[ 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟎 ]

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-Immagina andare a Londra, una delle città più belle del mondo, e come prima tappa dover raggiungere un cavolo di quartiere malfamato- sbuffò Kingo, che ormai si trascinava dietro a Druig e Ophelia.

-Cosa ti aspettavi? Un viaggio romantico?- sbottò Druig, chiaramente seccato.

-Scusate se mi sono messa tra voi due, non volevo essere la terza incomoda- commentò Ophelia, soffocando una risata.

Erano arrivati nel bel mezzo del quartiere. Non c'erano tante persone per strada, ma le poche che si vedevano non sembravano molto amichevoli. Le passò accanto una signora, poteva avere almeno sessant'anni, che scrutò confusa i due ragazzi accanto a lei.

-Riusciva a vedervi?- chiese, non staccando gli occhi dalla donna fin quando non la vide sparire dietro un vicolo.

-No, non ci riusciva- rispose Druig, abbassando lo sguardo.

-E tu come fai a saperlo?-

-Esattamente come, quella sera in libreria, ho capito subito che tu riuscivi a vedermi-

-A vederci, Druig- si intromise Kingo -evita l'egocentrismo-

Lui ignorò completamente la sua affermazione, anche perché si era improvvisamente fatto immobile. Si era fermato così tanto in fretta e all'improvviso che Ophelia aveva rischiato di finirgli addosso.

-Druig, cosa...?- iniziò a chiedere Ophelia, ma venne interrotta dallo stesso ragazzo, che le poggiò un dito sulle labbra.

-Kingo- disse, non staccando la mano dal suo viso -forse possiamo rimandare il nostro giro turistico nel quartiere a più tardi-

Kingo seguì il suo sguardo, e finalmente vide ciò che lo aveva fatto fermare così di colpo. E lo vide anche Ophelia, mentre poggiava una mano sul braccio di Druig. La sua intenzione era di abbassarlo, ma rimase a metà del gesto quando vide ciò che i due stavano osservando. Era un cartellone pubblicitario, di un museo. L'immagine che riempiva tutto lo spazio era quello di un pugnale. Dovette osservarlo per un pò di tempo, ma alla fine lo riconobbe.

-C'era nel mio libro...- mormorò, facendo voltare Druig verso di lei -me lo ricordo-

-Si, anche noi- rispose lui, per poi abbassare lo sguardo sulla mano di Ophelia che era ancora poggiata sul suo braccio. Lei si affrettò ad allontanarla, mentre lui sorrise quasi impercettibilmente.

-Bene, allora sarebbe meglio andare a fare i biglietti- disse, senza guardare nessuno dei due negli occhi.

*

Camminò in silenzio, mentre i due ragazzi parlottavano tra loro. Riuscì a distinguere solo alcune parole sparse, che non le fecero capire comunque ciò che stavano dicendo. Arrivarono davanti al museo dopo appena dieci minuti di camminata, con grande sollievo di Kingo, che corse immediatamente a sedersi sulla prima panchina che trovò.

-Datemi cinque minuti di tregua, vi scongiuro- li pregò, tenendosi una mano sulla fronte -la vita da supereroe non fa più per me-

Druig e  Ophelia si allontanarono ridendo, trovando un'altra panchina dove sedersi. Era una bellissima giornata, notò lei, e i londinesi avevano subito colto l'opportunità per uscire. Le strade pullulavano di persone, turisti e abitanti, molti dei quali si stavano dirigendo proprio verso il museo.

-Cos'hai?- le chiese improvvisamente Druig, risvegliandola dai suoi pensieri.

-Niente- rispose subito lei, continuando a guardare le persone che aveva davanti.

-Non è vero- controbatté -c'è qualcosa che ti turba, lo sento-

-Se riesci a sentirlo allora non c'era bisogno che mi ponesti questa domanda- sbottò Ophelia. Druig si voltò verso di lei.  Sentì il corpo che le bruciava, come se il suo sguardo fosse capace di incendiare tutto ciò che incontrava.

-Cos'hai, Ophelia?- richiese, questa volta con più delicatezza della prima. Forse fu proprio questa delicatezza che la fece voltare finalmente verso di lui.

-È che...tutto questo, tutto ciò che è successo e che sta per succedere...mi sembra tutto troppo grande. Non sembra vero, sembra tutta finzione. Voi due, tu e Kingo, non dovreste esistere. E non fraintendermi- si affrettò ad aggiungere -infondo conoscervi era il mio sogno più grande, quando era piccola. Ma è proprio questo il problema: sembra che stia vivendo un sogno. Non riesco più a distinguere la realtà dalla fantasia-

Druig allungò una mano verso di lei, e le prese una mano nelle sue.

-Voglio che tu sappia una cosa, Ophelia- disse, senza smettere di guardarla negli occhi -il mio compito è proteggere gli umani, sin dall'inizio dei tempi. Ora ti ho coinvolto, ti abbiamo coinvolto in questa storia, e ora come ora sei l'unica umana che conta. Ti proteggerò a costo della mia stessa vita, Ophelia-

Lei rimase a bocca aperta, così tanto sorpresa da non sentire neanche le mani di Druig che stringevano la sua. Allungò l'altra verso il suo viso, un gesto forse troppo impulsivo, ma fu l'unica cosa che si sentì di fare in quel momento.

Si sarebbe aspettata quasi che gliela togliesse via, ma non lo fece. Passarono solo pochi secondi, ne era certa, ma a lei sembrarono un'eternità. Nessuno dei due si mosse e nessuno proferì parola. Rimasero in silenzio, solo i loro sguardi a parlare.

-Andiamo, abbiamo un altro Eterno da trovare- disse Ophelia alla fine, pochi secondi dopo aver tolto la mano dalla sua guancia.

-Vado a svegliare Kingo- rispose lui. La ragazza si voltò nella sua direzione, vedendo che Kingo si era veramente addormentato. Non sarebbe stato affatto felice di essere svegliato, pensò tra sé e sé ridendo.

*

Entrarono nel museo, dopo aver pagato un solo biglietto. Erano stati fortunati: la ragazza dietro al bancone non riusciva a vedere Druig e Kingo.

Avevano chiesto informazioni sul pugnale visto in pubblicità, ed era uscito fuori che c'era una vera e propria mostra disponibile. Tra i pezzi più importanti c'era proprio quel pugnale.

-Chiedi chi è a capo della mostra- le sussurrò Druig all'orecchio.

-Chi è a capo della mostra?- chiese quindi, beccandosi un'occhiataccia da due ragazzi dietro di lei, che aspettavano impazienti di comprare i loro biglietti.

-La dottoressa Sersi, non so se ne avete sentito parlare- rispose la ragazza, mostrando loro una sua foto sulla locandina pubblicitaria.

Druig e Kingo trattennero il fiato, e Ophelia si dovette trattenere dal lanciare un gridolino tra l'emozionato e il sorpreso.

-Si- rispose alla fine -ne abbiamo sentito parlare-

❝ 𝐇𝐔𝐌𝐀𝐍 ❞ || 𝑫𝒓𝒖𝒊𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora