L'aria è afosa e irrespirabile, per questo mi manca il respiro. I miei sensi si riprendono pian piano e sento il terreno morbido e fastidioso sotto di me cedere al movimento delle mie gambe. Sono seduta su della sabbia? Come ci sono arrivata in spiaggia??
Cerco di aprire gli occhi, ma una luce accecante me li fa bruciare, costringendomi a stringerli ancora di più. Ma cos'è successo?
Mi sforzo di ricordare, poi all'improvviso mi torna tutto in mente. L'appuntamento, il tipo che non c'era, io che torno a casa, il buio... e poi? Muovo la testa per scrocchiarmi il collo, ma me ne pento all'istante perché una fitta lancinante mi attraversa le tempie.
<< Taryn>> una voce rompe il silenzio. La mia testa si alza di scatto e una fitta mi attraversa il collo, lasciandomi senza fiato.
<< Chi sei??>> chiedo senza voce. Cerco di aprire gli occhi, ma attraverso la patina appiccicosa che si è formata sulle ciglia vedo solo un paesaggio confuso, giallo e azzurro. Il caldo mi soffoca e la mia gola è secca.
Sono nel deserto?! Oh, no... so dove mi trovo. Non c'è bisogno che mi guardi le mani per capire che sono legate dietro una palma. E neanche guardare la figura che ha parlato per capire che è Sarah.
<< Ti voglio bene, Tary. >> Socchiudo gli occhi in contro luce per vederla meglio. Il contorno della sua esile figura è sfalzato dai raggi accecanti dell'orizzonte, ma riesco lo stesso a vedere la sua espressione impassibile. E' inquietante vederla così seria, lei che accende l'atmosfera con la sua risata cristallina anche nei momenti più bui.
<< Anch'io te ne voglio Sarah. Tanto. >> Mi brucia la gola a parlare, ma devo continuare la conversazione. << Mi aiuti a slegarmi? >> Le chiedo senza voce.
Lei scuote la testa, facendo oscillare i suoi sottili capelli caramello. << Non ne hai bisogno. >>
No. Non dirlo. La paura è una morsa che mi attanaglia lo stomaco, facendomi piegare in avanti dal mal di pancia. La mia bocca secca si contorce e profondi tagli si aprono sul labbro inferiore.
<< Si che ne ho bisogno >> sussurro stremata. Non ce la faccio più. Acqua...
<< No, non ne hai bisogno. Non ne hai mai avuto.>> Questa volta la voce è diversa, più adulta e severa.
<< Mamma...>> Alzo la testa per guardarla.
<< Hanno ragione, Tary. Non ti siamo mai serviti. >> Ora è Rodnie. Appare nel mio campo visivo avvicinandosi a Sarah, per prenderle la mano. << Non hai bisogno di noi. >>
<< Sì, sì invece...>> Sento che le forze mi stanno abbandonando.
<< Non hai bisogno. >> Sarah e mia mamma hanno cominciato a parlare insieme. Continuano a ripetere la cantilena, e con loro si aggiunge Rod.
Le loro voci mi martellano la testa. << BASTA! BASTA, IO HO BISOGNO DI VOI. VI VOGLIO BENE! >> urlo, mentre lacrime calde mi rigano il viso. Non m'importa della gola. Non m'importa della voce. Non m'importa del caldo che mi appiccica la maglia alla schiena e neanche dei capelli sudati che mi pungono il viso. Io ho bisogno di loro. Sono stufa di sentirglielo dire.
<< IO HO BISOGNO DI VOI! VI VOGLIO BENE, NON LASCIATEMI! >> Sto urlando con tutta la poca voce che mi rimane, ma loro sembrano non sentirmi.
<< Non ne hai mai avuto >> Continuano a parlare, anche mentre si girano e se ne vanno, un coro che si propaga all'infinito. Voglio alzarmi e seguirli, andare ovunque vadano, ma le mie gambe non ne vogliono sapere e sono bloccata qui. Legata a questa palma.
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The Genes
Science FictionTaryn è una ragazza di sedici anni che è cresciuta da sola, diventando molto indipendente. Nonostante creda di essere una qualunque monotona persona del mondo, viene a scoprire, dopo un'aggressione, che il suo sangue serve proprio al nostro pianeta...