Ritorno al tramonto

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È passato un po' di tempo dalla mia ultima scrittura, ma sono di nuovo qui, un po' per fortuna e un po' per sfortunata necessità.
Negli ultimi tempi le cose sembravano andare bene, tanto che anche i momenti bassi a cui ormai sono abituato si sono rivelati brevi.
Anche ora pare essere così, se non fosse che pochi giorni fa ho sentito l'istinto e l'ispirazione per buttare giù qualche riga che mi raccontasse ancora una volta.

L'altra sera, appunto, ero in treno, con la testa appoggiata contro il finestrino, dopo aver passato tre giorni molto probabilmente memorabili, e su questo treno di ritorno verso Casa ho visto passare davanti ai miei occhi un tramonto bellissimo, in mezzo a paesaggi semplici, nuovi e sconfinati.
In realtà questo tramonto non era uno dei più belli che io avessi mai visto, nemmeno nella top 10, eppure mi sono ritrovato con una lacrima che stava scorrendo lungo il viso diretta verso un mezzo sorriso involontario.
Me ne sono accorto solo quando un paio di compagni lo hanno notato e me ne hanno chiesto il motivo: solo lì ho realizzato la scena, e inizialmente ne sono io stesso stupito.
Dopo averli tranquillizzati, mi sono messo a pensare al perché quella lacrima fosse scesa e quel sorriso fosse spuntato, percependo qualche occhiata fuggente dagli altri, forse preoccupati o incuriositi.

Dopo qualche minuto sono arrivato alla conclusione che stava sotto ai miei occhi con una semplicità disarmante: era la malinconia il motivo, la stessa che mi ha accompagnato negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi, quel sentire un vuoto dentro dovuto a un pezzo mancante e irrecuperabile per scelta del destino.

Il mio rapporto con la malinconia è sempre stato in stile "odi et amo", e anche questa volta ho potuto constatarlo e confermarlo: da un lato ho sempre odiato il capacitarmi del vuoto e il sapere di non poterlo colmare, dall'altro ho sempre amato il rendermi conto che le cause di quei vuoti, e in questo caso di uno particolare, non mi avessero mai abbandonato, rimanendo nell'anima in modo indelebile.

Tra un pensiero e l'altro, tra un ricordo e l'altro, tra un'altra lacrima e un altro mezzo sorriso, il tramonto ha lasciato spazio alla sera e poi alla notte.
Per tutto quel tempo, ho continuato a parlare con amici e compagni, ma senza mai lasciare da parte quel groviglio di emozioni malinconiche e senza mai farne parola o darne spiegazione agli altri.

In fondo sono contento di aver provato tutto questo in un momento del genere, perché per qualche strano motivo e in qualche modo mi sono sentito vivo, più di quanto avessi fatto nei tre giorni che si avviavano alla conclusione.

Quel tramonto rimarrà impresso in me, come un tatuaggio sulla pelle, ne sono sicuro.
Come sono sicuro che ogni volta che sarò malinconico, alzando una mano, potrò asciugare una lacrima, prima che essa tocchi un mezzo sorriso.

Versum

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