5. delicious life

400 27 20
                                    





Harry incrociò il dottor Sloan appena fuori dall'ascensore, con una cartellina in mano, gli occhiali sottili da vista sulla testa tra i capelli folti e il camice bianco che svolazzava ad ogni passo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.




Harry incrociò il dottor Sloan appena fuori dall'ascensore, con una cartellina in mano, gli occhiali sottili da vista sulla testa tra i capelli folti e il camice bianco che svolazzava ad ogni passo. Non sollevò lo sguardo dalle analisi neanche quando Harry lo affiancò.

«Finalmente, Devine. C'è un cuore per il mio paziente».

Harry sollevò le sopracciglia e affrettò il passo per stargli dietro. Si fermarono un momento nell'atrio centrale, e Sloan chiese delle ulteriori analisi mentre Harry fremeva. Un trapianto di cuore? Quella era sicuramente la cosa migliore che potesse capitargli dopo il terribile sabato che aveva trascorso.

«Justin Parker?» chiese, siccome aveva visto il ricovero di quella mattina.

Sloan sollevò gli occhi scuri con la sua solita espressione di ghiaccio. «Sì».

Justin Parker aveva nove anni e una storia di problemi di cuore che sarebbe potuta appartenere ad un uomo di ottanta. Due interventi, uno dopo appena un paio di settimane che era nato in cui gli avevano sostituito per la prima volta il cuore. Poi era cresciuto, ma il cuore non si era sviluppato insieme a lui e l'insufficienza cardiaca si era aggravata come se quel primo intervento non ci fosse mai stato. Era nella lista per i trapianti da tre anni.

«Justin, ti operiamo tra un paio d'ore» annunciò il dottor Sloan dopo i primi convenevoli.

La madre di Justin stava già piangendo di gioia, ma il bambino non reagì come si sarebbero aspettati.

«Non lo voglio» sbottò.

«Justin...» mormorò Mary, sua madre.

«Hai bisogno di questo intervento, Justin. Il tuo cuore non è abbastanza forte» spiegò Sloan.

«Ho detto che non lo voglio. Non voglio un altro cuore».

Harry rimase in disparte, come sempre. Sloan lo richiedeva come specializzando perché era il più preparato e voleva specializzarsi in cardiochirurgia, ma poi pretendeva che rimanesse sempre un passo indietro, sempre con la bocca chiusa. Doveva ascoltare, vedere, ma non doveva parlare né intromettersi.

Harry aveva capito di volersi specializzare in cardiochirurgia la prima volta che aveva operato con Sloan. Era stato al primo anno di specializzazione, dopo cinque mesi che lavorava al Saint John Hospital. Aveva osservato in silenzio accanto al braccio sinistro del dottor Sloan mentre sostituiva una valvola, un intervento da niente, senza complicazioni e senza preoccupazioni. Ma vedere quel cuore pulsante... il cuore è tutto. Si può essere vivi se il cuore batte e il cervello non funziona, ma non si può vivere con il cervello funzionante e senza battito cardiaco. Era una consapevolezza che aveva sempre avuto, semplicemente si era consolidata in quel contatto visivo di appena un'ora. Si era limitato a passare i bisturi al dottor Sloan. Poi, col passare del tempo, aveva insistito ed era riuscito a toccare con mano un cuore.

CEASEFIREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora