XXV

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Un drago fantasma se ne sta rannicchiato nella cripta sotto il torace
Del mio cadavere incerto,
E canta, canta di un fuoco estinto e inestinguibile,
Della macchina celeste che sferraglia.
Raccolto alle pendici della sua evanescenza, Schiacciato nelle coronarie
Da un pallido cuore che non palpita,
Canta e non cede, stermina col suo respiro.
Lo sento, adesso.
I brividi mi dissotterrano,
La pioggia si seppellisce al mio fianco.
La luce delle onde purpuree di cianuro
Investe l'iride impallidita del mattino:
È di quel drago il mio spirito.
Non più mi attraverserà un tremore fugace,
Non più l'alba solitaria,
La torre dell'orologio incavato,
La morte come suprema unzione;
Soltanto lo smunto ricordo
Di ciò che non è stato.

- G. Poulsen

I Sepolcri Di CopenaghenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora