Capitolo III - Nuova Opportunità

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Ogni mattina, il Signor Shiba entrava al Bar per fare la sua colazione e ogni volta ci lasciava una generosa mancia.
Ogni mattina, io e lui facevamo una piccola chiacchierata.
Mi diede anche il premesso di dargli del "Tu" però essendo più grande di me di 10 anni, non mi andava, era pur sempre una persona più grande.

-Buongiorno, Signor Shiba. Come sta?

-Buongiorno Sachi, tutto bene grazie e tu?

-Bene, grazie. Oggi cosa prende?-

-Caffè nero e cornetto ai cereali.-

-Signor Shiba, lei non ha mai provati i paninetti all'uvetta? O sbaglio?-

-No, non sbagli.-

-Perchè non l'ha mai preso? Eppure questo Bar è conosciuto per questo. Sono molto buoni e soffici.-

-Non amo l'uvetta, anzi la detesto.- disse ridendo.

-Va bene, Signor Shiba.-

Andai da Kiku, diedi l'ordine del Signor Shiba e poi le dissi sotto voce

-Dammi anche un paninetto con l'uvetta, glielo voglio far provare.-

Mi guardò con occhi maliziosi e disse

-Tu invece cosa vorresti provare?-

Arrosii alle sue stramaledette parole, lei sapeva che avevo preso una grossa sbandata per il Signor Shiba.

Kiku preparò tutto nel vassoio e io glielo portai.

-Prego, Signor Shiba.-

-Sachi, ma io non ho ordinato anche un paninetto.-

-Glielo offro io, voglio che lei lo provi. Non se ne pentirà, mi dia retta.-

L'uomo anche se titubante, prese il paninetto e lo addentò.
Rimase quasi basito dalla bontà di quella pallina dolce.

-Ma è buonissimo.- disse con stupore.

-Glielo avevo detto, Signor Shiba.-

-Ne sono rimasti altri?-

-Certo.-

-Per favore, Sachi, dammene altri 3 in un sacchetto che li porto via.-

Mi azzardai a fare una domanda.

-Per sua moglie e i suoi figli, Signor Shiba?- dissi sorridendo.

-No, Sachi, non ho figli.-

-Allora sono solo per lei e sua moglie.-

-Nemmeno, se ti stai riferendo alla fede che porto al dito. Sono divorziato da un anno ormai, solo che ancora non riesco a dimenticarla.-

Il mio viso diventò triste, feci un inchino in segno di perdono e mi scusai più volte col Signor Shiba per la mia domanda inopportuna.

-Mi scusi, non volevo... davvero. Sono stata inopportuna a farle quella domanda.-

I miei occhi guardavano il pavimento quando sentii la sua mano toccare la mia spalla.

Provai piacere in quel tocco.
Quel calore improvviso mi trasmettè sicurezza.

-Sachi, guardami in faccia.-

Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi, mi sarei potuta perdere in quelle iridi gialle che mi guardavano.

-Non è successo niente, hai fatto una semplice domanda.- mi fece un bel sorriso.

Dopo avermi rassicurata, andai a prendere i paninetti e glieli diedi in mano.

-Grazie mille, Sachi. Ti auguro una buona giornata, a domani.- disse facendo un sorriso.

Taiju ShibaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora