Ho finalmente preso la patente quasi un mese fa e ho detto a mia mamma che voglio cambiare corso universitario.
Dopo mesi di procrastinazione e attesa che questi due blocchi della mia vita si sciogliessero, finalmente è andata. Devo dire che mi sento molto meglio, infatti sono anche riuscita a scrivere di più.
La cosa che però più mi ha fatto riflettere è quanto non sia stata tanto io a giudicarmi per queste questioni, quanto più ho effettivamente percepito la pressione esterna. Le persone accanto a me non lo dicevano ma dai loro occhi ho percepito i loro pensieri.
Io penso di essere veramente troppo piccola per decidere della mia vita, per mettermi in strada. Eppure la percezione esterna è che dovrei avere tutto chiaro, dovrei avere un obbiettivo, un sogno. Io non ho aspirazioni in questo senso, vado avanti un po' a inerzia perché devo farlo, ma non so qual è la strada giusta, ma ho solo 19 anni, fino a un anno fa dovevo solamente pensare alle mie interrogazioni da 40 pagine, per il resto ero libera di poter fare quello che volevo perché obbiettivamente stavo compiendo il mio dovere. Adesso invece i miei doveri saranno incisivi su come starò vivendo la mia vita tra 10 anni e questa cosa è assurda.
Mi guardo intorno e anche i miei coetanei sembra che hanno chiara la strada. Chissà come fanno.
Forse sono io che negli anni non mi sono impegnata abbastanza a trovare un mio percorso, ma la realtà è che è dal terzo liceo che guardo tutti i corsi universitari e soprattutto che io a liceo ero brava in tutto, ma eccellente in niente. Non ho mai avuto nessuna preponderanza verso nulla, nessuna passione particolare. Mi sono sempre sentita un po' grigia, con tante sfumature, ma mai ho avuto percezioni di me stessa come qualcosa di bianco o di nero, come qualcosa di certo.
Mi sento un po' un' inetta e Svevo alla fine li salvava quelli come noi, a differenza di quelli pieni di certezze.
Spero davvero che tutta questa incertezza prima o poi mi darà comunque la possibilità di trovare la strada giusta, di trovare il mio posticino nel mondo.
L'unico monito che cerco di darmi è quello di non ascoltare le pressioni altrui, sarò anche sbagliata nell'essere così indecisa, mancherò di personalità o di ambizione, poco importa, non posso scendere a compromessi con una versione di me costruita o forzata solo per ciò che dicono gli altri, io non devo nulla a nessuno se non a i miei genitori. La mia fragilità non è barattabile con nessuna falsa certezza.
