Utopia o distopia?

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Utopia e distopia?

Valerio dormiva nelle braccia sicure del padre, mentre Eleonora stava riposando. Simone aveva deciso che per il primo mese avrebbe fatto lui la notte. Si era svegliato solo due volte, ma a Simone non dispiaceva rimanere sveglio, se questo significava garantire il benessere di Valerio e Eleonora. Si sentiva ribattezzato e pronto a sfidare chiunque. Quando aveva toccato Valerio un fuoco ardente, simile a quello che cristo aveva provato nell’abbattere le tenebre per far trionfare la Luce, gli pervase le membra. Data la quiete ne approfittò per revisionare le promesse dato che all’indomani sarebbe giunto il grande giorno.

Lentamente si alzò dal divano e gettò lo sguardo a sud della volta celeste, nella quale notò il triangolo invernale e la costellazione di Orione. Tutto ciò che riguardava la scienza lo affascinava e nelle stelle trovava un misto di mistero, del resto erano state create ad opera di una collisione fra la materia in una nebulosa per far compagnia alla luna, la quale era amareggiata e malinconica a causa della lontananza con il sole. Inoltre Dio, nella sua Grandezza, le aveva fatto collidere per guidare i suoi figli verso il Monte della Salvezza, Esse erano un sentiero da decifrare e comprendere.

Tuttavia c’era una stella ancor più brillante, unica e preziosa che non si trovava nel regno degli astri, ma nella valle dell’egoismo e della volubilità e quella stella era proprio Valerio. Ammantato d’amore e unto di innocenza.

Delicatamente lo poggiò nella culla e lo coprì con la copertina azzurra con le sue iniziali ricamate: V.B, poiché la temperatura all’interno dell’abitazione era adatta per contrastare la spinta del freddo. il timido sorrisetto che troneggiava fiero sul viso delicato di Valerio era identico a quello di Simone, così come la fossetta sulla guancia sinistra e il neo sotto il mignolo del piede. Per sicurezza si assicurò che stesse ancora dormendo e che non avesse alcun problema per ultimare quanto aveva scritto, pura poesia proveniente dal profondo del suo cuore, finché verso le due di mattina non si concesse di chiudere le palpebre per un po '. Fortunatamente Valerio riposò tranquillamente fino alle sei di mattina e Simone poté guadagnare nel complesso cinque ore di sonno.

“Mi dispiace averti svegliati, ma il piccoletto reclama il suo latte”. Eleonora accolse a sè Valerio baciandolo delicatamente sulla fronte. Si ancorò al seno materno finché non fu sazio. “Lo porto di sotto così puoi riposare anche tu”. Lo baciò sensualmente per poi andarsene. Quando fu al piano terreno giocò con Valerio e gli promise che sarebbe stata la madre che meritava. Aveva oscillato a lungo tra due uomini, illudendo chi gli aveva donato il cuore e incrementando la malasanità di un altro, ma la vita non era fatta di dubbi e di possibilità, ma di certezze e lei una l’aveva: Simone era disposto a tutto per lei. Dunque toccava anche lei chiudere con il passato e dimenticare l’inganno che aveva tessuto con spudorata maestria. “Adesso mamma ti cambia così per quando i nonni verranno sarai pulito e pronto”.

Verso le otto e mezza Leonardo arrivò. “Oh, ma ciao Valerio. Vuoi venire in braccio al nonno?”. Nel tenerlo in braccio si ricordò di quando cullava Eleonora. Infatti entrambi reclinavano la testa leggermente a sinistra. “Simone dov’è?”. Chiese Leonardo non avendolo ancora visto. “Sta riposando. Pur di far dormire me stanotte è rimasto lui sveglio ad addormentare Valerio quando si svegliava”. Leonardo sorrise e affermò “Dio ti ha donato un uomo raro”. E quella non era che la pura e semplice verità. “Ne sono conscia”.

“Tu come stai invece?”. Finì di bere il suo caffè e rispose “sono felice. Non posso chiedere di meglio. Valerio mi ha fatto rinascere”. Leonardo strinse le mani della figlia come a confermarle quanto aveva detto.

Un’ora dopo che Leonardo se ne era andato, arrivò Lucrezia con Edoardo. “Buongiorno cara, spero di non disturbare”. A lei si unì il marito che fece un cenno d’assenso. “Oh no, non potreste mai disturbare. Valerio è sveglio da un po”. Edoardo andò direttamente dal suo adorato nipotino per prenderlo in braccio e coccolarlo. “Simone dov’è?”. Chiese egli stesso senza mai degnarla di uno sguardo. “Sta riposando, poiché si è occupato di Valerio questa notte”. Dieci minuti si alzò e con gradita sorpresa trovò i suoi genitori. “Tesoro buongiorno. Vuoi fare colazione? edoardo, per favore, vai a prendere qualcosa”. Scattante esaudì la richiesta della moglie. “Scusate se vi lascio, ma dovrei uscire. Non tarderò”. Madre e figlio la tranquilizzarono e Simone colse l’occasione per confessare alla madre le sue intenzioni.

Le ombre dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora