[ 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟑 ]

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-Vi prego, ditemi che sono solamente le luci di due biciclette- disse Ophelia, guardando terrorizzata i due puntini bianchi davanti a loro che stavano diventando sempre più grandi e luminosi.

-Vorrei poterti dire di sì- rispose Ikaris, mettendosi davanti a tutti -ma in realtà sono sicuro che sia un Deviante-

Neanche il tempo di ragionare sul da farsi, che la creatura balzò fuori, allo scoperto.

-Mettete al sicuro Ophelia!- urlò Sersi, e un attimo dopo la ragazza si sentì trascinata di lato.

-Non ti muovere- disse Druig, portandola lontano dal Deviante e dagli altri Eterni -prova a farlo e sappi che morirai-

-Grazie, ora sì che mi sento meglio-

-Io ti ho avvertito- continuò, e poi ritornò correndo da dove era partito. Così Ophelia rimase in disparte, nascosta, ad osservare quegli esseri quasi divini combattere con quelle creature demoniache. Le tornarono in mente le tante pagine illustrate, che raffiguravano proprio i Devianti, che il padre le mostrava da piccola. Le avevano sempre fatto davvero paura, infatti saltava quasi sempre le pagine dedicate a loro, quando leggeva il suo libro. E anche in quel momento aveva davvero paura. E il Deviante non era più solo un disegno, ma una creatura in carne ed ossa.

Non riuscì a capire quanto tempo fosse effettivamente passato, ma alla fine tutti gli Eterni ritornarono da lei. Druig fu il primo a raggiungerla, zoppicando.

-Druig, che cosa...-

-Non c'è tempo di spiegare. Dobbiamo assolutamente andarcene di qui. Non sei al sicuro-

L'ultima cosa che Ophelia vide furono gli occhi di Druig diventare dorati. Poi il vuoto.


***


Quando si risvegliò, era sul sedile posteriore di un'auto sconosciuta. Si accorse solo dopo che aveva la testa poggiata sulla spalla di Druig, così si affrettò a toglierla. Anche se, ci pensò solo dopo, lui non aveva opposto alcuna resistenza.

Sprite, invece, se ne stava comodamente addormentata sulla spalla di Ikaris, che non osava muoversi neanche di un millimetro. Quella scena le fece davvero tanta tenerezza.

-Stiamo andando da Ajak- la informò Druig, senza guardarla negli occhi. Rimase immobile a fissare ciò che aveva davanti. Ovvero una lunga strada desolata.

-Va bene, allora- rispose lei, sistemandosi meglio sul sedile -grazie di avermi fatto fare una dormita, comunque-

-Non c'è di che- rispose lui, abbozzando il suo solito ghigno-sorriso.

-Buongiorno, Ophelia- la salutò Sersi, affacciandosi dal sedile davanti. La ragazza ricambiò il saluto, rivolgendone uno anche a Kingo, che era alla guida.

-Dove siamo?- chiese Ophelia, stropicciandosi gli occhi.

-In Dakota del Sud- rispose Druig, e la ragazza assunse un'espressione quasi rassegnata. Erano pochi giorni che trascorreva il suo tempo insieme agli Eterni, eppure nulla le sembrava più così strano. Piuttosto si affacciò dal finestrino, e subito i capelli le iniziarono a svolazzare intorno al viso. Fuori c'era davvero un brutto tempo, i tuoni rimbombavano e dei nuvoloni neri e minacciosi erano stagliati in cielo.

Quando finalmente arrivarono davanti la casa di Ajak, Ophelia sentì una strana sensazione. Non riusciva proprio a spiegarsela, ma cercò comunque di ragionarci mentre seguiva Sersi. La porta sul retro era aperta, e la tenda che stava a coprire il vetro svolazzava mossa dal vento.

-C'è nessuno?- chiese Sersi, senza ottenere in cambio nessuna risposta. -Ajak?- disse di nuovo, ma niente. Tutti entrarono in casa, notando poco dopo che anche la porta d'ingresso era aperta.

-C'è qualcosa che non va- mormorò Druig, con tono allarmato. Rimasero tutti dentro, mentre Sersi andava a perlustrare la situazione fuori. Druig, con passo felpato, si avvicinò ad Ophelia.

-Se vuoi che ti riporti a casa, basta solo che tu me lo dica- le disse, vicino al suo orecchio -non pensavo che la situazione fosse così complicata-

-Va tutto bene- rispose lei, sorridendo. Stava tremando dalla testa ai piedi, e suppose che lui se ne fosse accorto. Sembrava che Druig stesse per aggiungere qualcosa, ma l'urlo di Sersi arrivò prima.

Ikaris e Sprite si precipitarono subito fuori, seguiti da tutti gli altri. Quando Ophelia vide il corpo steso per terra, ci mise qualche istante a capire che fosse di Ajak.

-E' stato un Deviante- disse Ikaris, mentre Sprite scivolò a terra in ginocchio, in lacrime. Kingo e Druig si lanciarono uno sguardo grave, mentre Ophelia rimase semplicemente a guardare. Le sembrava talmente assurdo che Ajak, la grande guerriera capo degli Eterni di cui aveva sempre letto nei suoi libri, fosse lì davanti a lei. Senza vita.


***


Erano tutti seduti in cucina, con gli sguardi bassi. Ophelia era vicino a Sprite, e le passava un fazzoletto ogni qual volta ne avesse bisogno. Con i suoi poteri aveva appena proiettato un ricordo felice con Ajak, proprio in quella cucina. Ophelia non l'aveva mai conosciuta di persona, eppure anche lei sentì come un vuoto al cuore.

-Fu l'ultima volta che la vidi- disse, mentre anche Ikaris si avvicinava a lei. -Ajak mi disse di controllare Sersi, così andai a Londra. Io e lei ci sentivamo sole, avevamo bisogno l'una dell'altra. Credo che a modo suo...Ajak non abbia mai smesso di occuparci di noi- 

Un altro attacco di pianto la investì, e Ophelia le passò subito dei fazzoletti. Rimasero per un pò di tempo in silenzio, senza che nessuno osasse parlare. Poi, per qualche assurdo motivo, Ophelia iniziò a sentirsi come di troppo, e decise di andare a prendere una boccata d'aria fresca. Uscì dalla porta sul retro, così da evitare di disturbare Sersi, che era rimasta china sul corpo di Ajak.

Si sedette su uno dei gradini di legno, estraendo dalla tasca del giubbino di Druig il suo telefono. Non c'era molta linea internet, in quel posto, ma riuscì comunque a rispondere a un paio di messaggi dei suoi genitori e di Hazel. Li rassicurò di essere a Londra, mandandogli la foto che aveva fatto quando era sul ponte, poco prima che quel Deviante li attaccassero. Hazel rispose con una foto di Jupiter che dormiva, mentre i suoi genitori mandandole la buonanotte.

-Avrei voluto che la conoscessi- disse Druig, che intanto si era materializzato alle sue spalle -le saresti piaciuta-

-Anche io avrei voluto conoscerla- rispose lei, con assoluta sincerità. Lui si sedette accanto a lei, seppur mantenendo una certa distanza. Ophelia si avvicinò un pò di più a Druig, pentendosene subito dopo. Divenne talmente rossa in vico che ringraziò che fosse buio pesto, fuori.

-Non riesco a capire come un Deviante sia riuscito ad arrivare fin qui- disse, forse solo perché si sentiva terribilmente in imbarazzo.

-Neanche io. Ma lo scopriremo. Hai presente Gilgamesh e Thena, no?-

-Certo- rispose lei, felice di sentire il nome di Thena. Da piccola era lei la sua preferita del gruppo.

-Prenderemo un aereo e li raggiungeremo. Abbiamo bisogno del gruppo al completo per combattere questa battaglia-

Ophelia non rispose, perché non sapeva cosa aggiungere. Decise di concentrarsi sulla luna piena che c'era in cielo, tanto per guardare qualcosa. La testa le si posò, forse involontariamente, sulla spalla di Druig, ma lei non la tolse. Soprattutto rassicurata dal fatto che lui non si fosse lamentato. 

Così rimasero così, a contemplare la luna insieme, sul retro della casa di Ajak.



❝ 𝐇𝐔𝐌𝐀𝐍 ❞ || 𝑫𝒓𝒖𝒊𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora