(PARTE 2) 5 - Le Serate, quelle Brave

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Certe volte uno scopo serve a cambiare una vita. Molte persone tirano avanti, si attaccano a una vita priva di scopo oppure convinti di averne uno che poi in realtà non si rivela nient'altro che fumo. Le persone più fortunate accettano obbiettivi comuni, come avere una famiglia, essere felici o avere successo. Ma a una piccola minoranza di persone questo non basta: sono quelle persone che, come le definirebbe un famoso cantante italiano, "si svegliano a metà e rimangono coi sogni mezzi aperti". Loro riescono a vedere più lontano degli altri e quindi i loro scopi possono superare l'immaginazione. O forse, soltanto forse, sono persone comuni che per qualche strano caso della vita hanno vissuto esperienze o hanno saputo cose fuori dalla naturale concezione e ciò ha aperto loro la mente, come un elastico che è stato tirato oltre la sua massima lunghezza: lo sforzo farà si che l'elastico non torni mai più come prima e lo farà restare sempre più largo di com'era.

A Emily era successo proprio questo: ciò che aveva saputo, le emozioni che aveva provato le avevano modificato qualcosa dentro la sua testa; il fatto di essere consapevole dell'esistenza dei mostri le ha aperto gli occhi sul mondo in cui vive. Ma cosa più importante di tutte, le era stato dato uno scopo. Adesso pensava di avere un ruolo in qualcosa più grande di lei. Forse era diventata leggermente mitomane ma non le importava, aveva il suo scopo e non si sarebbe data pace fino a che non lo avesse portato a termine: rivedrà Steve costi quel che costi.

Nel frattempo però, svolgeva la sua normale vita di tutti i giorni: al mattino e/o al pomeriggio lavorava o usciva con le sua amiche e la sera... beh, la sera era diventata speciale: l'amicizia che aveva stretto con Alex e Naesh era diventata molto forte così quasi ogni sera la ragazza usciva con loro, il più delle volte per andare a bere qualcosa. I due non perdevano occasione per bere o per fare i buffoni (soprattutto in presenza di fanciulle aveva notato) e il ruolo di Emily ben presto diventò quello di riaccompagnarli a casa quando erano troppo ubriachi per ricordarsi di averne una.

Anche quella sera i tre compagni di avventure decisero di andare a bere qualcosa, ma considerando che il giorno dopo dovevano alzarsi presto tutti e tre, scelsero un pub nelle vicinanze.

Il pub era piccolo ma accogliente: appena entrati, si sentiva subito un'aria di familiarità, come se quel posto lo si conoscesse da sempre; i tavoli erano rotondi, e piccoli sgabelli li attorniavano. Anche davanti al banco erano presenti degli sgabelli mentre in fondo si trovava un tavolo rettangolare con un divanetto: i tre si accomodarono su quest'ultimo, proprio davanti al palchetto su cui era riposto un altro tavolino. Da quanto i ragazzi ricordavano, quel palchetto non era mai stato adibito a serate particolari e se ne erano sempre chiesti il motivo. Appena la gestrice li vide andò a salutarli: andavano a quel pub praticamente da sempre e ormai erano dei clienti abituali e conoscevano bene le persone che ci lavoravano. Al termine della loro chiacchierata, finalmente ordinarono da bere.

Emily guardava esterrefatta: la quantità di alcool che i due riuscivano a buttare giù era incredibile! Giunti al sesto giro Alex propose un giretto, giusto per smaltire un po' così i tre salutarono e se ne andarono fuori. Dopo appena una ventina di minuti che erano fuori a divertirsi però, Naesh si accorse di essersi dimenticato il cappello nel locale quindi tornarono indietro, semplicemente incapaci di arrivare a pensare all'entità della piega che la serata stava prendendo...

« Dai ma sei il peggio, solo tu ti puoi dimenticare il cappello nei locali... poi fosse la prima volta! Emily, ma lo sai che una volta eravamo a mangiare una pizza in una pizzeria e dopo essercene andati, si è ricordato di non avere pagato? Ahahahah, è pazzo! »
« Dai smettila di prendermi in giro! E poi tornai a render loro i soldi! » disse Naesh tra l'offeso e il divertito. "Questi ragazzi hanno una complicità e un'affinità tra di loro che ha dell'incredibile" pensò di sfuggita Emily mentre si avvicinavano al locale. Arrivati in prossimità del pub però, lei si bloccò: non poteva credere ai suoi occhi. L'uomo che se ne stava andando dal locale, no, non poteva essere. Eppure il cappotto era quello! Cercò di guardare meglio: cavolo era proprio lui! Stava uscendo dal locale in quell'istante! Doveva trovare un modo per farsi notare, uno qualunque! Si, ma cosa fare? Cosa fare per provare di nuovo a conoscere una persona che non ne vuole sapere di te? Chiuse gli occhi e si mise a pensare... Ecco! "Scusate ragazzi" pensò mentre vedeva i suoi amici che litigavano scherzosamente.
« Smettetela di toccarmi, non voglio! » gridò la ragazza, che poi proseguì « Dai ragazzi adesso basta! Aiutoooo! » continuò cercando di urlare il più possibile. Ale e Naesh smisero di litigare tra di loro e adesso la guardavano con crescente stupore. Non avevano la minima idea di che cosa fosse successo, poi Gio si girò verso il locale per vedere se qualcuno li stava osservando: giratosi si accorse del giovane che stava uscendo e venendo verso di loro. Repentinamente, fece l'occhiolino ad Alex: come aveva pensato poco prima la ragazza, c'era un'enorme affinità tra i ragazzi e si fidavano ciecamente l'uno dell'altro, così Alex non fece domande e si limitò a seguire ciò che si apprestava a fare Naesh.
« Dai, so che ci vuoi » disse Naesh avvicinandosi a Emily e facendo anche a lei l'occhiolino. Un sorriso si aprì sul volto della fanciulla, sorriso però che si nascose subito dietro a una finta aria di disgusto.
« Ho detto di no lasciamiii! » strillò con tutto il fiato che aveva in gola. Stava funzionando, Steve stava andando verso di loro! Adesso però si spaventò sul serio: come avrebbe potuto reagire? In fondo era un vampiro e da quanto ne sapeva lei, i vampiri uccidono per vivere e anche se aveva letto un sacco di libri sui vampiri buoni che non mangiano le persone, chi può dire come stia in realtà la situazione? E poi, in fondo lei aveva fatto passare Alex e Naesh per persone cattive e chi può dire che Steve non sia un vampiro stile giustiziere pazzo?
Era ancora immersa in questi terribili pensieri quando si rese conto che Steve era già passato e non aveva minimamente calcolato né lei, né i due ragazzi che la stavano spalleggiando.

Una rabbia crescente si impadronì di lei, possedendola completamente: ma che razza di uomo è uno che non si ferma ad aiutare una giovane fanciulla indifesa e in difficoltà? Come ha osato non notarla mentre lei rischiava la vita? Era così presa dalla rabbia che tutto intorno a lei scomparve come per magia: non si accorgeva più dell'esistenza del pub, non vedeva più i suoi amici, non si accorse neppure delle tre persone che fermarono i due malcapitati chiedendo loro spiegazioni per le urla e presentandosi come "lupi di toscana". Non si accorse di niente, non esisteva più niente se non Steve, il vampiro misogino che a quanto pare la odiava per motivi misteriosi.

Senza pensarci due volte, corse verso di lui urlandogli contro:

« Ohy, Steve. Dico a te, girati! Ma che fai, non vedi che ero in difficoltà? Quei due volevano farmi del male! » dal tono che usò, si capiva che era veramente arrabbiata: il volto paonazzo implorava spiegazioni.
« Beh, mi sembra che tu stia bene » rispose l'uomo prontamente (e anche sospirando non mancò di notare Emily. Beh, sospirando non era proprio il termine corretto, probabilmente stava solo facendo il gesto del sospiro). Finalmente Emily realizzò il casino che aveva combinato. Meidei Meidei, copertura saltata, dirigersi immediatamente verso le uscite di emergenza più vicine. La rabbia si spense di colpo ma il suo volto rimase rosso comunque anche se stavolta significava qualcos'altro: si era imbarazzata.
« Tu comunque non potevi saperlo quindi... »
« Certo che lo sapevo » la interruppe lui « non è la prima volta che vedo quei due perdigiorno. Hanno decisamente qualche problema serio al cervello e molto probabilmente moriranno giovani se continueranno a bere in quel modo, ma non sono cattivi. Anzi a dirla proprio tutta, ho visto come si comportano con le donne e sanno essere dei cavalieri quando vogliono. Che ragazzacci però, sempre a bere. Un giorno li ho anche morsi, sono tornato a casa barcollando » dichiarò Steve e immediatamente dopo, ripensando alla sua ultima affermazione si bloccò sorpreso: quella era una battuta! Non faceva una battuta da... beh, neanche lui lo ricordava da quando. "Questa Emily mi fa davvero bene" pensò con piacere.
La ragazza rise e lui rise con lei. Rise di gusto e gli piacque moltissimo. Fu lì che decise: voleva ridere, voleva ridere ancora! Voleva ridere ancora e voleva farlo con lei! Sapeva che non era ammissibile una cosa del genere ma in quel momento non gli importava così, dopo averci pensato un po' su, le chiese:
« Emily io... si insomma... posso avere il tuo numero di cellulare? Capisco che la richiesta possa sembrarti decisamente inaspettata però credo anche che tu acconsentirai... »
Emily rimase sbigottita: davvero stava accadendo? Davvero era riuscita a far breccia nel suo cuore? Si chiese che cosa avesse potuto fare per convincerlo ma non le sovvenne niente. Forse non era stata lei a convincerlo piuttosto lui aveva trovato la sua pace interiore ed era finalmente riuscito a concedersi qualcosa in più, qualcosa che finalmente si riteneva degno di meritare.
« C...certo come no. Allora 555/2393301... un momento. Li hai assaggiati? Che significa? » chiese Emily preoccupata.
« Mettiamola così. Te lo dirò, ti dirò tutto ma adesso credo proprio che tu debba fare qualcosa di più importante... » disse Steve con un leggero sorriso sulle labbra e indicando il punto dove si trovava prima lei mentre era con i suoi amici.
Lei si girò e quando finalmente realizzò ciò che stava accadendo, tirò un lungo sospiro e si passò la mano sulla faccia in un gesto teatrale: le tre persone che avevano fermato i ragazzi adesso li avevano bloccati e cercavano di farli entrare in una macchina, dicendo loro che erano intenzionati a portarli al commissariato più vicino.
Steve abbozzò un'altra risata e poi prese la mano di Emily, gliela baciò e la salutò, congedandosi come un vero gentiluomo di altri tempi. Per qualche secondo lei rimase immobile, continuando a fissare il punto in cui prima c'era Steve infine, risvegliatasi, si avviò verso i suoi amici e verso i lupi di toscana. "Mmm adesso si che devo inventarmene una buona" pensò sorridendo.

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