II

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"Non era una di loro. E non sarebbe mai stata una di noi. Lasciammo decidere all'Armonía il suo destino. Non sarebbe diventata un nostro problema."

Tratto dagli appunti di Dugug dei Cultisti

Un pesante passo affondò nella neve seguito dal rumore di quattro cigolanti zampe metalliche

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Un pesante passo affondò nella neve seguito dal rumore di quattro cigolanti zampe metalliche.

Un mese era trascorso dagli eventi del Santuario della Santa Pietra e da quel giorno Fen non aveva smesso di cercare i suoi figli.

Quella mattina, il vento frusciando tra gli alberi agitava i rami secchi dando vita ad un frastornante gracchiare simile a quello dei corvi. Le fronde scuotendosi lasciavano cadere delicatamente microscopici fiocchi di neve sul mantello cobalto dell'uomo, e lì si depositavano rimanendo come incollati fino a sciogliersi.

La via davanti, un miscuglio di terreno fangoso e crepitanti foglie secche, era tracciata ai lati da piccoli monoliti, neri come il nulla dopo l'estinguersi del chiarore di una stella. Posti in due file ai lati del sentiero ognuno era stato inciso con simboli di lingue dimenticate dal tempo. Riconobbe tuttavia alcuni di essi. Haw, la costellazione dell'anima, i cui scritti di Pamon Py tanto l'avevano affascinato da ragazzo. Kinsa, la filosofia della lama, praticata rigorosamente nei secoli dai Koratiani. E Ramid, il pipistrello di Marlo, il corpo celeste orbitante vicino alla stazione Experion.

Respirò riempiendosi i polmoni per poi chinarsi sulle ginocchia ed esaminare una delle steli davanti a se. Realizzata con una pietra simile all'ematite, era ben levigata, quasi vitrea. Sfiorandola con le nocche come in una carezza, scoprì che la superficie era grassa ed oleosa al tatto, coperta da un qualche abominevole liquido untuoso nero pece. Poi con la punta dell'indice percorse il solco scavato nella roccia. Il segno era essenzialmente una semplice "T", ma per qualche ragione il suo cervello lo associò senza alcuna esitazione ad una croce priva dell'estremità dell'asse verticale.

'Cosa sono?' Domandò il compagno di viaggio con voce metallica.

Fen portò la mano al viso e spostando il mantello dal naso, odorò la sostanza. Un leggerissimo tanfo di marcio e combustibile percorse le sue narici facendo scattare una sequenza di immagini nella sua mente, tratte da libri antichissimi dimenticati dal Sideryon.

'Stai in guardia' sussurrò rialzandosi 'Non siamo soli.'

Il compagno d'acciaio, si mosse in avanti camminando lentamente per portarsi vicino alla pietra. La osservò, ondeggiando la testa da destra a sinistra come per coglierne il mistero, e portando gli occhi a pochi centimetri dal simbolo iniziò a scannerizzarne la superficie.

Il processore neurale si arrestò però interrotto dal suono di una lunga ed intensa nota malinconia emessa nell'atmosfera. Simile ad un getto d'aria essa scosse neve e foglie, facendo vibrare la sostanza oleosa sul monolite come una pietra scagliata nel lago. Il simbolo a forma di "T" si accese anch'esso illuminando i dintorni di luce blu marino, e un'altra onda vibrante, questa volta più intensa, percorse etere e suolo suscitando un tremito nelle ossa e negli ingranaggi dei viaggiatori. Gli altri monoliti iniziarono a brillare e risuonare in successione, e le note provenienti da essi sovrapponendosi l'una sull'altra diedero infine origine ad una vera e propria tetra melodia. Un empio canto presagio di sfortuna.

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