(PARTE 2) 4 - Happy Meal

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Steve aveva fame. Aveva dannatamente fame. Da quando era uscito, non aveva incontrato una sola anima, eccezion fatta per un povero cane randagio che sicuramente aveva scelto il momento sbagliato per girovagare. Ad ogni modo il sangue del cane non lo aveva saziato cosi si diresse verso il centro della città, dove avrebbe sicuramente trovato qualcuno. Arrivato lì rimuginò sul disagio che soffriva una delle più belle città del mondo.

Le notti a Firenze infatti mostrano il peggio della città: senzatetto che dormono nei pressi della stazione su dei cartoni, malviventi che girano per le strade e ragazzi di discutibile morale che camminano senza una meta cercando lo sguardo del primo malcapitato che trovano soltanto per il gusto di aizzare una rissa. La città a quell'ora non era sicura e se non fosse stato un vampiro sicuramente non rischierebbe di camminare per quelle strade di notte, pensava.

Mentre era immerso in queste congetture, un urlo proveniente da una piccola stradina vicino a dove si trovava lo riportò alla realtà: giunto sul posto, vide un uomo che cercava di sopraffare una donna. L'uomo era alto e decisamente muscoloso, aveva i capelli neri lucido e due sopracciglia folte. La donna era spaventata mentre l'uomo sembrava divertito. La teneva per un braccio e quasi la incitava a gridare di più, come se le sue grida lo stessero eccitando. Doveva essere un uomo molto forte perché nonostante gli sforzi della donna per divincolarsi dalla presa e di scappare, la mano non si muoveva neppure di un millimetro.

Con la sua ormai nota velocità, Steve corse verso l'uomo e premette il pollice sulla mano del malcapitato facendo leva con il resto della mano: la naturale conseguenza di questa tecnica fu quella di togliere le forze alla mano dell'uomo e di fargli mollare la presa: l'energumeno adesso lo stava guardando con crescente stupore. Quest'ultimo tentò di colpire Steve con un pugno, ma lui era troppo veloce, schivò il pugno e con il palmo della mano sinistra lo colpì allo sterno. L'aggressore lo guardò per un attimo, ancora più sorpreso di prima, dopodiché cadde a terra privo di sensi.

La donna, che aveva assistito a tutta la scena, per un attimo rimase immobile dov'era, senza parole. Poi, con sincera gratitudine, cominciò a ringraziare il suo salvatore, disse di chiamarsi Marta e chiese al ragazzo cosa potesse fare per ripagarlo.
« Beh, intanto puoi venire più vicino a me » disse Steve.
« Ragazzino, credo di essere un po' grandicella per te, non credi? » rispose lei in tono malizioso.
« L'età non ha importanza quando si tratta di cibo » disse Steve mostrando i suoi denti...
In una notte come tante altre a Firenze, in un vicolo illuminato solo da un lampione, un ragazzo con la faccia piena di sangue se ne stava in piedi fissando un punto morto in lontananza. Intorno a lui giacevano a terra due persone, un uomo e una donna. La donna riportava due piccole ferite sul collo ma non sembravano sanguinare. Dopo qualche minuto, il ragazzo finalmente si mosse. Dalla tasca del giubbotto estrasse dei fazzoletti con cui si pulì il sangue. Quando ritenne di essere pulito, con molta calma cominciò a frugare nelle tasche della donna. Trovò ciò che andava cercando nella tasca interna del cappotto: la carta d'identità. "Marta Stenti, vediamo un po' dove abiti" pensò il ragazzo e appena ottenne l'informazione che desiderava, si caricò la donna sulle spalle e cominciò a camminare.

La fortuna volle che il posto in cui abitasse non fosse lontano, così non dovette fare molta strada: appena giunto a destinazione, aprì il portone del palazzo con le chiavi di lei, dopodiché poggiò gentilmente il corpo proprio davanti alle scale del palazzo, le rimise le chiavi e il documento di identità in tasca ed uscì, non mancando di notare con ironia che il collo della giovane non presentava più alcuna traccia del morso: per oggi aveva concluso però era ancora presto, così decise di andare a prendersi qualcosa da bere (stavolta qualcosa di alcolico) in un pub. Proprio dopo pochi metri ne trovò uno: Claddagh Irish Pub, diceva l'insegna. "Dopotutto, non era proprio una brutta notte" pensò sedendosi al bancone e ordinando da bere.

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