Capitolo 7

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Si è spalancata, da sola. Be', forse non proprio da sola; tutto il casino di prima è partito dopo che io ho premuto il pulsante verde nel muro, e dopo tutto il casino di prima la porta si è aperta. Quindi credo di essere stata io.


Vorrei tanto sbatterlo in faccia a Nate, per avere la soddisfazione di aver fatto qualcosa di significativo senza di lui, o almeno prima di lui, ma l'adrenalina che mi fa sbarrare gli occhi e mi blocca il respiro me lo impedisce.


E' aperta è aperta è aperta è aperta... Sono troppo curiosa di sapere cosa c'è dentro quella stanza, da dove prima arrivavano urla e rumori, ma allo stesso tempo ho paura. Forse quello che ha detto Nate è vero, che potrebbero esserci coloro che ci hanno portato qui; ma se così fosse, sarebbe positivo o negativo?


Raccolgo tutte le mie forze e guardo Nate, per scoprire che lui mi sta già fissando con i suoi occhi d'ambra sempre attenti. << Perché l'hai fatto, Tary? >> mi chiede in un sussurro.


Perché l'ho fatto? Perché l'hai fatto, Tary?  << Non lo so... >>


<< No. Intendo dire come facevi a sapere quale premere? >> replica serio.


<< Io... >> comincio, ma una voce mi interrompe.


<< Ma che cazzo?! >>

Mi volto all'istante. Davanti alla porta spalancata c'è un ragazzo che deve avere più o meno la mia età, e non so come io possa pensare una cosa simile dati i suoi enormi muscoli e l'altezza spropositata. Ha dei capelli a spazzola rossicci e una tuta nera; la maglietta grigia a maniche corte gli va attillata su addominali e pettorali. Fin troppo attillata. Credo che non sia neanche una maglietta attillata, deve essere una semplicissima t-shirt L. Sono convinta che se me la mettessi io si trasformerebbe in un vestito, con tanto di strascico.


<< Chi siete? Siete stati voi a portarci qui?! >> chiede poi furioso con gli occhi marroni che sprizzano fiamme, non vedendo nessuno di noi due intenzionato ad aprire bocca.  


La mia scusa è che non riesco a parlare; non so quale sia quella di Nate. E non è solo per il fatto che la porta si è aperta e ne è uscito fuori il figlio de La Roccia dei Fantastici 4; ciò che più mi prende è il fatto che lui abbia detto "portarci".


Non è solo lui. Non siamo solo noi. Altra gente si è ritrovata chiusa qui. E noi l'abbiamo appena liberata.


<< Allora?! Chi cacchio siete?! >> continua l'individuo cominciando a camminare minacciosamente verso di noi. Io sono ancora paralizzata, perciò non riesco a vedere come c'è rimasto Nate, men che meno cosa stia facendo. L'unica cosa che posso fare è sbiancare, tanto da farmi quasi perdere i sensi.


<< Aspetta, Dean >> la voce suadente che sentiamo appartiene ad una ragazza che sta uscendo ora dalla porta. Dire che è bella è dire poco. Ma molto poco; anzi, forse è dire niente.


Lunghi e fini capelli neri, che risplendono come fosse agosto nonostante la scarsa luce delle lampadine, le ricadono in morbide onde sulla schiena; il viso è angelico, così come il fisico e la voce. Gli occhi, di un blu intenso, ci fissano divertiti. << E questi sarebbero i tanto attesi rapitori? >> chiede in tono di scherno, anche se non so bene a chi, alzando un sopracciglio. << Una ragazzina impaurita e un... >> si blocca concentrandosi su Nate, << figo della Madonna? >> afferma ammiccando.

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