Vanno via Tutti, resti con me?

10. Axel

«Allora? Come è finita? Sei riuscito a convincerla a venire con noi?» Ricky appare in cucina poco dopo che Leah è andata via e mi pone la domanda solo dopo aver sbirciato alle sue spalle per accertarsi che lei sia abbastanza lontana per sentirci.

Nel non udire una mia replica, si gira sollevando un sopracciglio, come a esortarmi a parlare, ma io sono troppo impegnato a squadrarlo da capo a piedi, a osservarlo perplesso che si abbottona il polsino destro della camicia con la mano opposta per rispondere alcunché.

«Oh, andiamo, Axel. È una festa di classe, in fondo. Dobbiamo o no mantenere un profilo basso? Meglio mimetizzarci nella folla che appenderci un cartellino in petto con su scritto "pusher".» si affretta a giustificarsi per essersi messo così in tiro. «Dovresti cambiarti anche tu, piuttosto.» aggiunge quando non faccio più niente per trattenere un verso derisorio.

«Non ci penso proprio.» ricalco scuotendo la testa con veemenza. «Non ho nessuna intenzione di confondermi in mezzo a quella massa di spocchiosi figli di papà.»

Ricky abbandona la testa all'indietro in uno sbuffo.
«Okay, ma almeno mi vuoi dire se l'hai convinta oppure no?»

«Avevi davvero dei dubbi?» sfodero un sorriso sporco di malizia, senza poter evitare di avvertire una sorta di malsano compiacimento scuotermi il petto.

«Dio! È come l'ha presa quando le hai detto di Vera?» apre la credenza in cui sono stipati i piatti. «Sono ancora tutti integri.» ironizza. «E non mi sembra di aver sentito le sue urla.»

«Sei sulla buona strada, Sherlock. È semplice: non gliel'ho detto.» Ricky sgrana leggermente le palpebre, una sorta di panico sbigottito gli si insidia nell'iride, adombrandolo. «Non ce n'è bisogno, fidati. Il compleanno di quella lì è soltanto il pretesto per fare una festa, non frega un cazzo a nessuno. In mezzo a quella bolgia infernale, Leah neanche se ne accorgerà della sua presenza e io sarei un coglione, oltre che un masochista, a rivelarglielo.»

Ricky aggrotta la fronte e rivolge lo sguardo verso la porta, preoccupato. «Non lo so, Axel.» mugugna pensieroso. «È che sembra davvero troppo sbagliato... insomma, tu quella te la sei scopata. Se Leah lo scoprisse... non so, credo che dovremo dirglielo.»

«Non è possibile in nessun caso raccontarle solo una metà del piano, omettendo l'altra; se le dicessimo che è proprio la festa di Vera quella a cui miriamo a imbucarci, la prima cosa che vorrà sapere sarà il perché.» gli faccio notare l'evidenza, allargando lievemente le braccia con fare sconsolato. «Vuoi spiattellarle tutto? Bene, allora preparati a infiocchettare a regola d'arte la storia di come siamo costretti a smerciare roba per salvarti il culo, e di quanto sia indispensabile andare proprio al festino di quella per farlo.»

Per la prima volta, Ricky rimane a secco di parole. Abbassa le spalle e butta di lato lo sguardo costernato, dimostrando già solo così quanto si senta impotente e colpevole di fronte a questa situazione.

«Credimi, tenerla all'oscuro è l'ultima cosa che vorrei, ma è anche l'unica che possiamo fare per non  sprecare questa occasione e mandare tutto a puttane.» puntualizzo riammorbidito, mentre la mia mente non riesce a smettere di passare in rassegna ipotetici scenari sulla reazione che potrebbe avere Leah se scoprisse anche solo uno degli elementi del nostro piano. E tutti finiscono in tragedia. «So bene cosa sto rischiando, Ricky. Litigare con Leah è l'ultima cosa che voglio, ma se saremo abbastanza cauti, tutto questo circo finirà prima di avere il tempo di rendercene conto.» mi lascio cadere pesantemente sulla sedia di fronte a lui e torno a guardarlo, sperando che le mie parole siano state perlomeno convincenti, perché di rassicurante hanno ben poco.

Mentre Leah è ancora sotto la doccia, la cucina prende sempre più le sembianze di un set dove stanno per girare una puntata di Narcos: armati di un bilancino e di bustine trasparenti acquistate apposta per lo scopo, dividiamo la cocaina cercando di ottenere dosi di pari grammatura. O almeno questo è quello che ci prefiggiamo, perché ansia e fretta non aiutano per un cazzo.