Thomas fu il mio terzo lutto, così reale, così vero. Ma non riuscii a processarlo, non era finita lì.
Mi rimase impressa l'espressione turbata della signora Darko, fuori dalla villa, mentre portavano via il corpo di sua 'figlia'.
Susie nascondeva il volto nella mia spalla, accanto a lei, persino Cerise, le accarezzava dolcemente la schiena.
E non c'era una di noi che non piangeva, solo in modo diverso.
Quando rimanemmo solo noi quattro, e la madre di Susie, la signora le fece cenno di andare nel suo ufficio, pensai che forse dopotutto si volevano bene.
Cora tornò a casa, rimanemmo in tre, io e Cerise eravamo fuori dalla porta ad'aspettare, i colori della California si erano ingrigiti e il tempo si era ormai bloccato.
Guardai l'espressione di Cerise, lei osservava in avanti, fuori dalla finestra, all'orizzonte del mare.
"Cerise... Tu.. Ne sapevi qualcosa?"
Ci fu un silezio di secondi.
"Non l'ho mai pensato ma... Forse sì, avevo notato qualcosa." disse, mentre i suoi occhi diventavano di nuovo lucidi. "Forse in fondo.." mi guardò negli occhi "Lo capisco. Capisco Thomas."
Qualche lacrima cominciò a scendere. "Ceri... Ma che dici.." mi avvicinai e ci stringemmo così forte che per un momento i nostri cuori si sincronizzarono.
Sentimmo la porta dell'ufficio aprirsi accanto a noi, in maniera brusca.
Susie fece un grosso respiro, il suo viso non era truccato, le sue guance erano completamente bagnate.
"... Mia madre... Qualcuno ha detto a mia madre di noi, Sarah."
Spalancai gli occhi e il cuore cominciò a battermi all'impazzata.
"E ora??" chiesi.
"Abbiamo un giorno per andarcene, non.. Posso rimere più qui." Susie si girò verso Cerise e la prese per mano. "Cherry, torna in Francia, torna dalla tua famiglia, loro ti vogliono così bene... Non come la mia."
Cerise guardò prima Susie e poi me, a ripetizione. "Non...non capisco."
Forse io avevo capito, io e Susie ci eravamo fin troppo dentro Cerise invece...
"Tu hai una vita splendente davanti a te." le dissi, mentre mi toccavo l'ormai vecchia collana di acquamarina, che per tutto quel tempo aveva visto ogni mia vicenda. Me la tolsi dal collo e la porsi a Cerise "Tieni, torna a casa tua, e ricordaci." conclusi mentre prendevo per la vita Susie.
Cerise prese la collana e deglutì.
"Ho capito... Ma giura che ci rivedremo un giorno."
Mi misi la mano sul petto e feci sì con la testa, guardadola nei suo profondi e scuri occhi. "Giuro."
E così fu che rimanemmo soltanto in due e il tempo si rimise in moto, in maniera così frenetica, così tanto che ricordo ben poco.
Susie aveva una zia da parte di madre che era stata estraniata dalla famiglia per motivi molto simili a lei, zia Beth era il suo nome e in quel periodo stava facendo un lungo viaggio in Canada, ci lasciò volentieri libero il suo piccolo appartamento a Fresno, ma prima passammo dagli zii paterni di Susie, per consegnare una lettera che lei aveva scritto, anche loro avevano un villa enorme, ed'erano piuttosto affabili, ma, per la paura dell'ennesimo rifiuto e i sensi di colpa non chiedemmo molto più che un bicchiere d'acqua.
Le due settimane nell'appartamento di zia Beth le passammo nel letto, sentivamo solo i respiri e i battiti del cuore l'un l'altra, fu quello il momento in cui mi resi conto della realtà delle cose.
Era morto il fratello della persona che amavo di più al mondo, quella persona l'avevo tra le braccia che singhiozzava ogni giorno, sempre di meno, ma ogni singolo giorno. E ad'ogni suo sighiozzo vi era una mia lacrima, perché il mondo si era portato via una così bella persona? Perché così presto?
In quel periodo forse avevamo bisogno di luce ma stavamo sempre al buio, ogni rosso che avevamo attorno ci ricordava lui.
Un giorno, mentre tornavamo a casa dopo una modesta spesa, vidi un annuncio per un viaggio in un'isola nel pacifico in cambio di mano lavorativa, la carta era gialla pastello e decorata con deliziosi ghirigori, non costava molto.
Bloccai Susie e le proposi di andare.
"Perché non ricominciamo la vita da zero? Insieme."
Susie mi osservó negli occhi. In fondo non avevamo nulla da perdere.
Per la prima volta dopo molto tempo vidi accennare un mezzo sorriso.
"Ci sto. Insieme."
Salimmo su una nave due giorni dopo, guardardo il sole splendente e un mare che mai finiva.
Mentre eravamo sulla prua indicai la linea di confine.
Mentre stringevo a me la mia Susie, che mai avrei lasciato andare.
Non ci eravamo dimenticate di tutti i nostri traumi, i nostri dolori, le nostre lacrime, ma raggiungere l'Eden significava anche, in qualche modo,
Rinascere. Guarire.
E rendere quel nostro amore eterno.
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Sarah
RomanceSarah scappa di casa ma poi succedono cose orribili e va bene così. Temi sensibili: menzioni di abuso di sostanze, assalto sessuale e malattie mentali Scene di sesso tra donne (non è un tema sensibile però se sei stronzo e non ti piace non leggere e...