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15

Erano le tre del mattino e mi ero da poco risvegliata. Mi guardai intorno nell'oscurità, scrutando Chifuyu che, probabilmente come me, non aveva sonno.
-Vedo che entrambi non riusciamo a dormire-.
Emise una piccola risatina per poi avvinghiarsi al mio minuto corpicino.
-Sei così calda Hanako-.
Alluse alla mia temperatura corporea mentre scendeva sinuosamente sul mio petto per stendersi e stare più comodo. Alzò la testa, reggendosi sulle sue forti braccia, e guardandomi in pigiama arrossire di fronte a lui, mentre sogghignava.
-È questo l'effetto che ti faccio?-.
Domandò retoricamente. Appoggiò di nuovo la testa sul mio seno, sentendo il mio battito cardiaco accelerato, ridendo sottovoce per non svegliare gli altri.
Mi guardò di nuovo, baciandomi casto, per poi colmare quel bacio di passione. Le nostre labbra ormai si conoscevano. Si cercavano. Si amavano.
Pervase il mio corpo caldo di brividi freddi passanti per la mia spina dorsale, mentre con le mani cingeva i miei fianchi, avvicinandoli ai suoi. Continuammo a baciarci per un po', finché non decise di abbassare una spallina del mio pigiama come provocazione.
Poggiò le sue labbra proprio lì, dove prima stanziava la spallina, e iniziò a mordicchiare e baciare, fino a formare delle chiazze violacee lungo tutta la mia clavicola sinistra. Gli girai il viso, baciandolo, in fondo un po' di spirito di iniziativa lo avevo anche io. Legai le gambe attorno al suo bacino facendolo stendere su di me, mentre continuava a creare macchie viola su ogni centimetro del mio corpo, senza tralasciare nemmeno un millimetro.
Sfilò poi completamente la maglietta, lasciando il mio torso totalmente scoperto. Arrossimmo entrambi. Poggiò di nuovo la sua testa sul mio petto, segnando il contorno del mio seno con le sue dita sottili. Iniziò poi a rosicchiare piano anche la pelle del petto che, più delicata di quella del collo, divenne immediatamente rossa. Si tolse il pantalone del suo pigiama, sapevo cosa stesse per accadere.
L'idea di perdere la verginità non mi aveva mai esaltato, preferivo i rapporti sinceri, onesti, puliti. Ma perderla con Chifuyu... Faceva tutto un altro effetto solo a pensarlo.
-Aapetta un secondo-.
Sia alzò irruento, andando verso camera di Mitsuya, sentii dalle porte spalancate i gemiti di Yuzuha che sotto il tocco del lilla ansimava.
-Non sei l'unico a cui servono, il bidello ne ha dati in numero pari apposta!-.
Disse lui a Takashi, il quale gli lanciò un profilattico che prese al volo.
-Grazie Taka-chan~-.
Rise imitando la voce della mora, la quale lo guardò con disprezzo. Ritornò nella stanza, chiudendola a chiave, e si rimise completamente adagiato a me.
Mi tolse i pantaloncini del pigiama velocemente, lasciandoli cadere leggeri  al suolo, senza il minimo rumore.
Vicino alla mia intimità, mi guardò dal basso verso l'alto.
-Hanako... Vuoi fare l'amore con me?-.
Ma l'amore si faceva davvero? Oppure eravamo noi umani a dare al sesso (che io vedevo come puro sfogo carnale) l'appellativo di amore?
Quella fatidica domanda, riecheggiò all'interno del mio cranio per almeno un minuto, fino a che non annuii. I miei propositi di brava ragazza concentrata sullo studio caddero, frantumandosi l'uno sull'altro, come lastre di vetro sottile.
Chifuyu ingoiò un groppo di saliva.
-Sei... Sei sicura? Voglio dire... Dopo non si torna indietro-.
Mi raccomandò. Ancora una volta annuii.
-Bene, se c'è qualcosa che ti turba, se mi vuoi fermare, dimmelo, lo farò immediatamente-.
Senza parlare, diede il via a quella giostra erotica pensata appositamente per me. Sfilò felino le mie mutandine, l'unico strato di cotone che divideva me e lui. La guardò mordendosi il labbro per poi passare a giocherellarci con denti e lingua mentre le mie mani vagavano tra i suoi capelli biondi scompigliati. La sua lingua si muoveva lesta all'interno della mia intimità, la quale pulsava. Non appena si staccò, avvicinò i suoi denti alle mie cosce, mordendole e conficcando i canini nella mia carne grassa e cruda. Le sue mani vagavano indisturbate sul mio corpo, per poi fermarsi all'entrata della mia femminilità, profanata dalle sue dita sottili che vibravano velocemente avanti e indietro. Le espulse da me, leccandole sensualmente e guardandomi ad occhi assottigliati.
Mi baciò con passione prima di erigersi in tutta la sua stazza, prevalicandomi.
-Te lo chiedo per l'ultima volta, Hanako, ne sei completamente sicura?-.
Non seppi che dire, era una minaccia, un avvertiento oppure una raccomandazione?
-Rispondimi, Neko-.
Sussurrò.
-Si, Chifuyu, rendimi tua per sempre ed io ti giurerò fedeltà eterna-.
Non se lo fece ripetere due volte. Si sfilò i boxer lasciando in bella vista il suo membro grosso e pulsante. Aprì con i denti il profilattico gentilmente fornito da Mitsuya (che si stava dando, anche lui, alla pazza gioia), e lo infilò piano, facendolo aderire per bene.
-Se c'è qualcosa che non va, dimmelo immediatamente... Farà un po' male, ma tranquilla è solo passeggero-.
Spalancai le gambe sotto suo comando, mentre lui avanzava lento verso di me, avvertendomi. Quando le nostre intimità furono in contatto, sussultai, ma quando entrò in un solo movimento dentro di me, quasi non mi venne da gemere.
-Tranquilla, è tutto ok, ci sono io con te-.
Prese a muoversi casto, per poi andare velocemente, mentre quel dolore abominevole si tramutava in piacere proibito. Ma d'altronde, tutto è più gustoso se non è permesso.
Continuò a roteare al mio interno, prima lentamente, poi velocemente, alternando questi due tipi di velocità, facendomi ansimare. Strinsi le mia dita intorno a folte ciocche di capelli biondi, affannandomi. Chifuyu sembrava essere concentrato, non voleva per nulla al mondo recarmi male o dolore. Si staccò poi da me, venendo.
-Merda, Hanako... Ti amo-.
Una confessione d'amore mentre si fa l'amore, mentre c'è chi d'amore muore e chi per amore muore. Ma ad Amore probabilmente di niente importa.
-Chifuyu, ti amo anche io-.
Infondo, l'amore, quello vero, dura pochi attimi di goduria. Il resto è soltanto divertimento, ipocrisia, gioia mista ad adrenalina che si pompa nelle vene e arriva dritta al cervello, facendoci pensare che quegli attimi possano durare per sempre. Quando in realtà è solo una menzogna vecchio stampo, in grado di ferire, marcire e corrodere l'animo umano.

[505, Matsuno Chifuyu] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora