta lo ignorai non sapendo cosa fare, mi chiedevo chi era sveglio così presto a quell'ora di domenica mattina oltre me, poi però suonò una seconda e terza volta.
D'improvviso silenziosamente Susie uscì dalla sua stanza, ancora nel suo pigiama lilla, aveva un espressione spenta, forse reduce dell'ubricatura del giorno prima. Quell'espressione però cambió in stupore quando vide la persona fuori dalla porta.
"Cherry!" esclamó "Mi ero dimenticata del giorno di lezione..."
La prima volta che vidi Cerise notai subito la sua fredda natura, il mondo attorno a lei doveva essere forte ed'efficente altrimenti non aveva pazienza. Era alta, ma non quanto Javet, aveva la pelle scura e i capelli ricci e neri. In quel periodo si portava dietro una valigetta di pelle con tutti i suoi libri di lingue, ne parlava sette ma con gli anni di sicuro ne avrà imparate molte altre.
"sbrigati a prepararti, ricordati di chiamare anche Thomas." disse a Susie
Quando rimanemmo da sole non sapevo di cosa parlare, l'unico argomento in comune era come avevamo conosciuto Susie. Ricordo che ad'un certo punto sospiró "Io non vedo come faccia la gente a starle dietro, é davvero stupida talvolta."
Rimasi interdetta per qualche secondo. "... Non ti piace Susie?"
"No. Non più almeno." era la prima volta che conoscevo qualcuno che non pendesse dalle sua labbra, notai che avevano entrambe carisma ma in modo diverso, Cerise era onesta.
"Come ti chiami tu?" mi chiese ad'un certo punto.
"Sarah."
Mi porse la mano.
"Cerise." gliela strinsi. "Non farti ingannare da Susanna, non è la ragazza che conosci."
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Sarah
RomanceSarah scappa di casa ma poi succedono cose orribili e va bene così. Temi sensibili: menzioni di abuso di sostanze, assalto sessuale e malattie mentali Scene di sesso tra donne (non è un tema sensibile però se sei stronzo e non ti piace non leggere e...