La Maledizione del 14 Febbraio | ItaFushi

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Questa storia partecipa al concorso "La distanza tra me e te" del profilo WattpadFanfictionIT

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Scenario 2: Prossimità forzata

Fandom: Jujutsu Kaisen

SHIP: Itadori Yuji x Fushiguro Megumi

Parole: 2.816

RATING: 🟨 light nsfw

TW: Shonen-ai Lime


⊚⊶♅⊷⊚


- Capite? Mi fa troppo incazzare! – Itadori sottolineò le sue parole con un gesto stizzito delle mani.

- Lo so che non mi dovrei lamentare – continuò – in fondo è grazie a lui se sono vivo. Ma ogni tanto avrei bisogno di stare un po' da solo con me stesso. Rivoglio la mia privacy! –

Itadori Yuji era stoico, determinato, coraggioso. Non si lamentava spesso della sua situazione, anzi, non si era mai lamentato prima.

A dire il vero aveva accolto con grande entusiasmo il nuovo status quo; imparare a gestire l'energia malefica gli aveva dato il potere di salvare quante più persone possibile. Affrontava a testa alta le sfide di ogni giorno, sforzandosi di ignorare il destino cupo e grottesco che gli era stato assegnato: quel conto alla rovescia, da venti a zero, che avrebbe decretato la sua morte.
La medaglia aveva una sola faccia, per Itadori, e cercava di non girarla.

Ma anche se affrontava la sorte con grande forza d'animo, aveva pur sempre sedici anni.

- Sapete qual è la parte peggiore? – domandò, per poi proseguire senza attendere risposta – I vuoti di memoria. All'inizio non mi succedeva, ma ultimamente mi capita di accorgermene, di notare che c'è qualcosa che non quadra. Sono flash, attimi; durano un minuto, non di più. Sto guardando un film, sbatto le ciglia, e mi accorgo che non ho capito; e devo tornare indietro. Ieri sono andato in bagno per fare la pipì, e poi ero lì, e non mi scappava, come se l'avessi già fatta. –

Intrecciò le mani dietro la schiena e si tirò su ben dritto, facendo scrocchiare il collo prima a destra e poi a sinistra.

- Forse sto diventando pazzo. Forse non sono così bravo a gestire la situazione come pensavo. Forse è per quello che sensei Gojo non mi perde mai di vista. – constatò poi con una punta di amarezza.

Fece scrocchiare anche le dita della mano destra, e quelle della sinistra, per poi rimettersi in posizione di attacco.

- Tu parli troppo, besto friendo! – lo apostrofò Todo Aoi, che non aveva smesso un attimo di spostare il peso da un piede all'altro, tenendosi pronto all'azione.

LUCCIOLE | ONE SHOTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora