Cap 7: con me hai chiuso

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Dopo aver rotto con Leonardo, cosa che ovviamente non avevo fatto con lucidità e dolcezza, mi dirigo a casa di Kenna con gli occhi ancora lucidi perché il mio cuore non voleva di certo una fine del genere.

Inizio a bussare alla sua porta perché non accetto in nessun modo questo suo comportamento.

Lei abita in una graziosa villetta su due piani, la sua porta è di legno massiccio e le pareti sono violette, con un fregio stupendo che sovrasta le finestre.
Parte inoltre una pianta dal balcone al primo piano, la quale scende fino al piano terra. Sembra una specie di edera, ma non è edera... insomma quella pianta del cazzo attira sempre e solo un fottio di bestie.
Nessuna risposta arriva da casa di Kenna, ma so che è in casa perché la sua tapparella è tirata su e la sua macchina è parcheggiata davanti al portone di casa. Allora inizio ad attaccarmi e finalmente scende ad aprirmi.

"Cazzo Jo... stavo dormendo, che cosa c'è di tanto urgente" mi dice con un mezzo sbadiglio e gli occhi ancora chiusi.
"C'è che sei una fottuta bastarda"
Lei a queste mie parole mi guarda stupita e avendo capito di cosa stessi parlando mi risponde: "Ma che cazzo vuoi Jo sentiamo? Già che Leonardo mi ha mollata ... sinceramente non sono in vena di litigare pure con te"
"Poverina, mi dispiace" le dico prendendola per il culo "aspetta che lo dico al ragazzo che amo follemente che ti sei mollata con Leonardo..." dico ironica

"Ah hai saputo" mi dice con un sorrisetto sulle labbra fottutamente fastidioso.
"Ma che problemi hai a dire cagate del genere e perché non mi hai detto che era venuto da me?"
Io sono scocciata anche solo a sentire la sua voce.
"Forse perché tu Jo non ti sei comportata affatto da amica leale e hai continuato a vederlo per giorni prima di mollarlo nonostante noi avessimo sancito un accordo?"

Effettivamente Kenna aveva ragione ma proprio per questo due giorni dopo l'avevo mollato, perché mi sentivo in colpa e dalla parte del torto.

La nostra litigata va avanti per un po' finché non mi escono parole avvelenate e cariche di rabbia, le strillo in faccia: "e comunque sappi che anche per quella settimana o poco più in cui vi frequentavate lui cercava comunque me, in discoteca mi ha seguita in bagno e sicuramente non saresti stata felice di ciò che avresti visto".
Lei inizia a piangere sconvolta.
Io sono senza parole dal suo atteggiamento. Ora fa la vittima?
Prima ti comporti da vera puttana e poi fai la vittima?! No non lo accetto da una che si reputa mia amica.

Mi giro e faccio come per andarmene e lei mi urla arrabbiata: "Jo spero vivamente che vi mettiate insieme e che la vostra storia poi vada a finire male così che tu possa sentirti come mi sono sentita io. Con me hai chiuso!"

Le sue parole non mi feriscono al momento ma so che tra una settimana già sentirò il loro peso su di me.
Non so cosa fare e torno a casa, mi stradio sul mio divano nero e guardo il soffitto bianco con la mia cagnolina che lecca i piedi perché ha voglia di giocare.
Dopo 20 minuti passati in quello stato chiamo Carlotta, lei è la più brava quando si tratta di queste cose.
È una persona così dolce e sensibile che è una delle poche con cui più mi piace parlare quando devo sfogarmi.

Carlotta è fidanzata da ormai ben 4 anni e penso proprio che quei due si sposeranno, sono fatti l'uno per l'altra.
Lei ama tutto di lui. E lui tutto di lei. La loro non è una relazione tossica ed è tutto equilibrato, lei può andare a ballare senza sentirsi il fiato sul collo, non le fa scenate su come è vestita e amano visitare tutte le città d'Italia insieme. Ovviamente non manca la chimica tra di loro, lei mi racconta che il loro sesso è focoso e talvolta estremo, a entrambi piace sperimentare ogni fantasia possibile e immaginabile.
Per il compleanno le abbiamo regalato il libro del kamasutra! Le risate che non ci siamo fatte...
Detto questo la chiamo con la voce ancora tremante e le racconto come è andata la giornata e le cose assurde che sono successe.
Lei mi risponde pacatamente da vera saggia, la adoro!
"Jo insomma che gran casino avete creato voi due. Mi hai chiesto cosa avrei fatto io, bhe prima di tutto non mi sarei mai trovata in una posizione del genere" dice mentre sorride, e so che sorride perché ormai la conosco troppo bene.
"Diciamo che ormai che il casino è fatto potresti concederti a lui. O meglio provare a vedere come va"

Parole sante. Mi apre gli occhi e capisco che è lui che voglio. Voglio sentirlo su di me ogni volta che lo desidero.
Voglio parlare con lui per ore e sapere che è un porto sicuro per me.
È il mio pensiero fissò e non voglio privarmi del suo tocco così leggero ma incisivo e la sua voce calda.
Nonostante ciò, aspetto prima di fare qualsiasi mossa affrettata. Nel caso avrei atteso il giorno dopo per dirgli qualsiasi cosa.

La mia giornata prosegue tranquillamente. Mi metto a studiare per medicina perché ormai il test è tra solo un mese e l'adrenalina sale. Arriva velocemente sera e decido di fare una doccia calda dopo cena perché il mio corpo risentiva di quella giornata intensa.

Mi siedo e incomincio a pensare a quando l'abbiamo fatto io e Leonardo la prima volta.
Mi rendo conto di essere pazza di lui, dì più non potevo chiedere, lui riusciva a tirare fuori tutta la parte porca di me.
E già solo il suo pensiero eccitava ogni parte di me.
Sono in mutande e la mia mano scende. Il pensiero di lui mi manda in subbuglio.
Immagino la mia mano come se fosse la sua.
E inizia una magia mai provata prima, le gambe iniziano a tremare.
In poco tempo mi sento bagnata e la cosa mi soddisfa come non mai.
Avevo bisogno si questo.

Il cane appena dopo arriva a scodinzolarmi ai piedi del letto con il collare in bocca. Era ovvio che volesse andare a fare i bisogni.

Mi metto le prime cose che mi capitano sotto mano e esco.
Chi mi trovo davanti mi lascia impietrificata.

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