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Quella mattina, il sole batteva forte come non mai, gli uccellini cantavano per l'avvento dell'estate ed io, sul tavolo in legno massello della cucina, con indosso un paio di pantaloncini di cotone leggero e un top sportivo, ripetevo come una matta gli argomenti di tutto l'anno scolastico per il mio imminente esame. La finestra che sovrastava il tavolato era spalancata e faceva entrare i caldi raggi del sole che si riflettevano e tornavano alla finestra non appena incontravano il lavello di alluminio.
Il mio esame si sarebbe tenuto soltanto il giorno dopo. La tensione mi fece diventare un blocco di legno. Non potevo assolutamente alzarmi da quella panca per staccare, non lo avrei mai permesso.
-Così farai peggio, Hanako, riposati per qualche ora-.
Mi disse Chifuyu, non consapevole del fatto che in quel momento fossi talmente concentrata sull'argomento di storia che da poco tempo avevamo affrontato in classe.
Alle tre, dopo aver pranzato con il libro di letteratura francese tra le mani, iniziai a prepararmi. Misi la mia uniforme, quella famosa uniforme che mi era stata consegnata da Rindou in persona, quella leggermente fuori misura. Era grazie a quella se avevo fatto la conoscenza di Mitsuya, ragazzo cordiale e gentile. Legai i capelli in uno chignon basso, lasciando i ciuffi sbarazzini della frangia liberi. Devi un respiro profondo prima di varcare la soglia dell'appartamento, incoraggiata da Chifuyu.
-Credo in te, Neko. Qualunque sia l'esito di questo esame, sarò fiero di te e del tuo operato. Va' e dimostra chi sei!-.
Mi disse sorridente sull'uscio, mentre teneva il mio viso con la mano destra.
Così corsi verso scuola, fortunatamente anche con i trasporti pubblici non ebbi alcun intoppo. Arrivai puntuale, pronta per il mio esame. Vidi Rindou uscire non troppo felice dalla sala dove gli esami si tenevano, così gli andai incontro. Lui aveva probabilmente tenuto l'esame alle prime ore del mattino, o almeno prima di pranzo.
-Ei, Rindou!-.
Lo salutai non troppo convinta. Mi vide arrivargli di fronte e nascose prontamente il foglio che prima sfiorava con i polpastrelli dietro la schiena.
-Ciao Hanako-.
Protese un braccio per abbracciarmi, così mi prese le spalle e mi avvicinò a lui. Non potei far altro che notare la nostra differenza di altezza, nonostante fosse (di almeno sette centimetri) più basso di Chifuyu.
-Com'è andato?-.
Fece una faccia interrogativa non appena udì la mia domanda.
-L'esame intendo-.
Spiegai. Fece un sonoro sospiro e prese a mostrarmi la scartoffia che prima era ben nascosta dietro la sua schiena palestrata.
-Sono stato promosso con sessanta... Niente di che-.
Il massimo dei voti all'epoca era cento e, seppur sufficiente, sessanta era il minimo con il quale si potesse essere ammessi all'anno successivo.
-Ti auguro buona fortuna, Hanako-.
Mi disse prima di lasciarmi entrare nell'aula dove sostenni l'esame. Restai lì per almento quarantacinque minuti a parlare di tutto il programma di tutte le materie. Quando uscii non potei credere al voto che i professori avevano deciso di mettermi. Festosa e contenta, andai verso Keisuke, il quale aveva già passato lesame con ottantasette ed emma con novantasei.
-Ragazzi...-.
Mi morirono per la gioia le parole in gola ma, quando girai l'attestato entrambi mi abbracciarono forte e si congratularono.
-Cento! Sei stata bravissima Neko-Chan!-.
Si complimentò il corvino.
-Siii! Ora potremo andare alla villa con la piscina!-.
Esultò Emma, solo allora me lo ricordai e fui ancor più contenta di aver passato quell'esame.
Tornai a casa, fingendomi triste, Chifuyu doveva restare sorpreso dall'esito del mio esame. Entrai in casa affranta e, non vedendolo sul tavolo della cucina, andai verso camera sua. Era seduto sul bordo della finestra e guardava all'esterno incantato dal blu chiaro del cielo.

 Era seduto sul bordo della finestra e guardava all'esterno incantato dal blu chiaro del cielo

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[505, Matsuno Chifuyu] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora